Ricevere il “soldato di Soleimani” in Italia non fa onore ad un Paese democratico
Il ministro degli Affari Esteri del regime liberticida al potere in Iran è stato ricevuto dal ministro italiano Di Maio, mentre proprio in questo periodo e in questi giorni la repressione in Iran già insopportabile, è arrivata ad un punto mai raggiunto. Mentre il carovita in Iran, dovuto alla politica distruttiva, guerrafondaia ed espansionista del regime, ha messo la grande maggioranza della popolazione sul lastrico, l’Italia offre ancora un pulpito all’uomo di pasdaran di proferire le sue vacue parole. Mentre in Iran solo nel mese di giugno la dittatura ha impiccato oltre 100 persone, l’inflazione mensile ormai da mesi galoppa a due cifre e quella annuale dei generi alimentari è stabilmente a tre cifre, la maschera “presentabile” del regime terrorista a Roma offre soluzioni per risolvere tutti i problemi del pianeta. Mentre le donne sono oggetto di continui maltrattamenti, subiscono arresti solo perché protestano, mentre le carceri del regime iraniano sono colme solo perché donne e giovani rivendicano i propri diritti di cittadinanza, mentre avvengono gli arresti delle madri dei martiri delle recenti manifestazioni e dei cineasti, che hanno avuto riflessi anche sulla stampa italiana, l’Italia riceve il “soldato di Soleimani”.
Il regime iraniano immerso nelle sue crisi acute senza precedenti e con la protesta e la rivolta quotidiana e di tutti i ceti della società è debole come mai. La violentissima repressione del regime ha perso efficacia di fronte alla volontà e al coraggio di un popolo che è deciso a relegare fuori dalla Storia la Repubblica islamica. L’Italia e il suo ministro degli Esteri devono dire fino a che punto è lecito trattare con la dittatura, con chi affama e decima il suo popolo?
L’Unione delle Associazioni Iraniane in Italia simpatizzanti del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana organizzerà un sit-in di protesta, il giovedì 14 luglio ore 14.00 in piazza della Repubblica a Roma.
La comunità iraniana in Italia, insieme ai milioni iraniani in Patria, condanna fermamente il viaggio del ministro degli Esteri della dittatura teocratica in Italia.