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PERES PROJECTS

September Issues

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A cura di Mohamed Almusibli

 

Adam Bilardi | Guendalina Cerruti | Victoria Colmegna | Francesco De Bernardi | Jeremy |

Miriam Laura Leonardi | Shuang Li | Troy Montes-Michie

 

30 giugno – 5 agosto 2022

Opening giovedì 30 giugno ore 14-20

Peres Projects, Milano

 

 

September Issues si focalizza su una nuova generazione di artisti che vivono e lavorano in un mondo in cui i media tradizionali stanno collassando creando un panorama in cui i “problemi” globali sono diventati profondamente personali allo stesso modo di quelli delle nostre vite private e del gruppo sociale di appartenenza. Il titolo della mostra si riferisce al famoso numero di settembre di Vogue Magazine che esce ogni anno. Allo stesso tempo si riferisce a “issues” nel senso di “problemi”. C’è un detto “Quella persona ha più problemi di Vogue”. Allo stesso tempo, anche la nozione di celebrità (con Anna Wintour, Vogue è stata la prima rivista di moda a mettere una celebrità in copertina) è diventata personalizzata, portando a una società di individui brandizzati. Questa generazione di artisti sta creando opere che rispondono a questo panorama culturale senza precedenti, in costante oscillazione tra l’aspirazione a una determinata normatività e la ribellione in nome di un futuro migliore.

 

Nel suo lavoro Francesco De Bernardi si confronta con un ideale che è molteplice e che deve sopportare un atteggiamento percepito come un controllo incontrollabile. Con le sue tre sculture, questo atteggiamento può essere definito Sprezzatura. Come interpretata da Un Romantico a Milano (2022), la Sprezzatura può oggi essere definita un atteggiamento. Epistemologicamente descritto come “incuria studiata”, questo termine suggerisce una magnificenza nascosta nelle sue sfumature e imperfezioni, nonché una forza trattenuta.

 

Victoria Colmegna illustra le problematiche che interessano i giovani in generale, insieme a reperti storici e ispirazioni futuristiche. Segnali visivi che fungono da imperativi verso un modello etico o di ruolo che sembrano costituire la propria identità. Il confine tra sociale e privato si erode senza intoppi sotto un corpus di immagini raccolte che fanno parte di un passato condiviso che abbiamo ereditato e utilizzato come standard.

 

Un’ontologia dello stato di essere è esemplificata dalla corda di sopravvivenza impiegata dai prepper di Miriam Laura Leonardi In effetti, in un mondo in cui la salute e le istituzioni politiche sono così precarie, gli elementi tangibili sono radicati all’interno di un continuum materiale modellato dalle nostre stesse paure sul futuro di un mondo e di un’esistenza che sembrano così fugaci.

 

Per Shuang Li la soggettività, così come gli atteggiamenti che ne derivano, sono influenzati e controllati attraverso le dinamiche di gruppo. La capacità di poter controllare facilmente il nostro aspetto è fondamentale in un contesto in cui può essere utilizzata strategicamente contro gli imperativi del conformismo. Guendalina Cerruti dimostra questo concetto nel suo lavoro, sottolineando l’importanza dell’aspetto e dell’abbigliamento nel rivendicare l’agenzia.

Adam Bilardi mette in discussione i corpi eteronormativi che dovrebbero essere forti e non dovrebbero mai piegarsi. I suoi dipinti sono una serie di tele continue in cui esplora le difficoltà che abbiamo nell’esprimere le nostre emozioni. Toccare piuttosto che sentire è più comune al giorno d’oggi. Allunga i confini dell’intimità con i baci mattutini più intimi, concentrandosi su connessioni cinetiche su cui potremmo soffermarci con i frammenti delle nostre anime.

 

L’essenza delle opere di Jeremy è un paradigma cinetico portato specificamente dal corpo nell’essenza della sua fisicità. Il corpo è ritratto come un soggetto narcisistico che è anche alle prese con il dogma dell’eteronormatività. In Hero (2022), Jeremy dipinge un corpo che ha diverse identità mentre viene contemporaneamente domato dalla logica della posa. Poiché tutto è così transitorio, le uniche tracce che lasciamo sono quelle del nostro corpo, con tutti i suoi splendori e le sue deliziose sottigliezze.

 

Il collage di Troy Montes-Michie dimostra infine, che è possibile manipolare l’eteronormatività attraverso l’uso dei vestiti. Presentare il corpo come uno spazio in grado di veicolare identità diverse ha il potere di sovvertire le norme del patriarcato e del candore. Comprendere così che il corpo e il suo aspetto sono una soglia tra l’individuo e gli imperativi della cultura in cui quest’ultimo si colloca.

 

Con il termine “generation” si intende l’atto di creare un linguaggio che serva da estensione e differenziazione della propria identità, aprendo la strada a opere future che emergeranno da esperienze e contesti differenti, mutando nel tempo e secondo la temporalità a cui appartengono. Questi artisti si esprimono attraverso i loro corpi e la cinetica che emanano. Il contesto o il concetto ha la precedenza sull’opera d’arte quando le opere d’arte moderne sono progettate per trasmettere un’impostazione estetica, sociologica o filosofica. L’ambiente è così intricato, estremamente critico e resistente al conformismo.

 

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Mohamed Almusibli è un curatore indipendente basato a Ginevra, Svizzera. Ha curato numerose mostre in gallerie e istituzioni, la più recente al Centre d’Art de Genève. La sua attuale ricerca curatoriale esplora come i discorsi contemporanei vengono affrontati dalle pratiche emergenti. Nel 2020 è stato curatore di Almusibli Panorama, un programma di video online che è stato allo Swiss Moving Image Award 2021. È co-fondatore del project space Cherish che gestisce insieme a James Bantone e Marguerite Mikanowski.

 

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