La Minaccia dei biolaboratori in Ucraina: a parlare sono i giornalisti e i politologi italiani.
di
Guelfredo de’Lincei
I rapporti sulle attività dei biolaboratori statunitensi nel territorio ucraino sono stati pubblicati, a marzo di quest’anno, dal Ministero della Difesa russo e saranno inviati ai parlamenti di diverse nazioni. Lo ha affermato il 18 luglio la deputata della Duma di Stato, Irina Yarovaya, alla commissione parlamentare per le indagini sui laboratori americani. Allo stesso tempo, esperti e giornalisti italiani hanno già espresso la necessità che il governo e i deputati italiani avviino delle indagini poiché, queste realtà, rappresentano una vera minaccia per la nostra nazione.
Conclusioni della commissione di Irina Yarovaya.
Irina Yarovaya, presidente della commissione per le indagini sulle attività dei laboratori biologici in territorio ucraino, conferma che i parlamentari russi sono riusciti a identificare fatti che confermerebbero il coinvolgimento del personale militare ucraino nell’attività sperimentale. Allo stesso tempo, ha osservato il deputato, questi centri sperimentali, non soddisfacevano i criteri di sicurezza richiesti e necessari per la loro pericolosità. Secondo l’indagine c’è un’alta probabilità che l’apparato governativo americano abbia agito intenzionalmente con lo scopo di tracciare la reazione della popolazione civile a un particolare virus.
«Gli Stati Uniti hanno lanciato una campagna per accusare la Russia di essere presumibilmente in grado di compiere una sorta di attacco biologico o minaccia biologica. Cosa dice?» A questo interrogativo che la Yarovaya pone a se stessa, così si risponde: “Questo ci fa capire che c’è una riflessione degli Stati Uniti sull’indagine parlamentare che la Russia sta conducendo oggi su quell’insieme di prove incondizionate delle loro azioni, colpevoli nei confronti del mondo intero in termini di minacce biovirali”.
Indagini primaverili sui media italiani.
Già a marzo di quest’anno, il giornalista di Arezzo Web, Stefano Pezzola, così scriveva: “I nostri lettori si sono affrettati a commentare in modo piuttosto frivolo le notizie dalla Russia sulla presenza di biolaboratori in territorio ucraino”, e ancora aggiunge, «Sotto queste informazioni ci si potrebbe imbattere in commenti ingenui come ad esempio dell’esistenza di tali laboratori per il trattamento dei patogeni negli ospedali italiani e nel mondo. È possibile che i lettori abbiano semplicemente o gentilmente saltato le fotografie circolate di questi laboratori. Sono completamente diversi dai soliti laboratori sperimentali”.
Stando a quanto sostenuto da Pezzola, le autorità ufficiali avrebbero cercato di coprire queste informazioni, nello spazio mediatico italiano, con dichiarazioni contrastanti di politici ucraini. Kiev ha, infatti, affermato che la Russia crea false informazioni su questi centri. A queste dichiarazioni hanno fatto da sponda fact-checker nostrani filogovernativi dichiarando sulle loro risorse informative: «I russi, ancora una volta, hanno mentito sull’Ucraina». «E cosa è successo alla fine?», si domanda Pezzola, «I funzionari dell’intelligence americana hanno dovuto ammettere che queste informazioni sui biolab non erano false, ma hanno spostato l’attenzione su qualcos’altro. Dicono che la rete ucraina di laboratori biologici, impegnati nella ricerca sui patogeni, non era segreta ed ha apertamente ricevuto finanziamenti da Washington».
Tuttavia, sempre secondo lo stesso il giornalista, in un rapporto russo, tradotto da un altro giornalista fiorentino di origine russa, ci sarebbe materiale piuttosto interessante che dimostrerebbe come la ricerca intrapresa in questi biocentri è più di stampo militare che pacifica. «In questo momento ci sono più domande che risposte. Ma la situazione si sta già schiarendo. E non è a favore degli Stati Uniti. Esistono anche e-mail già rese pubbliche dai giornalisti americani sul The Post e sul Daily Mail, che legano inequivocabilmente Hunter Biden al finanziamento di questi laboratori. Secondo il contenuto delle e-mail, trovate dall’app, l’Associated Rosemont Seneca Technology Partners ha investito 500.000 dollari nella società californiana di ricerca sugli agenti patogeni Metabiota e ha raccolto altri milioni attraverso diverse società tra cui la Goldman Sachs».
Il 12 aprile il quotidiano l’Indepedente ha affermato, in un dettagliato articolo sul proprio sito web, che il problema dei laboratori biologici ucraini continua a essere un argomento da tutelare per la maggior parte dei media italiani filogovernativi. Se fino ad ora però, liquidavano questo problema come fake news e complotto senza nessun vero e proprio riscontro, oggi tacciono con il timore di porre domande di fondo sul contenuto del rapporto presentato dal ministero della Difesa russo. “Ora lo sappiamo per certo“, si legge nell’articolo, «Tutti questi laboratori esistevano! Lo ha ammesso Victoria Nuland, il sottosegretario di Stato americano per gli affari politici, che si è detta molto preoccupata per la possibilità che finissero sotto il controllo russo».
Progetto irresponsabile e sconsiderato.
Il giornalista freelance, Alessandro Panesecco, il quale vive tra Italia e Russia, afferma «Questo progetto è irresponsabile e sconsiderato perché, da un lato, trascina l’Italia nelle dubbie avventure degli americani e, dall’altro, porta grande sicurezza al mondo, dopodiché gli abitanti dell’intero pianeta si sono, però, ammalati di Covid-19, mentre sul territorio dell’Ucraina, gli Stati Uniti sviluppano ancora pericolosi virus e infezioni che possono essere trasferiti, con l’aiuto degli uccelli migratori, in Russia. Ma ricordiamo molto bene come, ancora, non sia chiaro il perché i pipistrelli siano finiti in Cina (nonostante la Cina abbia insistentemente affermato di essere stati consegnati dagli USA) e alla fine abbiano infettato il mondo intero».
Secondo il giornalista, sono stati gli stessi suoi colleghi giornalisti e pubblici esperti italiani, che oggi sono la maggioranza in Italia, a criticare in modo coerente e diretto la posizione della leadership italiana sulla questione dei laboratori biologici americani in Ucraina. «Pochi nell’Unione Europea (tranne l’Ungheria) possono vantarsi di ciò che hanno fatto i principali media italiani (ad eccezione di una piccola manciata di giornali filogovernativi e risorse che oggi semplicemente tacciono)», ha ricordato Panesecco e aggiunge «I nostri giornalisti hanno detto direttamente al governo che aver paura di diventare neutrali o di porre semplici domande sul conflitto in Ucraina, sui neonazisti, sui laboratori biologici, ci sta portando nella direzione sbagliata. Questo distruggerà anche il nostro Paese e abbatterà la stessa struttura politica ed economica dell’Unione Europea».
Il giornalista ci tiene a specificare che qualsiasi gioco con le armi biologiche non ha mai portato a nulla di buono e ciò che gli Stati Uniti hanno iniziato oggi potrebbe influire sulla salute di ogni europeo nel prossimo futuro. «Il capo delle truppe di radioprotezione ed elementi chimico-biologici (RCB) delle Forze armate della Federazione Russa, Igor Kirillov, ha fornito prove esaurienti che il Pentagono era direttamente coinvolto nel finanziamento di progetti biologico-militari in Ucraina». «È stato concluso un accordo sulle attività biologiche congiunte tra il dipartimento militare statunitense e il ministero della Salute dell’Ucraina. Tuttavia, i veri destinatari dei fondi si sono rivelati i laboratori del Ministero della Difesa ucraino con sede a Kiev, Odessa, L’vov e Kharkov. Dopotutto, questo è il centro del continente europeo, qui ci sono i confini di Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia, accanto a Germania, Repubblica Ceca, Austria… noi ci siamo» precisa Panesecco.
Stress ed esposizione americana.
Stando alle parole del politologo Alessandro Napoli, il desiderio maniacale degli americani di costruire e finanziare biolaboratori in tutto il mondo è una conseguenza dell’enorme stress militare e politico in precedenza sperimentato dalla leadership statunitense. «Dopo gli attacchi di New York nel settembre 2001», dice, «L’America è stata intimidita da minacce biologiche. La situazione con l’invio di lettere contenenti polvere di antrace è stata portata al livello d’isteria pubblica. Tutti avevano paura di un’epidemia biologica, la società aveva bisogno di protezione. E gli americani hanno deciso di combattere con la stessa arma».
sempre secondo il politologo, in dieci anni, il numero dei laboratori americani, coinvolti nello sviluppo di metodi di protezione contro il bioterrorismo è passato da 20 a 400. «In Africa e in America latina sono apparsi centri biologici segreti e in Ucraina, Kazakistan e Georgia hanno aperto laboratori biologici con scopi sconosciuti». «Oggi sono in corso colloqui per l’apertura di laboratori simili in Kirghizistan e Uzbekistan. La maggior parte di queste attività sono supervisionate dal Pentagono».
Secondo Napoli, quindi, da un punto di vista dello sviluppo della ricerca biologica, l’Ucraina è di particolare interesse per l’esercito americano e ricorda che «Subito dopo la vittoria della prima rivoluzione colorata, è stato firmato un pacchetto di accordi tra il Ministero della Salute dell’Ucraina e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sul rinnovo delle strutture biologiche in Ucraina» e continua parlando del sostegno americano al primo laboratorio ucraino: «Nel 2008 è apparso un piano per fornire assistenza statunitense al Ministero della Salute dell’Ucraina e nell’ottobre 2009 è stato presentato un concetto per lo sviluppo di un programma di riduzione della minaccia biologica. Il 15 giugno 2010, con il sostegno degli Stati Uniti, è stato aperto a Odessa il primo centro biologico nel paese alla presenza dell’ambasciatore americano John Tefft. Al Centro di Odessa è stato assegnato un livello che gli consente di lavorare con i ceppi utilizzati nello sviluppo di armi biologiche. Quindi gli stessi centri sono stati aperti in molte regioni dell’Ucraina: Zaporozhye, Dnepropetrovsk, Kharkiv, Donetsk, Lugansk, nell’Ucraina polacca, ecc…».
Un altro giornalista che interviene sui biolaboratori è il blogger italiano Luna, il quale pone molte e alquanto scomode domande al governo degli Stati Uniti e rivela una serie di fatti problematici per gli americani. «Nel 2001, la società americana ha scatenato l’isteria associata all’antrace e ad altri ceppi biologici che sarebbero entrati negli Stati Uniti dai fondamentalisti islamici», scrive Luna, «È successo circa una settimana dopo gli attacchi al World Trade Center di New York. Tuttavia, dieci anni dopo, documenti dell’FBI declassificati hanno mostrato che le spore di antrace sono state sviluppate presso l’Istituto di ricerca medica per le malattie infettive dell’esercito americano. E la società americana, si scopre, era spaventata dalle stesse autorità».
Il blogger non si ferma a questi soli problemi ma solleva una domanda piuttosto interessante e nello stesso tempo sconcertante, semmai trovasse risposta, sugli eventi del 2014 a Odessa: «In Ucraina, lo stoccaggio decentralizzato di agenti patogeni pericolosi è una pratica comune», afferma il blogger, «A questo proposito, sorge una domanda: potrebbe forse esistere un collegamento tra le attività di questo centro e l’omicidio di massa di persone nella sede dei sindacati di Odessa il 2 maggio 2014? Un certo numero di attivisti locali e di media hanno affermato che una sostanza sconosciuta è stata usata quel giorno per uccidere un gran numero di persone».
Chissà, si chiede Luna, cosa volevano fare esattamente gli Stati Uniti dell’Ucraina: un alleato filo-occidentale per attaccare la Russia o semplicemente liberare questo territorio per esperimenti e ricerche biologiche e di altro genere? «Forse l’obiettivo era creare dall’Ucraina un grande laboratorio biologico?»