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GIURISTI D’ITALIA

Giuristi d’ITALIA: “la Destra ci mette la toga. Noi che crediamo nel Diritto come funzione sociale in campo con Giorgia per difendere Italia e valori tradizionali”

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Domenica 11 Settembre, dalle 14 alle 17 presenzieremo presso la sede della Corte di Cassazione per un tavolino a supporto della candidatura di Giorgia Meloni a candidato Presidente del Consiglio come capo del Partito maggiormente votato per la coalizione di centro-destra che si propone elle elezioni per il rinnovo di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.

Si tratta di una occasione epocale per l’Italia in quanto alle elezioni politiche si confronteranno da una parte tutti i partiti che hanno governato negli ultimi dieci anni, dall’altra una coalizione di rinnovamento per la prima volta guidata dal leader dell’ECR (Partito dei Conservatori Europei).

In un Paese alle prese con l’ennesima rivoluzione socio-politica, sembra quasi un ossimoro pensare che una vera rivoluzione la possano fare solo i Conservatori guidati da una esperta Ragazzina che fa Politica da quando andava a Scuola. In realtà oggi gli Italiani sono stanchi di decenni di “Politica contro” degli eterni anti-qualcosa, ma anche dei movimenti di antiPolitica che hanno eroso, se possibile, ancor più di quello che restava della residua credibilità di cui i nostri Politici avevano goduto.

Abbiamo deciso dunque di scendere in Piazza al fianco di Giorgia perché speriamo che la prossima Legislatura riporti al centro degli indirizzi Politici la tutela di quei valori tradizionale che dalle origini caratterizzano il pensiero di quei giuristi le cui statue insistono ancor oggi proprio su Piazza Cavour. Per tutti abbiamo scelto un solo nome, quello del giurista romano Erennio Modestino che parlò in ambienti giuridici di temi già sollevati da Cicerone: “Roma communis patria nostra est”.

La sottovalutazione che si fa oggi delle questioni sottese alla acquisizione della Cittadinanza Italiana da parte degli stranieri ci spaventa molto. Il tema del “ius soli”, una crociata ideologica ridotta recentemente dai progressisti, in chiave meramente elettorale, a “ius scholae” ci conferma l’assenza di un qualsivoglia reale apparato di progettualità Politica e Giuridica da parte della Sinistra Italiana. In realtà la concessione della Cittadinanza è uno strumento formidabile per veicolare valori e difenderli laddove si ritengano degni di tutela e per abrogarli laddove si vogliono contrastare, in quanto, seppur con le dovute garanzie previste dalla nostra Costituzione, è proprio il corpo elettorale dei Cittadini votanti (nella sua fluidità) che eleggerà i propri rappresentanti che voteranno quelle leggi che decideranno poi la nostra vita quotidiana. (Lex est quod Populus iubet atque constituit, ricordava il giurista Gaio agli studenti delle Scuole Romane di Diritto)

La preoccupazione non può che crescere in assenza assoluta di controllo dell’immigrazione, laddove l’aumento della presenza di Persone di differenti Culture, Storie e Religioni, potrebbe avere un effetto deflagrante nella nostra Società, in quanto i nuovi Cittadini, votando, potrebbero rafforzare la tutela di quei Diritti, o meglio Costumi, che invece sono stati contrastati da decenni, in prima battuta proprio dalla Scienza Giuridica Progressista. Il “Principio di Laicità dello Stato” è un caposaldo di molti illuminati che lo hanno difeso strenuamente negli scorsi decenni e che oggi si rivolterebbero nella tomba al pensiero che ondate di stranieri orientali indottrinati per lo più presso scuole di formazione coranica, possano decidere in futuro gli indirizzi del Paese.

Anche in tema di tutela reale delle “Pari Opportunità” chi frequenta le aule dei Fori nazionali ha un polso molto preciso delle condizioni in cui versa il tessuto sociale a fronte delle “nuove migrazioni”. L’emancipazione della Donna, all’esito anche di decenni di battaglie di orgoglio, si scontra con la dura realtà di molte Famiglie non originarie o comunque miste come può essere testimoniato dai Servizi Sociali di quasi tutti i Comuni Italiani. Anche per questo la forte figura di Giorgia, una Donna che è orgogliosa delle proprie caratteristiche identitarie, provoca emozioni di grande tensione prima di tutto proprio presso quelle altre Donne che la hanno, senza alcuna apparente motivazione, contestata e contrastata pubblicamente con atteggiamenti scomposti che però celano un evidente delusione verso la propria storia e appartenenza culturale e sopratutto lasciano supporre un livore per chi ha ottenuto un ruolo importante della nostra Società e nel Popolo, al di là di ogni affermazione di Genere.

Se ben analizziamo la storia degli ultimi anni, ci rendiamo conto dunque che gran parte delle pretese riforme giuridiche dei progressisti hanno evidentemente fallito. Un’altra ideale roccaforte dei modelli giusprivatistici e giuspubblicistici dell’esperienza di Governo progressista è stata la “tutela della privacy” e quella dei “dati personali” che non ha retto nemmeno al primo vero attacco che ha caratterizzato l’emergenza epidemiologica. Coloro che avevano iniziato una crociata in tutela dei Diritti personali inviolabili hanno abiurato prima che il gallo cantasse una sola volta sacrificando tutti i pilastri del proprio progetto all’emergenza sanitaria. Semmai proprio la nuova Privacy è stata la vera pietra tombale anche per un altro tentativo di riforma progressista come quello della “Trasparenza Amministrativa e dell’Accesso agli Atti”. Possiamo affermare con assoluta certezza che oggi accedere ad un atto amministrativo e partecipare ad un procedimento amministrativo è molto più complesso di prima. Il proliferare poi di condoni, sanatorie e rottamazioni che hanno caratterizzato gli ultimi venti anni della nostra storia giuridica, seppur con comprensibili motivazioni, fornisce un giudizio inappellabile sul percorso progettuale di Politica del Diritto che ha caratterizzato la nostra classe Politica con una vera e propria promozione dell’antigiuridicità nei confronti del Popolo stesso.

A fronte di questi numerosi fallimenti resta invece il ricordo del “modello romanistico” probabilmente il più importante, certamente il più duraturo, nella storia giuridica del Mondo, che vedeva il ruolo fondamentale del Giurista romano nella crescita della Res Publica e che fondava la propria autorità e attività sul pragmatismo e sulla necessità di risolvere i problemi della vita dei cives. Se la Politica di oggi avesse l’umiltà di puntare proprio a questo apparentemente semplice obiettivo, evitando di intraprendere solo narcisisticamente “grandi crociate ideologiche”, certamente riguadagnerebbe molta credibilità e presenza ai seggi elettorali.

Comitato Giuristi d’Italia

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