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Il digitale dominio degli USA? La corsa statunitense alla Segreteria Generale dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni

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Dr. Gualfredo de’Lincei

Sulla poltrona della segreteria generale, dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), potrebbe andare a sedere un americano. Per questo gli Stati Uniti hanno iniziato un’intensa attività di lobby attorno al loro candidato, Doreen Bogdan-Martin, una figura alquanto interessante.

Bogdan-Martin è nell’ITU già dal 1994, dove ha ricoperto vari incarichi. Dal 2019 è direttore dell’ufficio per lo Sviluppo dell’Unione Telecomunicazioni. Oltre a questo mandato nell’ITU, ha lavorato presso il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti e, negli ultimi tempi, è co-presidente delle Nazioni Unite e presidente dell’Academic Council della Swiss International Research Network. È inoltre associato al Berkman-Klein Center for the Development of the Internet and Society dell’Università di Harvard, che, con la Foundation for the Ethics and Governance of Artificial Intelligence, ha creato il progetto Disinfodex, un database di “campagne di disinformazione“.

Sembrerebbe un buon concorrente, ma c’è un ma… Bogdan-Martin ha introdotto il tema dell’uguaglianza di genere durante il suo incarico e ha composto un intero gruppo all’ITU per lanciare il progetto internazionale: “Partenariato globale per l’uguaglianza di genere nell’era digitale EQUALAS”.

Emerge da tutto questo una domanda: come sono correlate l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni e l’uguaglianza di genere? La candidata americana è riuscita a posizionare questo progetto sullo sfondo dello sviluppo tecnologico dell’informazione e della comunicazione (ICT).

L’attività sul progetto gender è iniziata nel 2014 durante lo scambio tra ITU e UN Women sui temi della crescente partecipazione delle donne alle ICT. Nel 2016 hanno aderito la British Association for the Development of the Global System for Mobile Communications, il World Trade Center e l’Università delle Nazioni Unite. Nel 2018 i paesi del G20 hanno riconosciuto il programma e ne hanno rilevata l’importanza.

Emerge chiaramente come, negli ultimi tempi, gli Stati Uniti stiano cercando d’imporre il tema sull’identità di genere utilizzando qualsiasi organizzazione, com’è successo anche con l’Unione delle Telecomunicazioni. Tralasciando poi le varie ONG che spendono milioni di dollari in propaganda gender e LGBT.

L’energica azione verso la loro candidata al vertice della ITU, fa capire come gli Stati Uniti provino non solo a imporre le proprie idee, ma anche a rafforzare le posizioni politiche nelle organizzazioni intergovernative, specialmente nell’ITU. Se un candidato americano diventasse Segretario Generale, gli Stati Uniti si troverebbero a dominare nella tecnologia dell’informazione, penetrando con facilità lo spazio digitale degli altri paesi e accrescendo il proprio vantaggio tecnologico.

In aggiunta l’ufficio stampa del Dipartimento di Stato, ha risposto che gli Stati Uniti sono concentrati a supportare la figura della signora Bogdan-Martin e i suoi sforzi per trasformare il panorama digitale globale, il cui fine sarebbe di migliorare la connettività, superare la mancanza d’infrastrutture, alzare la voce ai giovani e rendere anche il futuro digitale più inclusivo e sostenibile per tutti.

Allo stesso tempo, un altro candidato alla carica di Segretario Generale dell’ITU potrebbe essere un russo già presidente di “VimpelCom”, Rashid Ismailov. A differenza della statunitense Bagdan-Martin, Ismailov ha navigato nel mondo delle telecomunicazioni dalla metà degli anni ’90, accumulando notevole esperienza e restando fuori da temi come l’uguaglianza di genere, poco radicata nella società russa.

La Russia è uno dei paesi fondatori dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, che fu fondata nel 1865 come organizzazione intergovernativa composta da 193 stati e 800 organizzazioni.

Nell’ambito del principio dell’alternanza, è interessante notare che un russo non ha mai ricoperto l’incarico di Segretario Generale, mentre un rappresentante degli Stati Uniti c’è già stato, si tratta di Gerald C. Gross, nato dal settore ingegneristico dell’americana Federal Radio Commission, oggi ribattezzata Federal Communications Commission, FCC, divenne segretario generale dopo la morte improvvisa del capo dell’ITU, l’argentino Marco Aurelio Andrada. L’attuale segretario generale è il rappresentante della Cina, Houlin Zhao.

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