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“GRAZIE AL SEFFI® LE LANCETTE DELL’OROLOGIO VIAGGIANO AL CONTRARIO”

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Nuove tecniche stanno rivoluzionando la medicina estetica. Per un’autentica rigenerazione cellulare ecco una scoperta “made in Italy”: il trapianto autologo di cellule mesenchimali derivanti dal grasso

 

di Alessandro Pasquali*

La medicina estetica – mai come in questo periodo – sta vivendo una fase di grande evoluzione. Un trend generato da due fattori: da una parte, la richiesta dei pazienti di ricercare risultati immediatamente percepibili (senza però essere mai troppo invasivi) e, dall’altra, l’esigenza di garantire, dal punta di vista del medico, un aspetto naturale e comunque “di classe”. 

Quando si lavora su un viso, dunque, la parola d’ordine è: essere “efficaci ma mini-invasivi”, un risultato che si ottiene miscelando più tecniche (iniettive e non). 

In primis, sfatiamo il mito secondo cui la chirurgia estetica dipenda solo da botox o acido ialuronico. E, inoltre, impariamo a focalizzarci sul lato “rigenerativo” di questa branca medica, in grado cioè di donare una cute nuova, senza dover per forza volumizzare. 

L’invecchiamento di un volto è causato sia da un fisiologico riassorbimento dei volumi sottocutanei sia da un “deposizionamento” dei tessuti che, scivolando verso il basso per la forza di gravità, conferiscono al viso un aspetto svuotato.

Se a questo ci aggiungiamo il foto-crono-invecchiamento degli strati più superficiali della cute, va da sé che il danno al nostro viso sia distribuito su tutti i piani tissutali.

La medicina rigenerativa agisce invece rallentando l’invecchiamento cellulare e ripristinando i volumi ed il turgore del tessuto. Si tratta di una tecnica “made in Italy” brevettata ed esportata in tutto il mondo chiamata Seffi®. 

Il Seffi® non è un trapianto di grasso, non è un lipo-filling e non è una liposuzione. E’ invece un trapianto autologo di cellule mesenchimali derivanti dal grasso. Il principio è semplice: si ha un sito donatore (il grasso addominale o del trocantere) ed un sito ricevente (viso, collo, décolleté).

Il tessuto adiposo viene prelevato con cannule di calibro differente in base all’estensione dell’area interessata e, all’interno della stessa seduta, può essere trattato tutto il viso, il collo ed il décolleté (evitando dunque di arrivare a quelle situazioni in cui il collo smaschera la vera età). Il collo, infatti, è una nemesi per il paziente e per il medico, in quanto la cute del collo – per altro estremamente sottile – non ha piani ossei sui quali potersi appoggiare con materiali riempitivi e, una volta subentrato il danno del connettivo che porta ad un’aumentata lassità del tessuto, il collo cede. 

Questa tecnica garantisce un ringiovanimento a 360 gradi in quanto è come se andassimo a “seminare” nuove cellule che producono nuova matrice in un tessuto che perde – come noto – la capacità produttiva di collagene dell’1% annuo.

All’inizio, il Seffi® verrà eseguito in tempi ravvicinati (anche 3 volte l’anno) per poi ritrovarsi a mantenere un unico trattamento annuo senza avere mai l’effetto “gonfio” che dà il filler.

In ogni caso, la sinergia tra più metodiche è la formula che garantisce il risultato migliore in quanto, soprattutto nelle pelli più danneggiate, l’utilizzo di fili di trazione “riporta i tessuti ed i volumi” nella loro posizione d’origine e, utilizzando contestualmente la tecnica seffi®, si va a ricreare nuova matrice e, nel lungo periodo, la texture cutanea si modifica.

È come far girare le lancette dell’orologio in senso antiorario, mantenendo la freschezza che qualsiasi intervento di medicina estetica dovrebbe sempre offrire. 

 

*https://dottoralessandropasquali.com/

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