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UNA PROVOCAZIONE NON SOLO SUL PALIO DI FELTRE.

 PERCHE’ NON RIPRISTINARE IL CALESSE NELL’INTERESSE FISIOLOGICO DEL CAVALLO E DELL’UOMO ?

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Si sono concluse da pochi giorni le manifestazioni relative alla “classica” del Palio di Feltre che, a mio parere, al di là degli aspetti storici, dei costumi dell’epoca, delle gare fra quartieri della città, degli incontri anche conviviali nelle piazze, dei tamburi “omnipresenti”, dapprima per la preparazione durata settimane e settimane e poi per le performance ufficiali invero molto suggestive, hanno vivacizzato il clima di Feltre che, come è successo per tutte le altre città, ne ha risentito delle conseguenze della pandemia e dei problemi ad essa connessi.

Va detto che, senza denigrare quest’ultimo aspetto,  che la voglia di ripristinare il senso della storia passata e la voglia di riviviscenza sociale post-pandemia,  il palio di Feltre anche quest’anno non ha presentato particolari problemi dal punto di vista di gradimento, tuttavia, non posso esimermi dal dire che l’ansia della corsa dei cavalli ha richiamato vari episodi precedenti che vanno ben oltre la tolleranza civile e che, nell’era in cui stiamo vivendo,  ritengo avulsi da ogni buon senso, anche etico, rispetto  all’era  storica che stiamo vivendo e  sta appalesandosi.   Su ciò, anche gran parte del Clero è d’accordo su questo, tanto da essere stato indotto a scrivere dei libri (Mons. Ermenegildo Fusaro di Venezia, figura di altissimo spessore culturale,  purtroppo deceduto anni fa, docet !).

Proprio per questo, al di là della stupenda coreografia di tutto il resto, vorrei soffermarmi sulla corsa dei cavalli, per la quale  sarei tentato di dire – come peraltro ho scritto già parecchie volte  senza essere un animalista – che le manifestazioni della specie sono tutte da bandire in quanto, oltre a massacrare i cavalli, spesso anche drogandoli perché rendano, esse oggi costituiscono solo e soltanto un pretesto per il business riconducibile al richiamo della gente che, assistendo a questi spettacoli, contribuisce a lasciar giù denaro presso le casse delle  varie amministrazioni comunali che, oltretutto se ne fregano dei potenziali pericoli che ne possono derivare, mentre – cosa avvilente – si preoccupano  di prevenire ed evitare  (si fa per dire) costi sociali nel caso di potenziali ed inesistenti incidenti di macchina se  si supera di 10 km/ora la velocità. Qui, i costi sociali non vengono contemplati…

Il discorso sarebbe lungo e per nulla complesso e, purtroppo,  sarà destinato a durare fino a quando succederà un macello: immaginiamoci  se un cavallo in piena corsa supera lo steccato e va ad impattare contro 50/100 persone… o peggio, se i cavalli “inciampano” fra loro  e quindi scivolano fra il pubblico presente a mo’ di valanga… stante il fatto che anche le recinzioni contano relativamente, e per la sicurezza del pubblico  e quella dei cavalli,  oltre per quella degli stessi fantini… che spesso si feriscono molto seriamente, anche a morte correlata successiva.

Stesso discorso andrebbe fatto anche per le corride che, molto spesso, dissanguano tori e toreri attraverso spade infilzanti: si calcola infatti che in un solo anno vengano uccisi ben 35.000 tori e che molto spesso, sia pur in misura molto e molto  minore,  facciano la stessa fine anche i toreri. E’ civiltà questa o che altro ?!

Mi auguro che queste manifestazioni incivili vengano definitivamente ascritte alla storia e che, lo dico con il ricordo piacevole di altri tempi se vuoi anche in maniera provocatoria,  il cavallo torni a trainare il calesse, facendo fare “brutte figure” alle… Ferrari: non si tratta infatti di dare dei calci al progresso, ma di rendere bella la vita attraverso il ripristino di parametri vicini alla fisiologia umana ed anche…equina, realtà di cui oggi se ne sente davvero il bisogno.

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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