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PARLIAMO DI MUSICA E DI STRUMENTI MUSICALI, NELLO SPECIFICO DELLA FISARMONICA, CON UN PO’ DI RIVERBERO… SOCIOLOGICO

di Arnaldo De Porti

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Oggi si parla poco di questo strumento completo che – ahimè – si porta  ancora appresso l’errata convinzione, soprattutto da parte delle persone che si ritengono “in” secondo cui la fisarmonica rispecchierebbe una cultura contadina, popolare, paesana,  di scarso valore artistico rispetto alla “noblesse” dei violini, del pianoforte e di altri strumenti ecc., che suonano  al Teatro La Scala, al Metropolitan di New York ed in tanti altri contesti musicali.  Niente di più sbagliato.  La fisarmonica infatti costituisce a tutti gli effetti uno strumento completo,  musicalmente armonioso, da non essere secondo a tutti gli altri, tanto da essersi guadagnato a pieno titolo un posto nei più importanti conservatori del mondo. E proprio di questo strumento voglio parlare.

Che cos’è la fisarmonica ? E’ uno strumento a mantice che, da una parte, quella destra, esprime la melodia, dall’altra, quella sinistra, accompagna invece detta melodia secondo un ritmo che si vuol dare ad essa.

Proprio per questa sua completezza, essa, da sola,  a volte può sostituire una grande orchestra fatta da molti elementi, grazie anche alle moderne tecnologie che le consentono di suonare ogni tipo di musica: dalla classica a quella da ballo o da esibire in qualche virtuosismo personale che, molto spesso, grazie alle performance di certi validi musicisti, lascia esterrefatto l’ascoltatore non solo per la bravura di chi la suona, ma anche per le straordinarie risorse che offre detto strumento.

A proposito di risorse, qualche tempo fa, ho addirittura suggerito a qualche esponente del clero bellunese e veneziano di utilizzare, in mancanza dell’organo, la fisarmonica per accompagnare le funzioni della sacra liturgia, realtà che si è anche materializzata qualche volta in quanto, cambiando un registro,  detto strumento produce voci compatibili con quelle dell’organo: non vedo invece affatto compatibili le chitarre in Chiesa che, per quanto gradevoli in tanti altri contesti, richiamano altre collocazioni ed obiettivi: va ricordato che esse sono state accettate in Chiesa solo allo scopo di invogliare maggiormente i giovani a frequentare la Messa, oltre che per la carenza di organisti. Giovani che, in questi anni, sembrano appunto più versatili verso le chitarre… tanto da costringere la Chiesa a fare di necessità virtù…non sottacendo che, la mia età non certamente giovane e non disgiunta da quella di molti prelati anziani da me sentiti,  potrebbe avere un  qualche impatto  rispetto a questo nuovo modo di accompagnare la liturgia…da sempre caratterizzata dallo strumento ecclesiale principe, ossia l’organo.

Questo  “preludio”, visto che stiamo scrivendo di musica, mi offre lo spunto per un’osservazione il cui contenuto sta irrimediabilmente facendo metabolizzare in negativo un moderno, a mio avviso adulterato, modo di fare musica che non sia quella dei grandi teatri, anche se ci sarebbe da spendere una qualche parola in negativo anche per questi. Infatti oggi, come mi piace dire spesso da modesto musicista, se manca….l’ENEL finisce anche la musica. Cosa voglio dire con questo ? Voglio dire che oggi gran parte degli effetti sonori sono determinati da accorgimenti elettrici costituiti da…catodi ed anodi, realtà questa che incrina la genuinità del suono strumentale facendo apparire bravo chi non lo è, e ciò al punto da oscurare la professionalità di bravissimi musicisti emergenti che, riferendomi alla fisarmonica,  invece sanno utilizzare in toto le mani, sia al canto che ai bassi, senza avvalersi di un contorno fatto di artifizi ad effetto di cui solo gli addetti ai lavori possono capire la differenza: sarebbe sufficiente osservare cosa succede al…Festival di San Remo ove la musica è diventata una Cenerentola in quanto viene privilegiato il business che viene attivato da ben altro rispetto al concetto  di “Festival della Canzone”, ove chi canta spesso fa “musica” patetica….e mi fermo qui.   Del resto, purtroppo, dobbiamo tutti prendere atto che la musica vera ha perso da molti anni il suo smalto  educativo per degenerare in mostruosità sceniche: spesso dico, con riferimento soprattutto alla musica classica, l’altra non si chiama più con questo nome,  che dopo Strawinsky nessuno più ha composto qualcosa di pregnante, aspetto questo che sta allontanando le nuove generazioni dalla musica vera, confondendola tout court con quella prodotta da certe manifestazioni di piazza  costituite da migliaia e migliaia di ragazzi, realtà queste  che spesso sono sfociate e sfociano in disastri di ogni genere, anche con droga ed alcol, e ciò a danno di detti ragazzi e della stessa “musica”…  che cito fra parentesi in quanto ha cambiato nome.

E che dire della musica che viene presentata nei grandi teatri, specie alla Scala di Milano, ove le prime, ma anche le…ultime, sembrano fungere da meri pretesti per incontri interessati, anche politicamente, per fare sfoggio di eleganze varie, ma anche per qualche contrasto sociale, ove la musica costituisce solo un optional per perseguire purtroppo motivi diversi rispetto all’ascolto ?

Trattare l’argomento, in chiave sociologica, sarebbe lungo e complesso oltre che, nel caso di specie,  essere fuori sede, tuttavia mi piacerebbe che la pubblica opinione, se vuoi anche attraverso lo spunto iniziale della fisarmonica, venisse maggiormente interessata alla cultura musicale che, a mio avviso, ha la facoltà di rinnovarci “dentro” attivando, oserei dire, un processo biochimico positivo delle nostre stesse cellule: non per niente, certe patologie vengono curate attraverso il suono di determinati strumenti musicali.  La musica infatti serve inoltre anche ad affinare la sensibilità sociale per farci diventare più buoni attraverso un linguaggio semplice ed invasivo che, come una sorta di esperanto, alias linguaggio uniforme mondiale, dovrebbe far capire e  spazzare via detriti patologici cerebrali di chi, al posto dell’armonia sociale rappresentata dalla musica vera, predilige invece il suono cacofonico e distruttivo dei missili.

Dato che Il contenuto di questa chiacchierata ha interessato più volte lo strumento della fisarmonica, vorrei ricordare un amico, deceduto solo qualche anno fa prima della pandemia,  la cui bravura  e sensibilità strumentale erano distanti anni luce dalle mie modeste risorse di fisarmonicista: Fabio Rossato, già campione del mondo della fisarmonica, col quale, durante una conversazione avuta  durante un incontro concertistico presso la Scuola di Musica del Maestro Massimo Devo, a Camponogara (VE), titolare di un vero e proprio sacrario della fisarmonica, abbiamo condiviso un sorta di postulato: la Musica è un deterrente dalla guerra per cui sarebbe necessario testare, si fa per dire,  da parte dell’Unione Mondiale della Sanità, gli ingredienti che vanno dal  “do al si”  della scala musicale, note musicali armoniose da iniettarle con forza sui cervelli dei molti pazzi che si sono appropriati il diritto di voler governare il pianeta. E ciò, con i risultati che vediamo, sia in Italia che altrove, atteso che, rebus sic stantibus,  il futuro musicale non sembra presagire nulla di meglio soprattutto per le nuove generazioni che, lo dico ad alta voce,  devono giocoforza mirare con determinazione verso una necessaria normo-fisiologia sociale, non disdegnando, se necessario, di guardare anche indietro…per andare avanti.

 

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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