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IL PUNTO   n. 877 del  9 settembre  2022

di MARCO ZACCHERA

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Sommario: Bisogna avere il coraggio di cominciare a discutere sulle sanzioni – voto all’estero – disinformazioni – libertà dimenticate.

 

SANZIONI: IL CORAGGIO DI DISCUTERNE

Tema esplosivo e dividente anche in campagna elettorale, ma credo che si dovrà chiedere al nuovo governo di verificare se conviene mantenere “queste” sanzioni contro la Russia o invece cominciare a discuterne in sede UE per verificare se non ci possano anche essere altre strade per portare la Russia a trattare, viste le ripercussioni negative che le sanzioni a Putin stanno creando, di riflesso, anche per l’Italia e Europa.

Capisco come Giorgia Meloni debba essere estremamente prudente in argomento per rassicurare l’Europa e gli alleati internazionali su una necessaria continuità ove diventasse premier visti i continui attacchi del PD alla sua persona, sono contro gli “strappi” , ma credo che l’Europa debba cominciare a riflettere in argomento e per questo condivido la posizione di Matteo Salvini che con determinazione sta da qualche giorno sollevando il problema.

Cerchiamo di essere chiari: nessuno mette in dubbio le responsabilità russe per l’aggressione in Ucraina, non sono certo “filo-russo” nè mi paga il Cremlino, ma constato che dopo sei mesi di guerra la situazione è ormai sostanzialmente in stallo.

Il fronte è fermo, Kiev resiste solo grazie agli enormi aiuti militari europei e soprattutto americani, nessuno pensa più seriamente a un negoziato di pace e l’Europa anziché costruire tentativi di mediazione  insiste – soprattutto con i toni esagerati del suo “ministro degli esteri” Borrell – a sfidare quotidianamente Mosca

I russi saranno i “cattivi”, siamo d’accordo, ma perché allora – per cominciare – l’Europa mostra il muso feroce solo contro Mosca e non anche contro le tante (troppe) nazioni del mondo che usano gli stessi criteri di oppressione nei rapporti interni ed internazionali?

Se i principi non sono negoziabili, allora il metro di giudizio europeo da seguire dovrebbe essere uguale per tutti, ma invece non è assolutamente così, mentre circolano notizie e omissioni che non sono certo “fake news” moscovite.

Ci raccontano per esempio che siamo “quasi” capaci di affrancarci dal gas di Mosca, ma se Putin è davvero più debole per le sanzioni non ci converrebbe allora trattare almeno un armistizio in Ucraina in attesa dell’auspicata nostra autonomia energetica, piuttosto che adottare il muro contro muro? “Dopo” saremo più forti, oggi siamo estremamente deboli.

Proprio perché Mosca non sta comunque vincendo la guerra forse oggi è più disponibile (vedi la trattativa sul grano) a fare concessioni, a discutere, a trovare una mediazione che permetta all’Europa di rimanere fieramente al gelo durante l’inverno, ma almeno non comprometta la propria industria e le tante attività produttive che corrono dritte al fallimento non solo energetico spiazzandoci dal mercato mondiale, cosa che invece non avviene – e la cosa andrebbe ben più sottolineata dai nostri media – per Cina, USA e tanti altri paesi a cui la guerra ucraina non crea gravi danni economici.

E’ ovvio che bisogna mantenere le sanzioni per quanto riguarda gli armamenti e le loro parti di ricambio, ma siamo sicuri che in altri campi non stiano danneggiandoci più dei russi? Sarebbe diverso se Putin fosse “circondato” e senza possibilità di acquistare altrove beni essenziali, ma le sanzioni NON le applicano la Cina, l’India, tutto il Sud est asiatico, gli Emirati arabi, l’intera Africa, tutto il Sud America, il Messico, l’Iran ecc.. Alla fine sono in pratica solo i paesi “occidentali” che le impongono (peraltro con molti trucchi), ma a rimetterci è sostanzialmente soprattutto l’Europa.

Dicono che se noi stiamo male in Russia stanno peggio, vorrei poter controllare e invece non si può, ma intanto sicuramente interi settori industriali e commerciali nel nostro paese hanno perso un’ottima clientela (vendere mobili o moda italiana in Russia rafforza Putin?!), come certamente non erano oligarchi i turisti che arrivavano a Rimini in volo charter.

La Turchia delle vacanze ringrazia, forse è più realista di noi, sicuramente è più furba.

Soprattutto ci stanno venendo a mancare non solo il gas, ma tanti altri prodotti russi – a cominciare dai minerali – di cui l’Europa ha bisogno e che è costretta ad acquistare su altri mercati a prezzi folli, con paesi che dalle sanzioni guadagnano a nostro danno.

Prova ne è che – nel disinteresse generale – l’Euro ha perso contro tutte le valute mondiali (ovvero siamo più deboli e più poveri), il nostro debito pubblico aumenta, i prezzi al dettaglio sono esplosi, la BCE è costretta ad alzare i tassi di interesse con aumenti dei mutui per famiglie ed imprese, il gas è oggetto di una speculazione inaudita (ma per mesi tollerata da Bruxelles): davvero tutto è sempre colpa di Putin o l’Ucraina è diventata anche occasione di un grande business internazionale?

I sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani è critica sulla utilità delle  sanzioni, ma non si ha il coraggio di ammetterlo pubblicamente e aprire un dibattito serio sul loro futuro perchè (soprattutto se esponenti politici) si è subito dipinti come filo-russi.

Tra l’altro sul tema il PD è diventato il partito più oltranzista e militarista di tutti, a conferma di essere evidentemente il partito di riferimento e garante della speculazione internazionale e dei relativi “poteri forti”, altro che sinistra del tempo che fu… Piuttosto, ma quante balle ci raccontano tutti i giorni?

Guardate il problema del grano che ha tenuto banco per settimane, con la Russia dipinta come “affamatrice” dei paesi poveri dell’Africa e del mondo. Raggiunto un accordo – grazie a Erdogan – da un giorno all’altro la questione è sparita dai media che però ben poco avevano sottolineato come l’Ucraina rappresenti solo poco più del 10% dei paesi produttori. La guerra è stata una bella scusa per nascondere le speculazioni sui prezzi del grano da parte delle altre nazioni produttrici, soprattutto nord-americane, alla faccia dei paesi poveri.

Chiunque richiami l’umanità alle proprie responsabilità è tacciato di essere “filo-russo” compreso Papa Francesco che invece quotidianamente insiste sulla necessità del dialogo e di un reciproco e vero disarmo, ma va contro proprio al business della guerra e quindi viene tacitato, minimizzato od addirittura strumentalizzato come è avvenuto nei giorni scorsi.

Tutti abbiamo un disperato bisogno di pace: milioni di profughi innocenti, decine di migliaia di famiglie che hanno perso i loro cari, popoli stremati a cui il futuro del Dombass interessa poco o nulla.

L’opinione pubblica si sta purtroppo assuefacendo alla guerra e se ne disinteressa, anche perché i commenti dei vari TG, del “Corriere”, “La Stampa”, “Repubblica” ecc. sono quasi tutti monocordi, scontati, così come le chiacchiere sulle presunte “influenze” russe sul voto che a me sembrano ben poco credibili.

Proprio il non voler affrontare il tema “sanzioni” sottolinea invece come l’Europa non ha capacità di sostenere un proprio dibattito interno, non sa e non vuole fare politica continentale, non è capace di autocritica né tantomeno ha una strategia. A chi conviene continuare così, agli europei o ai nostri “concorrenti” nel mondo?

Temi che il nuovo governo italiano – se sarà di centro-destra – mi auguro sappia affrontare con realismo,  cominciando a far maturare in Europa una profonda riflessione sul futuro del nostro continente.

 

DISINFORMAZIONE

Non c’è come conoscere personalmente abbastanza bene un argomento per vedere come venga manipolato da buona parte dell’informazione nostrana. Due esempi, per “addetti ai lavori”.

In Cile è stato eletto l’anno scorso un presidente di estrema sinistra, Gabriel Boric (anche perché al ballottaggio il suo avversario era esageratamente di estrema destra e in pochi sono andati a votare) che – come promesso – ha fatto predisporre un nuovo testo costituzionale progressista, ecologista, difensore dei gender e dei “nativi”, abortista… Commenti al miele nelle settimane scorse da tutta la sinistra varia italiana, grandi speranze e radiosi destini sull’immancabile vittoria del “nuovo corso” cileno.

Domenica scorsa il Cile con quasi due terzi dei voti ha clamorosamente BOCCIATO il testo della nuova costituzione preferendo lasciare in vita quella votata nel 1980 ai tempi di Pinochet! Tra l’altro hanno votato 12 milioni di cileni, un terzo in più rispetto alle “presidenziali”. Ci credereste? In Italia tutti zitti, praticamente nessun commento… Santiago non pervenut!.

Secondo esempio il solito Donald Trump cui hanno sequestrato “documenti segretissimi” da lui nascosti nella sua villa in Florida. L’imbecille, l’impresentabile, il violento e sostanzialmente “fascista” ex presidente avrebbe insomma asportato dalla Casa Bianca segreti nucleari, dossier ecc.ecc.  Chi ama seguire le vicende con un po’ di serietà avrebbe poi scoperto che molto di ciò che è stato detto e scritto NON è vero, che l’ FBI ha in buona sostanza fatto una perquisizione “politica” e che il giudice competente NON ha ancora neppure dichiarato legale la stessa perquisizione. Ma perché secondo la stampa italiana (che copia solo quella della sinistra americana) chi è contrario a Trump e ai democratici deve avere sempre e preconcettamente torto?

Comunque, tra due mesi si voterà negli USA per rinnovare metà parlamento: vedremo il successo di Biden, e questa volta non sarà colpa di Trump, che peraltro ritengo sia ora che lasci la scena a qualche esponente repubblicano più giovane e presentabile, come il governatore della Florida Ron De Santis

 

LIBERTA’ IN ARABIA

Ci sono tanti paesi nel mondo con i quali manteniamo stretti rapporti che se ne fregano dei diritti umani come di quelli delle donne. A parte le dimenticate e abbandonate donne afghane tornate al medioevo, la 34enne saudita Salma al-Shehab – che frequenta un dottorato di ricerca all’università britannica di Leeds ed è madre di due bambini – tornata per una vacanza nel suo paese è stata arrestata e condannata a 34 anni di reclusione per aver aperto in Inghilterra un profilo Twitter ed aver seguito e diffuso notizie di dissidenti al regime saudita, governo recentemente visitato ed omaggiato da Biden. Un’altra donna saudita è stata invece condannata addirittura a 45 anni di carcere per lo stesso reato, lo fa sapere l’ong per i diritti umani Democracy for the Arab World Now (Dawn), gruppo con sede a Washington fondato dal giornalista Khashoggi (quello fatto ammazzare dal principe ereditario saudita) che ha pubblicato le copie delle condanne. Non risultano proteste femministe, mentre all’ Arabia Saudita si continuano a fornire armi italiane usate in Yemen anche contro i civili, ma neppure di questi nostri “affari” sporchi si ha il coraggio di parlarne.

 

ELEZIONI ITALIANE ALL’ESTERO

A differenza degli elettori che votano in Italia, gli italiani residenti all’estero votano per corrispondenza E POSSONO ESPRIMERE IL VOTO DI PREFERENZA per il candidato preferito.

In tutte le circoscrizioni il centro-destra si presenta con un unico simbolo “Salvini-Berlusconi-Meloni”.

Segnalo alcuni candidati miei amici personali che conosco da tanti anni e che mi auguro riceveranno i voti di preferenza dei lettori de “IL Punto”. Al Senato per il NORD-CENTRO AMERICA è candidato VINCENZO ARCOBELLI, mentre alla Camera la deputata uscente FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. In Australia-Asia-Africa alla Camera si presenta JOE COSSARI, di Melbourne, e al Senato ENRICO NAN. Ricordo che il voto va espresso al più presto e i plichi subito inviati per posta al consolato di residenza. Attenti agli imbrogli!

 

UN SALUTO A TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE !

 

MARCO ZACCHERA

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