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SERVIZIO CIVILE PER NON PERDERE UNA GENERAZIONE DI GIOVANI

Gli ultimi due anni hanno ulteriormente aumentato la marginalità sostanziale dei giovani nella capacità di pesare nelle scelte politiche e economiche, generando nuovi comportamenti; si sono accresciute alcune difficoltà e tardano impatti positivi del PNRR.

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“Questo ci dicono le varie ricerche nazionali e internazionali e questo si è riflesso anche nel Servizio Civile Universale.  Complice la dilatazione dei tempi del ricorso avvenuti durante il bando, alcuni alert già presenti in precedenza si sono accentuali. La generazione Z –  che rappresenta il nostro riferimento – sta cambiando i paradigmi con cui si mette in relazione con la società, e necessita di approcci diversi per non diventare una generazione esclusa.”

Con questa premessa, il presidente Licio Palazzini, ha introdotto i lavori dell’Assemblea di ASC aps tenutasi il 20 Luglio scorso, appuntamento che prosegue idealmente la discussione iniziata con l’assemblea di maggio.

 

A maggio abbiamo iniziato un percorso di riflessione sull’evoluzione dell’approccio dei giovani al servizio civile, partendo dai numeri dell’ultimo bando e dagli esiti dei colloqui, segnati da un numero di assenze più alto del recente passato. Ora, con i progetti avviati e gli operatori volontari in servizio, ci siamo confrontati sui trend sociali in atto, sulle risposte che arrivano dai giovani e le sfide che abbiamo di fronte come istituzioni e organizzazioni”.

Essere una associazione con circa 1000 organizzazioni aderenti, presenti sull’intero territorio nazionale, ci offre una lettura multiforme dell’Italia giovanile e riusciamo a vedere, come in un prisma, le tante diverse facce di quest’epoca”  ha proseguito Licio Palazzini.

 

Secondo l’usuale metodo di lavoro di ASC Aps, l’Assemblea è iniziata con due approfondimenti scientifici, fondamentali per avviare la discussione sul necessario adeguamento del servizio civile e sulle proposte che ASC aps può offrire.

 

Nel primo Elisa Simsig, responsabile di un monitoraggio che dal 2009 ha coinvolto quasi 20.000 giovani, e che rappresenta uno sguardo unico, ha proposto – attraverso le 2.000 risposte raccolte nel 2022 – le visioni dei giovani per un servizio civile per loro più sostenibile e motivante.

 

Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, è stato il protagonista del secondo focus. Grazie alle ricerche del docente, che coordina il “Rapporto giovani” dell’Istituto G. Toniolo, la principale indagine italiana sulle nuove generazioni, sono stati illustrati i dati raccolti. Di particolare interesse per un servizio civile che promuove il protagonismo dei giovani, quelli che dicono della caduta, fra il 2020 e il 2022 di tre indicatori delicati: l’idea positiva di sé passa dal 53,3% al 45,9%, la motivazione e l’entusiasmo nelle proprie azioni dal 67,5% al 57,4%, perseguire un obiettivo precipita dal 67% al 60%.

 

Questi dati ci dicono che siamo pienamente dentro il rischio di una generazione chiusa in sè stessa, stizzita verso le istituzioni, disincantata verso l’impegno civico e l’intraprendenza economica e sociale.

 

“I giovani vogliono impegnarsi, ma si sentono esclusi e non vedono provvedimenti strutturali. – afferma Palazzini – Cercano nuove strade e utilizzano nuovi linguaggi che noi – enti del terzo settore – dobbiamo saper intercettare e con i quali dialogare.
Come ASC aps stiamo dando avvio a una riflessione molto ampia, che oltrepassa il nostro perimetro d’azione, ma di cui sentiamo la responsabilità di metterla in agenda, perché il Servizio Civile Universale può essere la risorsa per tenere insieme risposte ai bisogni delle persone e evitare la perdita di un’altra generazione di giovani. Anche questo è difesa civile e non armata della patria.

Adesso che siamo in campagna elettorale, consegniamo ai partiti questa opportunità”

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