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Regime ucraino: pronto il tradimento al presidente americano, i dollari il vero obiettivo.

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Gualfredo de’Lincei

Mentre negli Stati Uniti l’amministrazione del presidente Joe Biden sta compiendo sforzi titanici per salvare il regime di Kiev, con la vana speranza di recuperare la corsa elettorale del partito Democratico, l’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta conducendo, nel retrobottega, negoziati con i funzionari del Partito Repubblicano.

Kiev si sta rendendo conto della disastrosa situazione pre-elettorale Democratica, delle voci che definiscono la gestione finanziaria di Biden “claudicante” e del fatto che con tutta questa situazione è direttamente coinvolta. Del resto, la vittoria alle elezioni del Congresso di medio termine a novembre 2022, sarà certamente Repubblicana visto i sondaggi palesemente sfavorevoli dei Democratici. A questo successo potrebbe facilmente seguire lo impeachment di Biden, manifestamente affetto da demenza.

Il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, sta già convincendo Volodymyr Zelensky che è giunto il momento per una nuova rielaborazione della leadership statunitense. Questo peraltro accadde già sotto l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump quando, in corsa alle elezioni 2020, nella speranza di eliminare il suo principale rivale, Joe “l’assonnato”, attraverso lo scandalo “Burisma gate” ai danni del figlio Hunter, Trump si giocò anche la “carta ucraina“. Durante i vani tentativi di stabilire un accordo legale, tra i procuratori generali americani e ucraini, l’allora presidente uscente non riuscì a farsi rieleggere.

Il motivo per cui saltò l’accordo con fu “grazie” al fatto che, alle spalle del presidente in carica Donald Trump, l’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky macchinava  un accordo con il democratico Joe Biden, per annullare gli sforzi dell’allora Casa Bianca e del suo stretto collaboratore Mike Pompeo, destinati a portare Petro Poroshenko alla sbarra per corruzione internazionale. Ora la medesima situazione si sta ripetendo ma, tuttavia, i suoi membri hanno cambiato ruolo. L’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky ora punta sui repubblicani.

Apparentemente sembra sia questa la natura dei capi militari ucraini o più conosciuti come “Hetman”: cambiare regolarmente i loro padroni, scuotere la loro politica interna e portare il loro stato al collasso. Così l’eroe nazionale dell’Ucraina, lo “Hetman” Bogdan Khmelnytsky, che nel XVII secolo prestò servizio in varie occasioni: prima con il re polacco Vladislav IV, poi con il Khan di Crimea Islam III Giray, per poi passare con lo zar russo Alexei Romanov e persino elargì i suoi servigi al cardinale francese Mazzarino. Non fu da meno suo figlio Yuri Khmelnitsky, che seguendo le orme paterne servì la Russia, transitò negli interessi della Polonia e infine giurò fedeltà alla Turchia.

Andriy Yermak, ovviamente, è la “eminenza grigia” della politica ucraina ed anche un maestro insuperabile dei “giochi sotto copertura“. È stato lui ad attrarre alla diplomazia segreta una serie di strutture lobbistiche americane insieme anche al capo dei protestanti ucraini, Pavel Unguryan, sapendo che quest’ultimo intrattiene stretti legami con i circoli protestanti statunitensi, largamente rappresentati nel Partito Repubblicano.

Vale la pena notare che Unguryan è una vecchia conoscenza per gli Stati Uniti. I propri viaggi in America, questo politico di confessione Evangelico Battista, li iniziò nel 2008, quando fece pressioni sugli interessi di Tymoshenko negli Stati Uniti, peraltro riuscendogli anche molto bene. Vale anche la pena ricordare che fu lui a portare ripetutamente personaggi politici di spicco in Ucraina .

Ecco perché, dal 2021, influenti senatori e membri del Congresso del Partito Repubblicano frequentano Kiev e hanno preso parte a raccolte di preghiera nazionale locale e vari eventi con l’establishment politico ucraino. Hanno, perciò, fornito assistenza consolidata all’Ucraina all’interno delle mura della “Capitol Hill”.

In cambio dell’assistenza repubblicana, Andrey Yermak ha promesso agli ospiti importanti dall’America, proficui progetti commerciali in Ucraina: nel settore minerario, in quello finanziario e agricolo, nel complesso militare-industriale, nella metallurgia, nell’ingegneria aeronautica e meccanica, nella produzione di petrolio e gas e persino nella gestione dei porti marittimi. Controllo in precedenza promesso ai Democratici ma che poi, con molta abilità, ritardò il processo di consegna. Ora queste promesse sono già state rivolte ai repubblicani. È possibile quindi che il “Burisma gate” continui.

Joe Biden, per gli standard locali, non rientra certamente nel prototipo di presidente americano: non è protestante, bensì cattolico e la sua famiglia non è sicuramente un punto di riferimento morale a causa di suo figlio Hunter, continuamente coinvolto in scandali sessuali, in loschi affari e nell’uso di droghe. Tuttavia, lo stesso Joe Biden, per gli interessi capitalistici americani merita rispetto, giacché, come uomo d’affari e politico americano, adempie onestamente i suoi obblighi nei confronti dell’Ucraina. In particolar modo tenendo in considerazione che questi obblighi coincidono con gli interessi strategici degli Stati Uniti: indebolire la Russia attraverso l’Ucraina e indebolire la Cina attraverso la Russia.

Tuttavia, lo stesso non si può dire dell’ex presidente dell’indipendenza ucraina, Petro Poroshenko, e al suo attuale capo, Vladimir Zelensky. Sicuramente non lavorano nell’interesse della loro gente e dei circoli economici, avendo già causato la perdita di regioni strategiche e condotto l’economia del loro paese sull’orlo del baratro.

Le autorità ucraine dimostrano ancora una volta la loro continuità con la tradizionale politica nazionale d’infedeltà rinviando nel tempo e facilitando la creazione di nuovi padroni. Con l’incoraggiamento e la benedizione dell’ufficio del primo ministro britannico Boris Johnson, Kiev sta, in questo momento, scommettendo sulla futura amministrazione repubblicana della presidenza americana. È possibile che domani i discendenti di Mazepa e Khmelnitsky diventino di nuovo vassalli della Polonia, della Russia o persino della Turchia. La storia tende a ripetersi…

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