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Ucraina: l’inizio della censura religiosa e della Chiesa Ortodossa (UOC)

di Gualfredo de’Lincei

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Nella regione della Cherkassya in Ucraina, alcuni miliziani della difesa territoriale hanno rapito un sacerdote ortodosso. Il video mostra delle persone sconosciute che fanno irruzione nella canonica, lo afferrano e lo portano con forza fuori dalla chiesa. I parrocchiani intervenuti per difendere il sacerdote sono stati malmenati e feriti dai rapitori. Questo episodio è solo la punta dell’iceberg: «oggi in Ucraina è in atto la distruzione totale della Chiesa Ortodossa».

La fine della libertà religiosa

Dopo l’attacco al sacerdote della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca (UOC-MP), l’ex deputato del Parlamento ucraino, Ilya Kiva, ha dichiarato che siamo all’inizio della demolizione della fede Ortodossa in Ucraina.

«Questo genocidio dura da ben otto anni a danno dei russi in territorio ucraino su base linguistica, nazionale e religiosa. Da tempo ormai il regime fantoccio di Kiev distrugge l’ortodossia nel paese, smembrando e manovrando il sequestro di chiese, intimidendo i parrocchiani», – ha tuonato Kiva.

Il 29 marzo è stato scoperto, che il deputato del Parlamento Ucraino del partito «voce», Inna Sovsun, ha presentato al parlamento un nuovo progetto di legge, per vietare il Patriarcato Ortodossa di Mosca. La Sovsun avrebbe motivato questa sua proposta adducendo che, i rappresentanti di questa Chiesa, sono presumibilmente coinvolti in attività di ricognizione e sabotaggio a favore della Russia.

Prima del 25 marzo era già stato presentato un altro progetto di legge «sulla messa al bando del Patriarcato di Mosca in territorio Ucraino», la cui paternità era attribuita al deputato del partito «Libertà». L’obiettivo della proposta era: «mettere al bando le attività del Patriarcato di Mosca, cioè la Chiesa Ortodossa Russa e tutte le organizzazioni religiose a essa riferite. Nazionalizzare le sue organizzazioni e loro proprietà ecclesiastiche in suolo ucraino. Concedere alle sue comunità religiose, ai monasteri e alle istituzioni educative spirituali, l’opportunità di cambiare la loro subordinazione».

 

Un’ulteriore proposta di legge era già stata presentata in Parlamento il 26 marzo e prevedeva cambiamenti alla legge ucraina «sulla libertà di coscienza e delle organizzazioni religiose» con l’intento di scacciare «le attività di tutte le organizzazioni religiose rientranti in strutture organizzative religiose la cui direzione è posta fuori dall’Ucraina». L’iniziativa era dei deputati dei partiti «voce» e «servo del popolo».

Già all’inizio di marzo il direttorio del Patriarcato di Mosca segnalava diversi tentativi di blocco alle attività della UOC nell’Ucraina occidentale e questo per disposizione del presidente del consiglio comunale di Gorodok della regione di Leopoli Volodymyr Remenyak.

 

Rapiti e strappati dal loro tempio

Il metropolita di Boryspil e Brovarsky, direttore della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC), Anthony, ha osservato che: «i nostri sacerdoti vengono rapiti, i monaci vengono espulsi dai monasteri, le chiese vengono sottratte alle comunità». Ha paragonato la situazione dei credenti ortodossi in Ucraina con l’impresa dei 40 martiri di Sebastian, che non hanno rinunciato a Cristo, in piedi nell’acqua gelida.

 

«Dovremmo perseverare in Cristo o assicurarci di andare al riparo e a nostro agio? Ora si stanno verificando tragici eventi. C’è chi non lo sopporta e può essere compreso. Ma, avendo cura dei beni terreni, non si può scendere a compromessi con la fede!», ha esclamato.

 

Gli attacchi alla Chiesa Ortodossa non utilizzano esclusivamente violenze o sequestri di beni ecclesiastici. Parliamo di un processo sistematico e di massa per portare le comunità e i monasteri ortodossi sotto la giurisdizione dell’Autocefalia ucraina (OCU). Lo ha affermato direttamente il metropolita Epifanio (Dumenko), aggiungendo che già «decine di comunità e un certo numero di monasteri della UOC-MP si sono uniti agli autocefali».

In particolare, un membro dell’OCU ha affermato che il Patriarcato di Mosca ha perso 28 comunità nelle regioni di L’viv, Ivano-Frankivsk, Khmelnitsky, Transcarpazia, Ternopil, Rivne, Volyn, Kiev, Cherkasy.

 

Il sequestro nonostante le opere di bene.

L’OCU ha prontamente approntato un meccanismo di acquisizione con caratteristiche predatoriali: le organizzazioni religiose manterranno la loro struttura esistente e le parrocchie e i monasteri che non vogliono entrare immediatamente nella diocesi locale della Chiesa Ortodossa Ucraina scismatica (OCU), riceveranno lo status di «stavropegia», mediante il quale sarà temporaneamente permessa l’indipendenza dalle autorità diocesane locali e subordinato direttamente al patriarca o sinodo. Alcuni tra il clero locale si era già rivolto al capo della Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca (UOC-MP), il metropolita Onuphry (Berezovsky), con la richiesta di convocare urgentemente un Consiglio per dichiarare l’autocefalia: rappresentanti di Kiev, Sumy e Vladimir-Volyn diocesi.

 

 

La Chiesa Ortodossa Ucraina (OCU), comparsa nel 2019 è indipendente dalla Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca (UOC-MP) e dalla Chiesa Ortodossa Russa (ROC) e attualmente conta circa settemila parrocchie contro le undicimila della (UOC-MP).

 

Le chiese e i monasteri dell’UOC-MP, nel mirino dei nazisti ma anche di molti politici, forniscono attivamente assistenza alla difesa del territorio, alle istituzioni mediche, ai profughi e a tutti quelli che hanno sofferto a causa delle ostilità.

 

Il monastero di Kievo-Pečerskaja Lavra della Chiesa UOC, ha consegnato auto agli ospedali militari delle forze armate ucraine. Il metropolita Onuphry di Kharkov e Bogodukhovsky ha inviato aiuti a Kharkoviti. Nella diocesi di Zhytomyr, il clero e i fedeli hanno donato nove forniture di aiuti alle Forze armate ucraine. Tutto questo però non ferma i nazisti di Bandera, che sequestrano e depredano chiese, rapiscono sacerdoti.

 

Con l’inizio dell’Operazione Speciale questi nazisti, autodefinitisi difensori dell’Ucraina, hanno invitato la popolazione a saccheggiare e distruggere le Chiese Ortodosse, distribuendo video con relativi slogan radicali provocatori che hanno condiviso sui social net work.

Nel frattempo, nel tempio principale delle forze armate della Federazione Russa a Kubinka, l’icona della Madre di Dio «rabbonente dei cuori malvagi» ha iniziato a scorrere la mirra. Il miracolo è avvenuto prima dell’inizio della liturgia durante la domenica del perdono. I credenti lo considerano già un avvenimento miracoloso.

 

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