CAPPATO: “IN TRE GIORNI RACCOLTE FIRME PER PRESENZA AL SENATO SU 2/3 DELLA POPOLAZIONE”.
Il leader di Referendum e Democrazia “Per la legalità delle elezioni pronti a fare ricorso contro la ‘Casta degli esonerati’ e per il riconoscimento della firma digitale”
La Lista Referendum e democrazia in soli tre giorni ha raccolto le firme per tutti i collegi uninominali e plurinominali di Camera e Senato, compresa la circoscrizione Europa. In assenza di una piattaforma pubblica gratuita chi ha firmato ha dovuto pagare il costo vivo di 1,50 euro a sottoscrizione. Totale firme raccolte: 27512
Circoscrizioni nelle quali la raccolta firme è stata completata:
- Camera
Europa e Lombardia 1
- Senato
Europa e Emilia Romagna 1,2; Lazio 1,2; Lombardia 1,2,3; Piemonte 1,2; Toscana, Veneto 1,2.
Dichiarazione di Marco Cappato “Grazie al tempo e la collaborazione di decine di persone in tre giorni abbiamo raccolto decine di migliaia di firme digitali. Adesso, grazie al coordinamento dell’avvocato Rocco Berardo siamo pronti a ricorrere contro il carattere discriminatorio delle esenzioni per la raccolta firme e contro l’eventuale mancata accettazione delle sottoscrizioni digitali che consegneremo oggi nelle Corti d’Appello”.
“Il sistema delle esenzioni attribuisce un privilegio a chi già dispone di risorse pubbliche, di strutture e personale mentre impedisce a chi deve raccogliere le firme di entrare in coalizione con la Casta dei partiti esentati – prosegue Cappato -. Come confermato in queste ore questi possono continuare a modificare a piacimento le liste fino all’ultimo minuto per rimediare a “errori” o espellere questo o quella. Per settimane ci siamo appellati al Governo perché sanasse questo grave vulnus relativo alla firma digitale, se le sottoscrizioni (che sono valide per qualsiasi altro rapporto tra cittadini e Pubblica amministrazione) non dovessero essere ammesse si proseguirebbe nella violazione degli obblighi internazionali dell’Italia già stigmatizzati dall’Onu. Se la Lista Referendum e democrazia fosse esclusa dalle elezioni presenteremo ricorsi interni fino alla Corte costituzionale e, se necessario, alle giurisdizioni internazionali”.