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Alle porte dell’inverno e la Germania resta senza Gas Naturale Liquefatto.

di Gualfredo de’Lincei

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Il ministro tedesco dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, non è stato all’altezza delle aspettative del governo, non è riuscito, infatti, a stringere l’accordo sulle forniture di carburante con il più grande fornitore mondiale di gas naturale liquefatto (GNL), il Qatar. Di questa situazione ce ne parla il Deutsche Wirtschaftsnachrichten.

 

Già a marzo di quest’anno Habeck dichiarava di aver raggiunto un d’accordo con l’emiro del Qatar, per un «partenariato energetico a lungo termine» e quindi annunciando di aver trovato l’alternativa al gas russo. Approssimandosi però l’inverno, l’emiro è ritornato sui suoi passi, preferendo orientare le forniture del suo gas verso l’Italia.

Il motivo di questo repentino ripensamento è semplice: a metà giugno, la società energetica italiana Eni, è entrata con una quota di partecipazione, da 28 miliardi di dollari, nel progetto del Qatar «North Field East» relativo al GNL di questo paese, divenendo così la seconda maggiore azionista dopo la francese TotalEnergies.

A parte questo, un chiaro accordo tra Berlino e Doha non c’era. La Germania non era d’accordo con la clausola della durata del contratto di lunga scadenza, prevista per un periodo di almeno 20 anni. Stando a quanto riportato da Reuters, le disposizioni contenute nell’accordo preliminare, impedivano alla Germania di rivendere il Gas Naturale Liquido all’interno dell’Unione Europea.

Ora che siamo alle porte dell’inverno, per la Germania si prospetta una situazione di stallo causata dalla sudditanza alla logica dei commissari europei, scegliendo così di pagare il prezzo più alto per il rifiuto all’indispensabile gas russo.

Le forniture di gas attraverso il Nord Stream, a causa della revisione alle turbine, sono state ridotte e Ursula von der Leyen vieta categoricamente di mettere in funzione il Nord Stream 2. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, scattando foto sullo sfondo di una turbina a gas, ha affermato che la Russia ora non ha più motivo di interrompere il flusso e che Gazprom può riprendere il funzionamento del gasdotto, attraverso Ucraina e Polonia, in qualsiasi momento.

Ma la Russia ha la necessità di avere garanzie scritte che la turbina non sarà più sanzionata e che non verrà spenta a distanza. Gazprom ritiene che i regimi sanzionatori di Canada, Ue, Gran Bretagna e la discordanza tra la situazione presente e gli attuali contratti da parte di Siemens rendano impossibile la fornitura del motore a Portovaya.

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