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“PETROLIO ASSASSINO” DI MARCO DELPINO CORRUZIONI E AMBIGUITA’ NELLA STORIA DELL’ “ITALIA D’ ORO”

Ci sono da remoto tempo verso l’Italia, gioiello del pianeta per il tanto di unico che natura e arte offrono, sentimenti opposti: quasi punitivi da parte di coloro che non ne sentono l’appartenenza, di cupio dissolvi  dei facenti parte del gioiello. Basti meditare sulla scarsa difesa di ogni patrimonio, come di coloro che praticano rettitudine e onestà.                                                                          Quanti sono interessati ad avere contezza (ovviamente quella possibile) di certi assassinii del Novecento lasciati volutamente insoluti, i quali hanno, insieme a stragi non solo di mafia, nel secolo scorso macchiato l’Italia, leggano “Petrolio assassino” (Edizioni Tigulliana, maggio 2022, copertina di effetto nei cromatismi forti, 78 pagine impreziosite da immagini), nuovo libro del giornalista e saggista Marco Delpino, appassionato scopritore di veleni occulti, agile penna. Non necessita di presentazione il Dott. Marco Delpino, sulla breccia da giovanissimo: è Fondatore e Direttore di Riviste e Premi letterari, ha al suo attivo numerose pubblicazioni non solo storiche e di denuncia, porta inoltre avanti il progetto di rivalorizzazione del Tigullio attraverso “Tigulliana” ed eventi culturali non ristretti solo allo specifico ambito artistico-letterario.                                                                              Di bel fascino la recente pubblicazione “La Riviera in vetrina” dove il Tigullio è in tutto il suo splendore nei manifesti di richiamo turistico del Novecento, nelle immagini delle personalità illustri del mondo artistico-letterario e scientifico, non solo europeo, che amarono soggiornare nel lembo ligure.                                                                                                                       “Petrolio assassino” ci porta a eventi oscuri e drammatici di alcuni dei quali chi conta non poche decine di anni può avere memoria, e tenta di dipanare le trame aggrovigliate attorno all’ ”oro nero”, cui venne negato all’Italia di aspirare perché non pervenisse a livelli paritari con altri Stati che avevano in numero di sette chiuso il cerchio.                                                                                                                                             All’assassinio del Fondatore dell’Eni Enrico Mattei, fortemente impegnato a fornire l’Italia di fonti energetiche, il cui aereo privato, manomesso da elementi mafiosi conniventi con frange di Istituzioni italiane ed estere, si schiantò a Bascapè la sera del 27 ottobre 1962, sarebbe seguito quello del giornalista de “L’Ora” Mauro De Mauro, rapito a Palermo il 16 settembre 1970 da Cosa Nostra e molto probabilmente fatto sparire nell’acido. De Mauro si era interessato del caso Mattei, era anche in contatto con il regista Francesco Rosi che aveva programmato il film “Il caso Mattei”, finito di girare il 1972.                                                                                                                                             Marco Delpino presenta situazioni e personaggi con incisiva essenzialità, fa emergere depistaggi, pone in rilievo corruzione e ambiguità di quanti ebbero centralità nelle vicende di quel tempo che macchiarono l’Italia. Non solo per il petrolio continuarono a macchiarla con uccisioni di politici (basti un nome: Aldo Moro) e magistrati, dei coraggiosi che si opponevano, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.                                                                                            Assassinio legato al petrolio anche quello di Pier Paolo Pasolini, di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita: stava portando avanti il romanzo-inchiesta “Petrolio”, dal quale vennero poi fatte scomparire parecchie pagine. Fu facile, date certe tendenze del Pasolini, depistare con altra motivazione il suo brutale assassinio, avvenuto nella zona dell’Idroscalo di Ostia tra l’1 e il 2 novembre del 1975.                                                                                    E Marco Delpino ricorda anche il mai chiarito incidente d’auto che a Roma, il 2 giugno 1981, portò a morte Rino Gaetano cui venne da varie strutture sanitarie negato l’ingresso che sarebbe potuto essere salvezza. Il cantautore calabrese, attraverso metafore presenti nelle sue canzoni, annunciava pericolose connivenze, anzi, per meglio dire, gli asservimenti.  Ahi serva Italia…                                                                                                                        Ma in “Petrolio assassino” il Delpino va molto più indietro nel tempo, torna all’assassinio di Giacomo Matteotti, a Vittorio Emanuele III e Mussolini, a personalità tedesche e inglesi, massoni tutti con vari progetti, in seguito anche di resa anticipata della Germania. E inserisce un personaggio che definisce “eclettico”, l’ex agente dell’OSS  (servizi segreti americani) Peter Tompkins, di cui ha letto, sin dalla stesura dell’interessante opera “Operazione Sunrise: l’ultimo miracolo” certe carte relative a eventi particolari del secondo conflitto mondiale. L’Autore torna al delitto Matteotti, lo motiva non solo per antifascismo, vi inserisce implicazioni anche della Massoneria che del Fascismo era stata finanziatrice, e in quella fa rientrare l’ “oro nero”, i suoi delittuosi effetti.                                                                                                                       Avvincono le pagine di “Petrolio assassino” di Marco Delpino, fanno meditare sulla natura degli esseri umani ondeggiante tra brama di dominio, ipocrisia e crudeltà, finiscono poi per combinarsi a danno di coloro che hanno sentire e agire diversi, a danno dei popoli ma anche degli stessi artefici, rientranti tutti in una esistenza che non può dare serenità. Ed è per questo che il mondo continua a procedere male anche nel nuovo secolo, tra zoppie e cadute fatte passare per altro.

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Antonietta Benagiano

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