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‘AGRISOCIALE SAN CONO’ È IL PROGETTO PILOTA DI “AGRICOLTURA SOCIALE INNOVATIVA” PRESENTATO IN UN CONVEGNO SVOLTOSI PRESSO L’AULA CONSILIARE DEL COMUNE DI SAN CONO

 

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AGRISOCIALE SAN CONO”, si chiama così il progetto pilota di ‘agricoltura sociale innovativa’ che, mediante l’avvio di nuove imprenditorialità, si pone come strumento di accoglienza e inclusione socio-lavorativa di soggetti provenienti da Paesi terzi per il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura. L’attività è finanziata dalla Regione Siciliana, Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Ufficio Speciale Immigrazione nell’ambito del progetto P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020.  

Ad aprire i lavori del convegno di presentazione del progetto che si è tenuto nell’aula consiliare del Comune di San Cono, lunedì 25 luglio, e ringraziare per la disponibilità e l’accoglienza l’amministrazione municipale di San Cono, tra cui il sindaco Salvatore Barbera, è stato Paolo Ragusa (Coordinatore del Consorzio Umana Solidarietà). L’assessore comunale all’Agricoltura, Alberto Spitale, è intervenuto offrendo anche il suo contributo in qualità di Esperto Animatore Reti Sociali del progetto “Agrisociale San Cono” soffermandosi sul “Ruolo e funzioni del Comitato Consultivo di progetto”. Luisa Amato (Coordinatrice del progetto “Agrisociale San Cono”) ha avuto, invece, il compito di occuparsi della “Presentazione generale”, seguita da Faust Fiorini (Progettista sociale) che si è occupato di illustrare i “G.A.S. – una sfida per il territorio”. E dopo aver ascoltato l’agronomo Claudio Petta del GAL KALAT (in rappresentanza del presidente Giovanni Maurizio Ialuna) il quale ha chiarito quegli aspetti che riguardano “La sinergia del progetto con le misure del PSR Sicilia 2014 – 2020” si è passati alle conclusioni affidate a Michela Bongiorno (Dirigente dell’Ufficio Speciale Immigrazione della Regione Siciliana) che da remoto ha espresso tutta la propria “soddisfazione per questo progetto di agricoltura sociale” (a cui collaborano Consorzio Umana solidarietà (Capofila), EFAL Trapani, Nemesi – AGES, Centro Studi C.E.S.T.A., Terra e Sole s.c.s., Comune di San Cono) le cui attività previste sono sostenute nell’ambito delle azioni di  rafforzamento del progetto “P.I.U. – SUPREME Percorsi Individualizzati di Uscita dallo sfruttamento a supporto ed integrazione” finanziato dal PON INCLUSIONE FSE 2014-2020. Non a caso l’obietto di AGRISOCIALE SAN CONO è quello di individuare 20 destinatari, cittadini di Paesi Terzi, da sottrarre a circuiti di sfruttamento in agricoltura attraverso la loro inclusione nelle attività previste da specifici percorsi di orientamento e formazione laboratoriale, ma anche di realizzazione di progetti pilota di agricoltura sociale innovativa finalizzati allo sviluppo di percorsi di auto imprenditorialità, cui connettere interventi concreti a supporto dell’autonomia abitativa (mediante esperienze di co-housing o contributo abitativo) e di inclusione socio-lavorativa. E fra i 20 partecipanti saranno selezionati gli 8 che potranno beneficiare delle successive azioni di Progetto, a cui garantire il percorso di formazione specifica ed intensiva per l’avvio di nuove imprenditorialità.

Paolo Ragusa (Coordinatore del Consorzio Umana Solidarietà) ha specificato che “Il progetto Agrisociale San Cono ha come esito quello della produzione agricola e non solo. Produrremo beni materiali e beni immateriali. Produrremo anche noi il ficodindia di San Cono, prodotto agricolo di eccellenza, ma produrremo anche relazioni umane. Saranno ‘beni’ di questo progetto la solidarietà e l’integrazione, la cultura e la legalità. Non coltiveremo soltanto i campi , ma coltiviamo le relazioni umane. Il nostro obiettivo è quello di fare crescere l’economia e la socialità in questo territorio. Nascerà quindi un’impresa agricola multietnica, proprio qui in agro di san Cono, che va a godere di una rete di solidarietà e di sostegno. Ad esempio stiamo lavorando nella creazione del GAS (Gruppo Acquisto Solidale) una rete di sostegno che vuole appunto garantire la sostenibilità economica dell’iniziativa, non come progetto assistenziale ma come progetto di sviluppo per le persone e per il territorio”.

“Agli stessi destinatari – ha sottolineato Luisa Amato (Coordinatrice del progetto “Agrisociale San Cono”) – verrà garantito un percorso di co-housing o contributo abitativo ed esperienze dirette nell’ambito della realizzazione dei progetti pilota di agricoltura sociale innovativa. All’esito delle attività di formazione specifica i destinatari, in forma singola o associandosi tra loro, dovranno presentare le proprie idee progettuali. Le migliori idee saranno premiate mediante erogazione di un contributo per l’avvio dell’impresa. I destinatari selezionati verranno concretamente impegnati nelle attività pilota di agricoltura sociale innovativa nelle aree rurali che potranno essere sostenute, ove necessario, mediante l’acquisto e/o noleggi di attrezzature e beni necessari per l’avvio delle attività su cui si basano i progetti. Tali progetti, infatti, dovranno inoltre prevedere la realizzazione di attività di promozione dell’integrazione culturale, sociale, occupazionale ed abitativa di questi Cittadini di Paesi Terzi vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura. Obiettivo complessivo della azione è ridurre la vulnerabilità ed incrementare le opportunità di inserimento lavorativo regolare dei destinatari, attraverso attività di orientamento e formazione all’imprenditorialità, con particolare riferimento alle esperienze di agricoltura sociale innovativa. Il percorso di orientamento e formazione di base mira a far sì che i destinatari  acquisiscano piena coscienza delle opportunità e delle difficoltà connesse al settore agricolo (ed in particolare della agricoltura sociale e delle attività connesse alla agricoltura) e possano quindi scegliere più consapevolmente il percorso di creazione d’impresa.

“Le attività – ha detto Alberto Spitale (Esperto Animatore Reti Sociali del  progetto ‘Agrisociale San Cono’) – saranno realizzati nei locali del “Centro Polifunzionale” del partner Comune di San Cono, già accreditati quali sede locale per lo svolgimento di attività di formazione professionale. In questo ambito, saranno avviati azioni pilota di agricoltura sociale innovativa coinvolgendo i destinatari in attività concrete sul campo da affiancare alla formazione prevista nell’ambito dei laboratori, al fine di promuovere la costruzione e l’avvio di percorsi individualizzati per i destinatari selezionati nella progettualità; verrà data eventuale continuità all’interno del medesimo complesso immobiliare, ad esempio nell’ambito del co-housing, ad altri interventi di contrasto al grave sfruttamento lavorativo promossi dalla Regione Siciliana in favore degli immigrati e dei cittadini stranieri; saranno erogati servizi di accompagnamento all’avvio di impresa; sarà offerta assistenza e supporto ai destinatari al momento dell’erogazione dei contributi per la fase di avvio delle nuove attività imprenditoriali”. “Oltre alle attività teoriche in aula e pratica (con redazione in gruppo di business plan) – ha spiegato Faust Fiorini (Progettista sociale) – si avvierà quindi l’attività di orientamento, realizzata mediante la osservazione attiva e consapevole, guidata da esperti orientatori, ed effettuata su imprese agricole locali. L’osservazione è incentrata in particolare sul tema delle scelte colturali e delle strategie di vendita. I destinatari hanno già probabilmente maturato esperienza di lavoro in agricoltura e dispongono di conoscenze di base; tuttavia, è necessario che imparino ad osservare la campagna come azienda, organizzata nei suoi fattori produttivi, secondo criteri ben determinati. Si osserveranno quindi i criteri di scelta colturali, le principali strategie produttive (combinazione ed avvicendamento nello spazio e nel tempo delle diverse colture, ognuna con i propri itinerari tecnico-produttivi). La fase alterna quindi uscite didattiche con attività d’aula; particolare attenzione sarà dedicate allo studio ed alla scoperta delle cosiddette “attività connesse”; saranno così fatte conoscere le “fattorie didattiche”; l’agri-campeggio e agriturismo; gli “orti sociali” e le possibilità connesse all’ingresso nel circuito dei GAS (Gruppi di acquisto solidale). Insomma, sarà indicato come costruire una idea di impresa; comprendere il mercato; analizzare la concorrenza; approfondimenti di agricoltura e agricoltura sociale; le attività agricole connesse; marketing e reti; gli strumenti di supporto. Il percorso formativo vuole offrire ai destinatari le informazioni di base ed i fondamenti teorici rispetto alla gestione di una impresa agricola, in particolare nell’ambito della “agricoltura sociale”. Tant’è che il corso è finalizzato a consentire ai partecipanti di comprendere i passaggi, i termini, i concetti posti alla base della costruzione di un progetto imprenditoriale di agricoltura sociale. Verrà dedicata attenzione alla analisi della concorrenza, ma introducendo elementi più vicini all’ottica della “agricoltura sociale”, con illustrazione quindi delle modalità e della opportunità di instaurare rapporti collaborativi con le imprese e gli attori del territorio. Si presenterà per grandi linee come definire un piano di marketing, utilizzando le leve del “marketing mix” – prodotto, prezzo, distribuzione e promozione Ci si soffermerà poi sulla definizione del piano degli investimenti”. L’agronomo Claudio Petta del GAL KALAT:  “Siamo contenti come Gal Kalat di questa iniziativa che parte da San Cono e che sosterremo nella creazione di quelle imprese che nasceranno  grazie a questo progetto che è già partito col piede giusto”. “Come sindaco di San Cono  – fa sapere Salvatore Barbera – collaboreremo con il progetto, affinchè questi ragazzi abbiano una giusta equità lavorativa. Avranno la possibilità di imparare un mestiere in modo tale che loro stessi possano produrre e coltivare il nostro rinomato prodotto. E considerato che in passato ci siamo già adoperati di inserire ragazzi migranti in aziende che esistono nel nostro territorio, oggi devo proprio dire che per me è motivo di orgoglio ospitare questo progetto, perché esso porta avanti non solo l’integrazione di questi giovani, ma gli offre nel contempo l’opportunità di inserimento nella nostra comunità, dove auspichiamo e siamo certi avranno anche un risvolto anche economico”.

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