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POMPEI. L’Eco di un tempo lontano di Giuseppe Cusano

«A Pompei l’eredità che la storia ci ha lasciato non ha l’aspetto di una città morta, ma di un organismo ferito, ibernato e lentamente riportato in vita».

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Pompei è nell’immaginario collettivo uno dei posti al mondo di gran lunga più carichi di potenza evocativa. Qui milioni di persone hanno la possibilità di sentire ciò che una città rimasta sepolta per diciassette secoli ha da raccontare, attraverso le sue mura, gli oggetti, le iscrizioni, i corpi dei suoi abitanti. Scoperta nel Settecento, è stato possibile ricostruire la storia della città vesuviana a partire dal VII secolo a.C., quando un piccolo insediamento umano si formò vicino al vulcano, per poi fiorire sotto l’influenza diretta di Roma, fino all’eruzione più famosa della storia nel 79 d.C. Oggi Pompei sta rifiorendo con i restauri, l’informatizzazione, gli scavi e le numerose, continue scoperte: ciò che merita, finalmente, uno dei patrimoni storici più preziosi del nostro pianeta.

 

Giuseppe Cusano (Roma) è un archeologo. Si è occupato di rilievi archeologici di siti italiani ed esteri tra cui Terme di Caracalla, MAXXI, Moschea del Venerdì di Isfahan in Iran. I suoi studi si sono concentrati sulla diffusione del cristianesimo nell’Impero Romano, con particolare attenzione alle catacombe dell’antica Hadrumetum (Sousse), in Tunisia. Dal 2008 è guida turistica di Roma, professione che svolge tuttora con grande passione.

 

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