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Mattia De Luca projects presenta

 

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LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ

Marcela Caldéron Andrade e Tommaso Spazzini Villa

 

Primo appuntamento di Mattia De Luca projects

il nuovo progetto off di Galleria Mattia De Luca

dedicato al panorama artistico contemporaneo

 

Opening venerdì 7 ottobre, ore 18.00 – 20.00

 

Date mostra

8 ottobre 2022 – 10 dicembre 2022

 

 

Palazzo Albertoni Spinola

Piazza di Campitelli 2, Roma

Roma, 30 settembre 2022. Con LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ – doppia personale di Marcela Calderón Andrade (Pasto, Colombia, 1991) e Tommaso Spazzini Villa (Milano, 1986) – la Galleria Mattia De Luca riapre le porte della sede romana –  dall’8 ottobre al 10 dicembre 2022 – per dare vita a Mattia De Luca projects, un percorso autonomo e sperimentale di ricognizione sul panorama artistico contemporaneo che si affianca all’ormai consolidato impegno sui grandi nomi del Novecento italiano e internazionale.

 

Con Mattia De Luca projects, la galleria mette a disposizione i suoi spazi ad artisti invitati a esporre la propria ricerca in modo completamente libero: un progetto off che nasce dal desiderio di esplorare una produzione che, agendo sul mondo di oggi, può aiutarci a comprenderlo meglio. Un percorso che allarga l’impegno di Galleria Mattia De Luca in ambiti svincolati da dinamiche strettamente commerciali, mettendo a disposizione risorse e know how per iniziative culturali legate a progetti pubblici, alla realizzazione di eventi culturali e al sostegno alla ricerca curatoriale.

 

LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ, primo atto di questo progetto, nasce dal dialogo tra Calderón Andrade e Spazzini Villa, artisti che si interrogano su temi che spaziano dalla transitorietà, all’impossibilità di trovare una lettura univoca della realtà, dal fascino per il mutamento alla creatività della Natura.

 

Le opere di Marcela Calderón Andrade nascono dall’osservazione della complessità delle relazioni in natura, e sono spesso composte da elementi organici (semi, foglie, membrana interna del guscio d’uovo ecc.) con cui crea lavori scultorei di insostenibile leggerezza.

Per questa esposizione l’artista colombiana ha scelto di esporre sette opere che fanno parte del suo progetto Enchura: Hongo guarda alla configurazione di un minuscolo fungo che si sviluppa nella buccia di alcuni frutti durante il processo di degradazione (Rhizopus stolonifer), riproducendone le fragilissime connessioni come un ingrandimento su un microcosmo che si rivela in scala architettonica. Círculo-Infinito, Churo-Espiral e Vibración-Onda, lavori parte della serie Vestigio, sono realizzati con le membrane interne dei gusci d’uovo – struttura protettrice di vita –, che dopo la rottura sono in grado di ricomporsi grazie alla memoria che la materia riesce a conservare, attuando un processo di distruzione e ricomposizione. Completa la mostra Red: un intreccio di sottili fili di carta, esercizio con cui l’artista ci invita – come nel resto dei suoi lavori – a ricordare, riparare e curare la rete di fragilità a livello emotivo, fisico, biologico, politico.

 

 

Tommaso Spazzini Villa espone alcune opere della serie Ombre: nate come scatole d’ombra con lo stesso funzionamento di un piccolo diorama teatrale e come omaggio ai Teatrini di Lucio Fontana, queste opere trovano nello spazio espositivo una nuova declinazione estesa e site-specific.

L’ombra e il rapporto col suo referente diventano il fulcro dell’opera, attraverso la creazione di immagini evanescenti e silhouettes misteriose che nascono da foglie secche: una riflessione sull’ambiguità della Natura e le possibilità metafisiche dell’illusione, un’ideale prosecuzione del mito della caverna platonica.

Accanto a questi lavori l’artista propone un video legato all’opera Autoritratti, un progetto ancora inedito di arte partecipativa svolto nelle carceri italiane nel 2018, in cui ha coinvolto quattrocento detenuti chiedendo loro di scegliere alcune parole da singole pagine dell’Odissea, così da ricomporre una frase all’interno di ciascun brano. Un’opera ricca di rimandi e significati che trovano nuove attualizzazioni, in bilico fra il tempo non misurabile del poema omerico e quello contingente e raccolto della sospensione umana. Alla radice di opere alla sola apparenza dissimili, emerge un motivo di ricerca coerente e unitario: trovare nelle pieghe del quotidiano il gesto minimo che favorisca l’incontro con un elemento attraverso il quale svelare la delicata complessità umana. Una ricerca profondamente umanistica che, coerente con il perimetro individuato per l’esposizione, resta ancorata alla realtà a cui si riferisce.

 

LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ sarà accompagnata da un catalogo.

 

 

Mattia De Luca projects presents

 

LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ
Marcela Caldéron Andrade and Tommaso Spazzini Villa

 

The first event put on by Mattia De Luca projects, Galleria Mattia De Luca’s new off project devoted to the world of contemporary art

 

Opening 7 October from 6 to 8 p.m.

 

exhibition dates

8 October 2022 – 10 December 2022

Palazzo Albertoni Spinola

Piazza di Campitelli 2, Rome

Rome, Septembre 30th, 2022. With LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ – a double-solo exhibition of works by Marcela Calderón Andrade (b. 1991, Pasto, Colombia) and Tommaso Spazzini Villa (b. 1986, Milan, Italy) – Galleria Mattia De Luca reopens its doors in Rome – from October 8th to December 10th 2022 – to launch its Mattia De Luca projects. This standalone experimental investigation of the contemporary artistic scene joins the now well-established commitment to the great names of the twentieth century art in Italy and around the world.

 

With Mattia De Luca projects, the gallery is opening up its spaces to artists, who are invited to show their studies in a completely free and open manner: an off project inspired by the idea of exploring works of art that, by acting on today’s world, can help us understand it better. The project is a further commitment by Galleria Mattia De Luca in areas with no purely commercial aims, providing resources and know-how for cultural initiatives linked to public projects, for the organisation of cultural events and for the support of curatorial research.

 

LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ, the first act in this project, started from a conversation between Calderón Andrade and Spazzini Villa, two artists who explore themes that range from impermanence to the impossibility of interpreting reality in an unequivocal manner, through to the allure of change and the creativity of Nature.

 

Marcela Calderón Andrade’s works come from her observation of the complexities of relationships in nature, and they often consist of organic elements (seeds, leaves, the internal membrane of egg shells, and so on), which she uses to create sculptural works of untenable lightness.
For this exhibition, the Colombian artist has chosen to show seven works which are part of her project Enchura project. Hongo looks at the shape of a tiny mould (Rhizopus stolonifer) that grows in the skin of some fruits as they decay, reproducing its fragile connections as an enlargement of a microcosm that takes shape on an architectural scale. Círculo-Infinito, Churo-Espiral and Vibración-Onda, from the Vestigio series, are made with the internal membranes of egg shells – a life-protecting structure – which are able to recompose themselves after they have been broken, thanks to the memory that the material manages to preserve. A process of destruction and reconstruction. The show ends with Red, a net woven with thin paper threads. Like in all her works, Marcela here calls on us to remember, repair and look after the network of fragility on an emotional, physical, biological, and political level.

 

Tommaso Spazzini Villa is showing some works from his Ombre series: originally created as shadow boxes – small dioramas that paid tribute to Lucio Fontana’s Little Theatres – these Ombre, or “shadows”, find a new, broader, site-specific dimension in the space of the Mattia De Luca Projects. At the heart of the work is the shadow and its relationship with its source, through the creation of evanescent images and mysterious silhouettes created by dry leaves: a reflection on the ambiguity of Nature and on the metaphysical potential of illusion – a sensitive continuation of the myth of the Platonic cave. Together with these works, the artist also presents a video related to his Self Portraits, a still unexhibited participatory art project carried out in Italian prisons in 2018, which involved four hundred inmates who were asked to choose words from individual pages of The Odyssey, in order to recompose a sentence within each excerpt. A work with a wealth of cross-references and meanings of great contemporary relevance, between the non-measurable time of Homer’s poem and the contingent, intimate time of human suspension. At the heart of only apparently dissimilar works, there is a consistent, unitary research, which is that of detecting minimal gestures hidden in everyday life that help us find what can become instruments and reveal the delicate complexities of humanity. This profoundly humanistic research is consistent with scope of the exhibition, remaining closely anchored to the real world it refers to.

 

LA FORTUNA DELLA FRAGILITÀ will be accompanied by a catalogue

 

 

 

 

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