CONTE E DI MAIO: DUE RISORSE ANCHE SE DIVISE.
Siamo chiari ed onesti, al di la delle polemiche che non portano da nessuna parte se non ad intorpidire il già difficile clima politico.
A Giuseppe Conte vanno riconosciuti molti meriti come anche a Di Maio seppur per motivazioni diverse. Per capirli meglio bisogna partire da dove sono partiti (scusate il bisticcio dialettico). Conte infatti, malgrado le forti recenti defezioni all’interno del M5S di cui è il numero uno, non è cambiato di una virgola rispetto alla sua dignità, alla serietà, al rispetto delle Istituzioni, componenti tutte grazie alle quali è cresciuto il prestigio dell’Italia in Europa proprio in un momento in cui tutti andavano per conto loro, non dimenticando che non è stato Draghi a far sì che i fondi UE fossero destinati al nostro Paese, tra l’altro, in maniera piuttosto consistente. Come dire: la persona è rimasta tale e quale sia all’inizio che tuttora compatibilmente con gli eventi.
Per Di Maio il discorso è diverso. Egli è partito da “analfabeta” della politica, se vuoi anche con qualche defaillance fuori dal tema, ma la sua volontà di arrivare lo ha portato in brevissimo tempo a diventare un personaggio di primo piano, cosa che, dal mio punto di vista, va umanamente riconosciuta ed apprezzata: una casa infatti, posto che ci sia il bisogno di dirlo, si incomincia dalle fondamenta e non da tetto.
Se ora i due si sono divisi pur stando al governo era inevitabile. Conte è stato coerente con la sua personalità molto apprezzata, e ciò al di là di “armi sì armi no all’Ucraica”, mentre Di Maio, legittimamente, non poteva fare altro se non staccarsi per sopravvivere, se vuoi anche facilitato dal prestigio a cui, come Ministro degli Esteri, avrà sicuramente destato in termini di anche forte attrazione da parte dei suoi accoliti.
Detto questo, a mio avviso, sia Conte che Di Maio meritano molta considerazione costituendo essi ancora una risorsa per l’Italia rispetto a tanti teatranti dell’attuale politica.
Non è detto infatti che, dopo questa chiarificazione fra i due, non si presenti un orizzonte politico nuovo, nel quale la fisiologia politica possa finalmente far la sua parte, in dispregio al tutti dentro come cani e porci.
Questo per parlar chiaro.
Arnaldo De Porti
Belluno Feltre