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Alla presenzna di Olivier Brochet, Direttore Generale dell’AEFE (Agenzia per l’Educazione Francese all’Estero), si sono svolte le celebrazioni per il centario del Liceo Lyautey . Il direttore dell’ AEFE ha dichiarato di essere ” davvero molto felice e onorato di essere a Casablanca per celebrare questo 100° anniversario (…) la più grande istituzione della rete francese all’estero “. “È una scuola che guarda al futuro per svolgere pienamente il suo ruolo nello sviluppo e nell’influenza dell’istruzione francese, ma anche in tutti gli sforzi educativi intrapresi dal Marocco per i giovani marocchini”, ha affermato. Inotre ha aggiunto che “I punti a cui siamo particolarmente attenti per il futuro sono mantenere alta la qualità dell’istruzione, continuare ad arricchire il multilinguismo, tanto lavoro quotidiano sull’innovazione educativa, supportare tutti gli studenti fino al diploma di maturità con le loro differenze, le loro difficoltà, affinché diventino cittadini coinvolti, illuminati, responsabili, capaci di partecipare a pieno titolo alla vita delle società che li accolgono, con particolare attenzione alle questioni relative allo sviluppo sostenibile che è un tema estremamente importante in Marocco come in Francia e in tutti nel mondo. »
L’evento è stato l’occasione per mettere in luce i vari progetti culturali, solidali, educativi e artistici che hanno stimolato tutto il corpo docente e gli studenti del Polo in questo anno così speciale: inaugurazione dei nuovi impianti presso il complesso sportivo di Beaulieu; presentazione della Carta del Patrimonio realizzata in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per la Conservazione del Territorio, il Catasto e la Cartografia Reale (ANCFCC); visita della collettiva itinerante del Centenario nel suo autobus; incontro con associazioni partner e progetti di beneficenza realizzati all’interno del liceo Lyautey; inaugurazione dell’affresco del Centenario realizzato dall’artista Samy Snoussi ed esposizione dell’archivio fotografico.
Viviamo in un modo globalizzato dove nei prossimi anni si aprono nuove vie e nuovi attori internazionali. L’Organizzazione Internazionale della Francofonia da vettore culturale deve essere sempre di più attore globale. Non basta la promozione della lingua francese occorre rafforzare la cooperazione commerciale, economica e sociale per creare uno spazio di interscambio dove Nazioni di diversi continenti e diverse religioni possano superare gli ostacoli di una cultura che in certi casi sembra ferma alla “guerra fredda” .
Per certi versi anche il mondo arabo può attraverso la francofonia ritrovare una sua unità. Vi sono nazione che sono francofone in questa parte del mondo che pur essendo francofone non fanno parte dell’OIF la presenza del Marocco può essere fattore aggregante e un tavolo per cercare un dialogo anche con coloro che oggi sembrano non voler dialogare.

Le relazioni algerine-francesi hanno iniziato un notevole riscaldamento dopo la rielezione di Emmanuel Macron. Ma il peso della storia rischia di rendere effimero questo miglioramento, perché sulla pesante disputa della memoria l’incomprensione resta totale e lo scarto invalicabile. Il peso di una storia difficile, che in Marocco è meno presente se puor importante nella storia nazionale. Ma proprio per questo attraverso la francofonia potrebbero essere superate.

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Per l’italia che non fa parte della Francofonia ma in alcune regioni come la valle d’aosta ed il Piemonte è riconosciuto come lingua ufficiale o storica può essere un momento di dialogo come i tanti cittadini marocchini che risiedono nel nostro Paese. Credere nella francofonia vuole dire fare una azione di pace. Proprio per questo chiediamo a chi è chiamato a decidere che attraverso la Francofonia e in occasione della presenza in Italia del Capo dello Stato Algerino, si possa trovare una pace da molti sostenuta e voluta . Per questo le relazioni italo-marocchine dovrebbero essere consolidate con un passo più audace verso il Marocco, sia da parte delle regioni settentrionali italiani (maggiormente a vocazione imprenditoriale) sia meridionali (per la loro posizione geografica che le trasforma in naturali centri di arrivo e smistamento delle merci ) perché è il Paese più sicuro e più aperto allo sviluppo degli investimenti in direzione del continente africano da questo Paese nordafricano. In tale contesto va precisato che le opportunità offerte dalle regioni del sud del Marocco restano opportunità da cogliere da parte degli operatori economici italiani nell’ottica di avvantaggiare non solo l’economia marocchina ma anche quella italiana con l’obiettivo di drenare maggiori profitti economici per l’Italia.

Incontri Culturali Franco Italiani

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