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IL PUNTO   n. 876 del  31 agosto  2022

di MARCO ZACCHERA 

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ATTENZIONE:

Dal prossimo numero –  previsto in uscita per venerdì 9 settembre – IL PUNTO, dopo il periodo estivo, tornerà con la consueta cadenza settimanale. Grazie dell’amicizia e della pazienza! – Marco

 

 

ELEZIONI: ISTRUZIONI PER L’USO

Credo che i miei lettori siano tutti sufficientemente liberi, intelligenti e vaccinati per votare il 25 settembre come meglio crederanno, senza che sia io (od altri) a doverglielo suggerire.

Quello che può essere utile è semmai spiegare non solo questa forma di “democrazia limitata” che ci viene imposta (dopo il “tatarellum, il “porcellum”, il mattarellum” è arrivato il “rosatellum” ) e più sotto spiego il perché del mio disappunto per le scelte sul sistema di voto.

Io sono di Destra, personalmente voterò quindi centro-destra e – limitandomi alla mia zona, perché è ovvio che i lettori di altre parti d’Italia o residenti all’estero troveranno altri nomi – devo dire che a, dispetto del sistema elettorale, nel Piemonte Orientale siamo comunque “caduti in piedi” perché i candidati di centro-destra sono validi.

Alla Camera il candidato unico del centro-destra nel collegio di Novara e Verbania-VCO è ALBERTO GUSMEROLI, della Lega, già sindaco di Arona, collega commercialista e deputato uscente che ha lavorato bene, con impegno e buona volontà, soprattutto nel settore economico e fiscale. Lo conosco personalmente da sempre, si è dato da fare per il territorio e lo considero una brava persona. Per votarlo si deve scegliere uno dei partiti che lo sostengono e così si darà una mano sia a lui che alla lista del partito prescelto. Da questa scelta ne deriveranno automaticamente altre. Per esempio votando il simbolo della Lega (a seguito delle varie opzioni che spiego nell’articolo seguente) in concreto si darà spazio ad ENRICO MONTANI, parlamentare uscente, mio ex assessore in giunta a Verbania e volto noto nella zona, votando Forza Italia si aiuterà l’avv. MIRELLA CRISTINA di Verbania, anche lei deputata uscente.

Votando Fratelli d’Italia si aiuterà il partito di Giorgia Meloni, ma non ci sono candidati locali.

Al Senato il candidato del Collegio (province di VCO-NO-BI-VC) è invece GAETANO NASTRI di Fratelli d’Italia. Gaetano lo conosco bene, è stato anche per diversi anni deputato con me alla Camera, è un apprezzato politico novarese e anche lui si è dato molto da fare. A seconda del partito scelto a suo sostegno, si daranno spazio ai vari candidati, ma nella nostra zona mi risulta solo una candidata locale, la geom. GIOVANNA PELLANDA, ossolana, per Fratelli d’Italia.

Dal canto suo il PD ha invece “blindato” l’on.le Enrico Borghi spostandolo dalla Camera al Senato dove non avrà problemi di elezione essendo capolista, ma – faccio notare – Borghi si è ben guardato dal candidarsi nel collegio del suo (nostro) territorio, credo a scanso di una sconfitta e brutte figure.

Se ho dimenticato qualcuno mi scuso in anticipo, ma ne riparleremo comunque nelle prossime settimane, intanto cerchiamo di capire meglio i notevoli limiti del “rosatellum”…

 

LA DEMOCRAZIA LIMITATA

Il cosiddetto  “rosatellum” (da Rosati, deputato renziano, propugnatore della legge) è una norma lunga, contorta e complicata: 26 pagine, 13.013 parole, 35 articoli e un mare di note allegate per arrivare alla conclusione che le possibilità di scelta dei cittadini sono minime, limitandosi solo a scegliere un simbolo elettorale e stop.

Pochi lo sanno, ma essendo tutti i nomi dei candidati già prestabiliti dai partiti è già possibile sapere in anticipo il nome e cognome di oltre il 90% degli eletti a Camera e Senato.

Quel 10% in bilico è solo legato al gioco dei resti che possono più o meno variare tra questo o quel partito e una o l’altra circoscrizione, ma – pur considerando logiche discordanze del voto “vero” rispetto ai sondaggi – tutti i posti (anche quelli di riserva) sono già comunque più o meno “blindati” e quelli in bilico assegnati a pluri-candidati proprio perché non ci siano margini di errore.

Non solo, un po’ tutti hanno candidato le stesse persone in più collegi circoscrizionali (fino a 5) garantendosi quindi anche per gli eventuali subentri in caso di doppia elezione, con il ripescaggio preannunciato del successivo candidato in lista, spesso “blindato” fino alla terza o quarta posizione ad evitare sorprese.

Tutti i leader saranno eletti in diverse regioni (Conte, per esempio, è capolista in 4) e così potranno a loro volta decidere (ma dopo il voto) per quale collegio optare recuperando non solo il secondo ma spesso addirittura il terzo candidato. Questo perché una donna (questo avviene di solito, per la Meloni varrà il contrario) sarà posizionata seconda ma, opportunamente indicata anche lei in altre circoscrizioni e potendo eventualmente essere eletta in una soltanto, si auto-eliminerà da tutte le altre dove dovesse mai subentrare al proprio leader, superando così anche la questione del genere.

Trucchetti del sistema, come l’annunciata sfida Calenda-Bonino a Roma che finirà probabilmente 0 a 0, ma con entrambi i contendenti che saranno comunque eletti da un’altra parte nel proporzionale, provare per credere.

C’è di più. Le circoscrizioni elettorali prevedono (salvo che per le micro-regioni come Molise e Valle d’Aosta che di candidati ne hanno uno solo e quindi c’è già poco da scegliere) dai 4 agli 8 seggi da assegnare e quindi – soprattutto in quelle piccole – si sa già, nella pratica, quali partiti conquisteranno i seggi. Solo i partiti molto piccoli, quelli che sfioreranno appena il 3% su base nazionale e quindi eleggeranno soltanto un pugno di candidati e tutti con i “resti” possono dubitare oggi dove “usciranno” i loro eletti, ma – per non sbagliare – i leader si sono appunto candidati in più regioni e la matematica spiega che quei pochi seggi saranno più facili da conquistare nelle circoscrizioni più grandi dove, a parità percentuale di voti, il “resto” diventa automaticamente più elevato e quindi più sicuro. Difficile da spiegare per iscritto tutto il meccanismo di calcolo, ma fidatevi che è proprio così.

E’ evidente che c’era quindi già in partenza la volontà del legislatore di permettere un controllo totale degli apparati e dei leader su chi sarà eletto, ma “fatta la legge trovato l’inganno” i partiti ne hanno approfittato ancora di più.

Si poteva impedire tutto questo (bastava permettere di candidarsi in un solo collegio o circoscrizione), ma evidentemente ciò non si voleva avvenisse.

Per questo un eventuale candidato di valore sarà eletto non in base alle proprie capacità ed esperienza o per i suoi titoli, ma solo e soltanto grazie alla sua posizione di lista (salvo che nella circoscrizione estero, dove invece contano le preferenze personali) e questo spiega anche la drammatica caduta della qualità degli eletti e la loro totale dipendenza dai vertici. In pratica ci siamo ridotti ad una specie di una “democrazia limitata”, ma questo non lo ammette nessuno…

 

IMPOTENZA E SILENZI

Tutti sappiamo che il prezzo del gas NON dipende dalla quantità disponibile ma dalla speculazione al rialzo sui prezzi, tollerata (comincio a pensare “favorita”) dalle autorità europee, mentre le tassazioni sugli “extraprofitti” non vengono di fatto applicate. Tutti sappiamo che NON è vero che il prezzo dipende solo dai minori rifornimenti russi che ne sono la “scusa”, così come tutti sappiamo che il prezzo del greggio sul mercato mondiale è ormai più basso di quanto fosse all’inizio della guerra in ucraina.

Eppure nel frattempo l’Euro si è deprezzato sul dollaro complice la crisi economica ed energetica di cui si dà colpa a Putin, ma non si vuole neppure accennare al fatto che le “sanzioni” alla Russia si stanno dimostrando un boomerang visto che NON vengono applicate da Cina, India, Africa, Emirati Arabi, Sud est asiatico, America Latina, Turchia ecc.

Tutti prendiamo atto che l’Europa NON vuole mettere un freno né ai prezzi né alle speculazioni perchè evidentemente a Bruxelles va bene così.

Siamo però più o meno tutti anche vittime di una grande ipocrisia “pseudoecologista”: tutti chiediamo prezzi più bassi per il gas (importato), ma non si vogliono usare le riserve di gas italiano, non si vogliono trivellare pozzi in Adriatico o in Lucania, non si vogliono i degassificatori (Piombino ecc.).

Immagino che appena si comincerà seriamente a parlare di nucleare verrà giù il mondo.

Ma, insomma, non si può avere il barile pieno e la moglie ubriaca, ma quando si deciderà finalmente qualcosa e soprattutto si comincerà a pensare sulla effettiva utilità e convenienza delle “sanzioni” a Putin?

Questo delle sanzioni è un tema delicato, ma come cittadino protesto che nessuno sembri porsi il problema, che si costruisca un “tabù” su questo clamoroso autogol europeo (almeno sui prodotti petroliferi) giustificando tutti i nostri disastri dando colpa solo alla Russia: ne parleremo a lungo sul prossimo numero.

 

GORBACIOV 

Credo che il mondo debba ricordare con gratitudine Mikhail Gorbaciov, uomo di realismo e di pace, che ebbe il coraggio di permettere la caduta dei muri e la libertà per l’Est Europeo. Ce lo siamo dimenticati, ma con lui, Reagan e Giovanni Paolo II l’umanità parve uscire dal lungo dopoguerra portando la Russia alla soglia della democrazia.  Se oggi c’è una guerra in Ucraina non è solo colpa di Putin, ma anche di un Occidente che non volle capire che “quella” Russia andava aiutata ad entrare a pieno titolo nelle nazioni democratiche per diventare una importante alleata europea senza essere umiliata. Gorbaciov ha avuto più coraggio di noi, di una Europa  che ha perso una grande occasione di rilancio continentale a tutto vantaggio di USA e Cina, come forse studieranno e comprenderanno gli studenti dei prossimi decenni.

Intanto l’oscar delle stupidaggini se lo merita in Italia il leader comunista italiano Marco Rizzo, quello della crapa pelata, che ha dichiarato «Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo…» per festeggiare la morte del “traditore”. Immaginatevi se Gorbaciov non avesse avuto allora il coraggio di cacciare dal Cremlino quei decrepiti personaggi veterocomunisti alla Rizzo e permettere la liquidazione dell’URSS, oppure usare solo una piccola parte della potenza nucleare sovietica..

 

UN SALUTO A  TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE                                            MARCO ZACCHERA

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