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CRISI ENERGETICA: RICERCA, ‘CON RAZIONAMENTI BOOM PASTI FREDDI E CENE A MEZZANOTTE’

L’Osservatorio uBroker sull’energia tratteggia gli scenari energetici del prossimo autunno, con rischio aumento incidenti stradali e criminalità qualora entrassero in vigore i razionamenti, delineando l’importanza del senso civico

 

Collegno (Torino), 16 settembre 2022 – L’ultimo episodio di razionamento energetico in Italia è della crisi del 1973 e guardandoci indietro emerge chiaramente quanta fatica farebbe l’Italiano moderno ad adattarsi alle condizioni di razionamento di quegli anni. L’Osservatorio sull’energia uBroker (innovativo gestore nazionale di energia elettrica e gas), ha stilato la “Classifica degli 11 disagi da razionamento”, in ordine crescente di probabilità: (1) Sicuramente ad avere più difficoltà saranno i disabili e gli anziani, che senza le scale mobili saranno maggiormente limitati nelle loro possibilità di movimento. Per tutti gli altri un po’ di attività fisica sulle scale non sarà di certo tragica; più problematiche saranno invece le conseguenze della riduzione dell’illuminazione pubblica, che se mal gestita e portata all’estremo potrebbe causare significativi aumenti in: (2) incidenti stradali, con vittime e feriti; (3) criminalità, in particolare abusi e rapine, con un costo sociale potenzialmente molto elevato. Arrivando poi al disagio più significativo, quello domestico, che costringerà gli italiani, specialmente al sud e nelle periferie, a: (4) limitare il numero di docce calde e gli orari in cui è possibile farle; (5) cucinare in orari scomodi; (6) preferire pasti freddi anche durante l’inverno; (7) coprirsi di più durante le ore serali e di notte. Quasi certamente ospedali e supermercati rimarranno pienamente accessibili e funzionanti, in quanto chiaramente prioritari. Meno chiare saranno le conseguenze ed eccezioni dei razionamenti nelle attività di intrattenimento come ristoranti e cinema, ma se anche loro fossero limitate nei consumi durante le ore serali o diurne, vedremmo una grande quantità di imprese patirne le conseguenze e in alcuni casi fallire, con notevoli impatti negativi: (8) sull’economia in generale; (9) sulle possibilità di svago per i cittadini italiani. Nel caso più estremo però, gli italiani dovranno: (10) ricorrere a mezzi di illuminazione alternativi nelle giornate più buie, o convivere con una scarsa illuminazione domestica durante il giorno; (11) munirsi di batterie per alimentare computer e altri elettrodomestici essenziali come il frigorifero e i computer per gli smart worker.

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Per fortuna in Italia, prima del razionamento vero e proprio, sono previste tre fasi: Preallarme, che ha avuto inizio prima della fine del 2021 con le crescenti tensioni con la Russia; Allarme, iniziata dopo lo scoppio della guerra e in continua evoluzione ancora oggi; Emergenza, ancora non avviata ma da alcuni attesa per l’inverno 2022, per altri all’inizio del 2023. Ciascuna di queste fasi ha diverse misure di contenimento della crisi. Se quindi dopo gli innumerevoli tentativi di gestione le previsioni dovessero mostrare ancora un trend verso il default energetico, per scongiurare disordini sociali e problemi ben più gravi ai cittadini, il governo avvierà la fase di emergenza che contemplerà il razionamento energetico.

Quando si parla di razionamenti però, ancora si è lontani dalla riduzione forzata dei consumi domestici. Anche in fase di emergenza infatti ci sono già diverse misure che verranno messe in atto per non colpire direttamente le case dei cittadini: (1) Stringendo sempre di più i limiti di uso del gas nelle centrali di produzione elettrica, anche incentivando fonti più inquinanti; (2) Imponendo fasce orarie per l’approvvigionamento di gas alle industrie per farle operare a pieno regime e quindi a maggior efficienza; (3) Spegnendo l’illuminazione pubblica di monumenti e statue; (4) Riducendo le ore di illuminazione pubblica in parchi, strade e città in generale; (5) Disattivando le scale mobili in uffici pubblici, centri commerciali, stazioni, metropolitane, aeroporti, grattacieli e altri palazzi; (6) Riducendo negli stessi l’illuminazione al minimo indispensabile, in particolare di notte; (7) Spegnimento delle insegne; (8) tra gli scenari più probabili c’è sicuramente il blocco del gas prima negli orari serali, poi in quelli mattutini nel caso servissero ulteriori tagli ai consumi; (9) altrettanto probabile è una riduzione dei kW accessibili dai contatori, limitandoli ad esempio a 2,5 per i contratti standard da 3kW, a 4 per quelli da 4,5kW e via dicendo; (10) una misura più estrema potrebbe invece essere quella di limitare del tutto l’accesso all’energia elettrica alle abitazioni in alcuni orari del giorno, principalmente quelli di maggior luminosità, misura però improbabile.

Se tutto ciò non dovesse bastare a ristabilire l’equilibrio tra domanda e offerta energetica, potremmo presto trovarci in uno scenario simile a quello del 1973, dove per poche settimane la vita di tutti cambiò sensibilmente con la riduzione forzata dei consumi domestici.

 

I suggerimenti di uBroker: annullare gli sprechi

Sempre l’Osservatorio uBroker ricorda però che la fase di emergenza non è ancora arrivata e che le misure più estreme restano improbabili. I razionamenti in generale sono sempre più probabili, ma quelli domestici lo sono relativamente poco. I cittadini hanno però un’arma potente per scongiurare queste eventualità: il quasi dimenticato “senso civico” che spinge gli individui verso due semplici azioni. La prima è quella del risparmio individuale, di cui abbiamo già abbondantemente parlato in questi articoli: Come risparmiare sull’aria condizionata ; Come risparmiare sulla luce ; Come risparmiare sul gas .

La seconda, e forse più importante, ci chiede di alzare la voce di fronte agli sprechi e al menefreghismo, gli antagonisti principali in questo periodo di crisi energetica. Se in un locale condizionato vedete una porta o finestra aperta, chiudetela e invitate all’attenzione sugli sprechi energetici. Se trovate un’auto col motore acceso, invitate a spegnerlo per risparmiare benzina, che insieme all’aria che respiriamo si può considerare ormai un bene pubblico. Se un centro commerciale, il vostro ufficio o un negozio ha un’illuminazione eccessiva, invitate a ridurla per evitare i razionamenti in futuro. Ridurre i consumi è importante e il primo modo per farlo è annullando gli sprechi che non portano alcun beneficio a nessuno, al contrario. Ogni kWh non consumato è un kWh in più che potrebbe scongiurare ulteriormente le misure di emergenza.

 

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