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Un’idea rivoluzionaria

di Francesco S. Amoroso

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Antonio Maglio nacque nel 1912 a Il Cairo e conseguì la laurea in Medicina nel 1935.

Fu pioniere nelle terapie riabilitative per le persone disabili e poi consulente medico dell’Inail; nel 1957 divenne Direttore del Centro paraplegici Villa Marina ad Ostia dove sperimentò nuove tecniche e metodologie per la riabilitazione.

Maglio introdusse lo sport per le persone disabili facendo praticare a questi soggetti discipline come la scherma, il tiro con l’arco, la pallacanestro.

È considerato il padre dello sport Paralimpico italiano.

Nel 1956 portò i suoi pazienti ai Giochi internazionali di Stoke Mandeville in Inghilterra, una competizione per atleti paraplegici.

Nel 1960 si tenne a Roma la prima edizione delle Paralimpiadi a cui parteciparono 23 nazioni e 400 atleti e che si svolsero al centro sportivo Tre Fontane e nella piscina del Foro Italico.

Maglio continuò poi la sua attività fino agli anni 80.

Le sue intuizioni che hanno portato alla nascita del movimento paralimpico si legano al suo interesse per gli studi del neurologo anglo tedesco di origine ebraica Ludwing Guttmann, che per primo applicò lo sport come terapia per i reduci di guerra.

Guttmann è l’ideatore della sportterapia ed è noto anche per aver dato vita alle prime forme di pratiche sportive per le persone con disabilità.

A lui infatti si devono i Giochi di Stoke Mandeville, prima menzionati, del 1948 località dove Guttmann dal 1944 era Direttore del Centro per lesioni spinali.

Maglio morì a Roma nel 1988.

Una persona straordinaria che credeva convintamente nel fatto che lo sport potesse essere un potente e essenziale mezzo di riabilitazione.

Una figura lungimirante perché, in un periodo storico come gli anni Cinquanta, in cui avere una disabilità, significava perdere lavoro e quindi un ruolo sociale, ebbe un’idea rivoluzionaria.

Abbinare alle Olimpiadi del 1960 una competizione internazionale per fare uscire dall’ombra le persone disabili, mostrando a tutti le loro capacità.

La storia lo ricorda per aver ideato e promosso i primi Giochi Paralimpici dopo la diciassettesima edizione delle Olimpiadi.

Alla sua figura e alla sua memoria è stata dedicata una fiction televisiva andata di recente in onda con uno strepitoso Flavio Insinna.

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