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Myanmar: Global Coalition to Protect Education from Attack, gli attacchi alle scuole, ad opera di militari e gruppi armati, sono aumentati dopo la presa di potere del 2021

Diffuso il nuovo report della coalizione, di cui Save the Children fa parte, in occasione della terza Giornata internazionale delle Nazioni Unite per la protezione dell’istruzione dagli attacchi, che chiede all’esercito e ai gruppi armati del Myanmar la difesa dei bambini dagli effetti dei conflitti armati, inclusa quella degli spazi educativi

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In aumento gli attacchi alle scuole in Myanmar, oltre 190 nel 2021 mentre nel 2020 erano stati dieci. È quanto emerge da un rapporto della Global Coalition to Protect Education from Attack – GCPEA1, di cui Save the Children fa parte, insieme ad altre 9 Agenzie delle Nazioni Unite o ONG, diffuso oggi in occasione della terza Giornata internazionale delle Nazioni Unite per la protezione dell’istruzione dagli attacchi.

Con l’intensificarsi del conflitto in Myanmar, dopo il golpe del febbraio 2021, gli attacchi alle scuole si sono verificati in 13 Stati e regioni, mentre nel 2020 solo in tre.

Il rapporto “L’impatto degli attacchi all’istruzione e dell’uso militare in Myanmar”2, ha inoltre rilevato un forte aumento dell’utilizzo a scopo bellico di scuole e università dopo la presa di potere, con oltre 170 casi registrati nel 2021. L’esercito e i gruppi armati del Myanmar hanno utilizzato le strutture scolastiche come basi ma anche come luoghi di detenzione, deposito di armi e postazioni di combattimento.

L’uso delle scuole da parte delle forze armate e dei gruppi armati mette a repentaglio l’istruzione a causa dei danni arrecati agli edifici scolastici dalle parti in conflitto. La loro presenza, inoltre, mette in pericolo gli studenti e spesso porta anche alla chiusura degli edifici scolastici, a volte per anni, e ad un conseguente ritardo nell’apprendimento. Le famiglie, inoltre, sono particolarmente diffidenti nel mandare le ragazze nelle scuole utilizzate dalle forze armate e dai gruppi armati per paura che siano vittime di violenze sessuali o di altro tipo.

L’uso militare delle scuole e i combattimenti nelle vicinanze degli edifici scolastici aumentano anche il rischio che i residuati bellici esplosivi, tra cui gli ordigni inesplosi, contaminino le scuole e i percorsi per raggiungerle e per uscirne creando pericoli a lungo termine. Inoltre, se utilizzate per scopi militari, le scuole e università possono trasformarsi da edifici civili in obiettivi militari legittimi, mettendole così a rischio di attacco. La GCPEA ha rilevato, infatti, che oltre un quarto delle scuole e delle università utilizzate per scopi militari in Myanmar nel 2021 sono state successivamente prese di mira minacciando vite umane e distruggendo le infrastrutture educative.

“Le forze armate e i gruppi armati del Myanmar dovrebbero adottare tutte le misure possibili per evitare di utilizzare scuole e università. La ricerca ha dimostrato che l’uso militare delle scuole può aumentare il rischio di violenze, abusi sessuali e reclutamento di bambini da parte delle forze armate e dei gruppi armati, mettendo gli spazi di apprendimento, gli studenti e gli insegnanti in prima linea”, ha dichiarato Diya Nijhowne, direttore esecutivo del GCPEA.

Secondo il rapporto “Educazione sotto attacco 2022” del GCPEA, nel 2020 e nel 2021 circa il 40% di tutti i casi di utilizzo militare di scuole, università e altre strutture educative si è verificato in Myanmar. Negli ultimi due anni, l’uso militare di strutture educative si è verificato in 24 Paesi, con un numero totale di casi raddoppiato rispetto al periodo tra il 2018 e il 2019.

La Dichiarazione sulle scuole sicure, un impegno politico per proteggere gli studenti, gli educatori, le scuole e le università durante i conflitti armati, approvato da 114 Paesi, tra cui anche l’Italia, svolge un ruolo essenziale nella prevenzione degli attacchi all’istruzione e nella mitigazione del loro impatto, anche limitando l’uso militare delle scuole. Approvando la Dichiarazione, i Paesi si impegnano a utilizzare le Linee guida per la protezione delle scuole e delle università dall’uso militare durante i conflitti armati. A partire dal 2015, oltre una dozzina di Paesi ha apportato modifiche alle politiche e alle pratiche nazionali, compresi i manuali militari, per limitare l’uso delle scuole a fini militari.

L’esercito e i gruppi armati del Myanmar dovrebbero incorporare le Linee guida nella loro dottrina e pratica e attenersi alla Risoluzione 2601 del 2021 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che esorta tutte le parti in conflitto armato a rispettare la natura di edifici civile delle scuole. Tutti i gruppi armati non statali dovrebbero inoltre sottoscrivere l’Atto di impegno per la protezione dei bambini dagli effetti dei conflitti armati promosso da Geneva Call, che include la protezione degli spazi educativi.

“In questa Giornata internazionale per la protezione dell’istruzione dagli attacchi, i militari e i gruppi armati in Myanmar e in tutto il mondo dovrebbero garantire che l’apprendimento non diventi una vittima del conflitto e che i combattimenti vengano tenuti fuori dalle scuole. “Un’istruzione sicura e di qualità deve continuare anche durante i conflitti per normalizzare la vita dei bambini e affinché sviluppino le capacità e le conoscenze per ricostruire e raggiungere società giuste e pacifiche”, ha concluso Nijhowne.

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