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L’Italia che andrà al voto è chiamata a scegliere chi la guiderà nella ripresa dopo i difficili anni della pandemia. Tra questi sono i Giovani italiani che per oltre il 60 per cento hanno maturato “una visione dell’economia che inglobi inclusività, sostenibilità sociale e ambiente, valorizzazione delle diversità”.

Italexit ha ben chiare le risposte sull’ ecologia : 

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Si parte da una premessa: “Non esiste ambientalismo senza sovranismo”. Spiegazione: “Non è possibile mettere in atto alcuna politica seria in ambito ambientale, così come in ambito energetico, agroalimentare senza poter disporre di tutto l’arsenale legislativo proprio di uno Stato sovrano”. Limiti per gli impianti industriali, ricerca di processi più sostenibili, introduzione del concetto di capitale ambientale, attenzione a ciclo di vita dei prodotti e sostenibilità dei manufatti, bonifica di siti industriali dismessi e costituzione di un’agenzia ad hoc. C’è la proposta di rendere obbligatorio l’accantonamento, da parte delle imprese a rischio ambientale, di un fondo vincolato e blindato di riparazione dei danni ambientali (ma non si indicano valori) e il “divieto assoluto di privatizzazione di acque e risorse naturali”. Il partito “promuoverà e sosterrà tutte le iniziative atte a scoraggiare gli allevamenti intensivi, e a creare consapevolezza nei cittadini sui loro impatti sull’ambiente e di conseguenza nelle nostre vite”.

 

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