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Paolo Battaglia La Terra Borgese e Nino Costanzo firmano gli atti degli studi del “1° Seminario Nazionale La Tradizione e le Tradizioni” organizzato Centro Studi Al-Siqilli

 

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ACIREALE.  Nell’incantevole cornice della schiera dei Ciclopi nel borgo marinaro di Capomulini ubicato nel territorio di Acireale nell’hinterland di Catania, il Centro studi Tradizionali “Al Siqilli”, diretto da Iole Di Simone, ha organizzato, presso la sala Polifemo di una nota Residenza cittadina, il 1° Seminario di studi tradizionali dove è stato trattato il tema “La Tradizione e le Tradizioni”.

 

4 Ottobre 2022: in versione notiziario Paolo Battaglia La Terra Borgese e Nino Costanzo firmano gli atti degli studi del “1° Seminario Nazionale La Tradizione e le Tradizioni” organizzato Centro Studi Al-Sikilli

Sono intervenuti, quali relatori: Iole Di Simone su “La Tradizione e le Tradizioni”,  Rosilita Veccia su “Rosacrucianesimo”, Armando Profita su “La Diade Cielo-Terra nella Tradizione”, Alfio Patti su “La Tradizione siciliana”, Alessandro Noto su “La Tradizione ebraica in Massoneria”; Gruppi di lavoro: Grazia Boscaro e Piero Bianco su “Disabilità nella tradizione”; Susanna Basile  e Pietro Valenti su “Gnosi”; Francesca Fresta, coordinatrice del gruppo Pasqually, su “La vita e l’opera di Martinez De Pasqually”; Giuseppe Privitera su “Arte e tradizione a partire dal 1° secolo a.C. fino ad oggi”; Gesualdo Toscano del gruppo Volta stellata su “La Tradizione massonica scozzese”.                                                                                                                                            Lo scopo precipuo del seminario è stato quello di trovare dei punti d’incontro dove le varie tradizioni possono convergere nel tempo e insieme riscoprire il valore della Tradizione.                                                Un pubblico molto numeroso e attento ha seguito i lavori dell’evento, organizzato dagli infaticabili intellettuali Iole Di Simone e Gesualdo Toscano del Centro studi Al Siqilli, lungamente atteso e che non ha deluso le pur alte aspettative dei convenuti, provenienti da ogni parte della d’Italia.

Era da anni, infatti, che non si parlava di René Guénon in un contesto esterno ai “salotti buoni” del guenonismo, perlopiù animati dalla Massoneria: è il primo seminario che si è occupato di questi argomenti in maniera trasversale e inclusiva.

Iole Di Simone

L’introduzione di Iole Di Simone evidenzia che “i contenuti dell’evento sono pertinenti una categoria della conoscenza che trascende l’ambito politico, il quale, nelle sue migliori espressioni, è un’applicazione contingente dei principi metafisici e universali che soli, se rispettati, conferiscono legittimità alle formulazioni politiche o di qualsiasi altro ambito”.

In chiusura d’intervento ha sostenuto, “Alla Tradizione primordiale corrisponde una civiltà perfetta, un’Età dell’oro, ma ciò che è in Alto (le Idee) è come ciò che è in Basso (il mondo fenomenico, la manifestazione del divino) e ciò che è in Basso e come ciò che è in alto (come recita la tavola smeraldina di Ermete Trismegisto), quindi il fenomeno corrisponde al noumeno, le Tradizioni corrispondono alla Tradizione e questo è il motivo per il quale tutte le Tradizioni si assomigliano: La base delle dottrine è sempre e ovunque la stessa, ma inoltre, ciò che può apparire stupefacente a prima vista, gli stessi modi di espressione presentano  spesso una sorprendente similitudine, e questo per tradizioni che sono troppo lontane nel tempo o nello spazio perché si possa ammettere un’influenza immediata delle une sulle altre; senz’altro si dovrebbe in tal caso, per scoprire un effettivo collegamento, risalire molto più lontano di quanto la storia ci consenta di fare”.

Rosilita Veccia

Rosilita Veccia ha illustrato alcuni elementi che possano aiutare a comprendere come in Italia si sia sviluppata la tradizione legata al Rosa-Croce, secondo tre momenti: 1) Ai tempi dell’antico Egitto, 2) Nel periodo vicino alla pubblicazione dei Manifesti rosacrociani, 3) Nell’ultimo secolo. “Chi Siamo? Andando oltre all’origine della Creazione, soffermiamoci sull’essere umano che non si limita a un corpo fisico, ma è un’anima incarnata. Da dove viene quest’anima? Dai nostri insegnamenti pensiamo che derivi dall’Anima Universale, quella stessa anima che Dio ha emanato da Se stesso all’inizio dei tempi e che ha insufflato in tutta la Creazione per mezzo di quello che tradizionalmente chiamiamo il Verbo. Siamo di essenza divina, di natura spirituale, e i nostri corpi sono soltanto l’involucro, il veicolo, di un tempo sulla Terra. L’Anima Universale è pura e perfetta e la nostra anima che ne è un’emanazione ci rende virtualmente puri e perfetti. Quando nasce? Dio dorme nel minerale, sogna nel vegetale, si sveglia nel minerale, pensa nell’uomo: la nostra anima quindi integra la coscienza di ogni mondo vegetale, minerale, animale”.                                                       Alla luce della filosofia rosacrociana, ha concluso, “è l’avvenire che ognuno di noi si crea attraverso le scelte quotidiane, al lavoro karmico, all’applicazione del libero arbitrio, al lavoro dimensionale e vibratorio, etc. fino al momento della morte, preparandoci ad una transizione verso il Cosmico,  dove dimoriamo con altre anime fino al momento della reincarnazione al fine di proseguire la nostra evoluzione spirituale, fino a raggiungere lo stato di illuminazione, stato di saggezza, e quindi lo stato di rosacroce”.

Alessandro Noto

Ebraismo-Massoneria: rapporto di necessità o contiguità di circostanza? Alessandro Noto ha precisato che “lo studio dei rapporti tra ebraismo e massoneria, quand’anche circoscritto nello spazio e nel tempo, chiederebbe un esame preliminare del retroterra di motivazioni religiose, culturali, costumali sul quale prese corpo e colore la confluenza di ebrei tra le colonne dei templi d’Hiram”.  Rifacendosi alla piattaforma di Pittsburgh, tra l’altro, ha affermato “Riconosciamo nell’ebraismo una religione progressista, sempre tesa ad essere in accordo con i postulati della ragione. Siamo convinti della massima necessità di preservare l’identità storica con il nostro grande passato. Del Cristianesimo e dell’Islam, essendo religioni figlie dell’Ebraismo, apprezziamo la loro missione provvidenziale, di aiutare nella diffusione della verità monoteista e morale: riconosciamo che lo spirito di ampia umanità della nostra epoca è nostro alleato nell’adempimento della nostra missione, e quindi tendiamo la mano della comunione a tutti coloro che cooperano con noi nell’instaurazione del regno della verità e della giustizia tra gli uomini”.

Alfio Patti

Tradizione e tradizioni, ovvero la Religiosità dei siciliani nei canti popolari, Alfio Patti ha sostenuto che “il novanta per cento delle canzoni e delle poesie popolari siciliane fanno cenno, se non addirittura riferimento, a Dio, ai Santi, alla Madonna, al paradiso, all’inferno: che siano poesie d’amore o di lotta, di sdegno o di protesta, di noia, fanno tutte riferimento alla religiosità”.

In particolare, ha precisato, soprattutto nel Seicento e Settecento, alla figura di Cristo e a quella della Madonna. La figura di Cristo è assai presente nei componimenti perché i siciliani si sono sentiti sempre vittime di ingiustizie e soverchierie. La giustizia, tanto agognata da un popolo lontano dalla capitale del regno e in mano a “viceré”, sembra essere una chimera. L’applicazione dell’inquisizione in Sicilia, molto dura (tanto che Madrid inviò un ispettore, Luis Cotoner, a metà del Seicento), portò poeti colti e popolari a rivolgersi a Cristo. In Cristo vedevano un “cumpagnu a dolu gran cunsolu”, mal comune mezzo gaudio, pensavano i siciliani che se il figlio di Dio, il Christós, l’unto, patì la Crocifissione e la morte per colpa degli uomini, poca cosa era la loro sofferenza a confronto… erano peccatori.

Ma allora cos’è la religiosità per i siciliani? Vi è veramente ancora un retaggio pagano? Nel concludere ha sostenuto “Lasciamo la diatriba dei due grandi scrittori siciliani, Sciascia comunista e Pasqualino cattolico democristiano, e accettiamo che senza memoria non c’è tradizione e senza tradizione non c’è società e che ogni comunità è il risultato delle stratificazioni culturali che l’hanno attraversata.”                                                                                                                                                Tornando ai canti e alle poesie popolari, Alfio Patti ha proposto cunti e canti di Sicilia riscuotendo entusiastici applausi. La performance si è articolata per le strade dei sentimenti del popolo siciliano, quali erano un tempo e quali sono ancora oggi, toccando temi universali, l’amore, il duro lavoro dei campi, la religiosità, la gelosia, la morte, attraverso canzoni e versi che si perdono nel tempo passato, artisticamente resi in una sorta di dimensione “culta”, visivo-fonico-gestuale della poesia, al fine di farla comprendere meglio, arricchita da espressivi motteggi, antichi proverbi, gabbi e “miniminagghi”, nel simpatico, repentino passaggio dalla lingua al dialetto, dal canto al cunto e viceversa, come in un gustoso, veloce scioglilingua e ripresentando con interpretazione personale noti brani di autori della tradizione popolare.

Armando Profita

In natura tutto è simbolo: Cielo e Terra sono simboli tra i più importanti e diffusi della Tradizione. Per Armando Profita gli archetipi che essi adombrano e disvelano assumono invariabilmente nell’antica cultura significati religiosi e cultuali di primo piano, ma costituiscono anche il fondamento di dottrine misteriosofiche tese alla comprensione delle grandi leggi dell’universo, della vita e dell’azione del mondo invisibile nella realtà sensibile. In origine Cielo e Terra furono percepiti come enti reali, viventi e sacri, come principi trascendentali dotati di esistenza propria, i quali precedettero la manifestazione universale e la travalicarono.                                                            Pertanto, secondo Profita, il dualismo Cielo-Terra, Spirito-Materia, Maschile-Femminile è alla base di ogni forma di religiosità del mondo tradizionale, vi è una notevole ritualizzazione delle pratiche nuziali il cui fine è proprio quello di creare una catena di unione tra la sfera materiale e le sfere superiori, e di sacralizzare al contempo l’unità della coppia. Per tali motivi il tema dello ieros gamos, del sacro connubio tra Cielo e la Terra, è il presupposto ispiratore di una moltitudine di cerimonie culturali e di pratiche misteriche.

Giuseppe Privitera 

Giuseppe Privitera  ha accompagnato l’uditorio in un breve viaggio dentro l’arte, sia pittorica che scultorea, espressa a partire dal 1° secolo a.C. con alcuni mosaici per giungere fino ai nostri giorni, analizzando opere pittoriche di famosi artisti, come pure esaminando le favole di Disney, passando per Botticelli, Leonardo, Michelangelo, De Chirico, sotto l’aspetto esoterico velato all’interno delle opere d’arte.

In chiusura di intervento, viene ribadito il concetto tradizionale che ogni forma di arte abbia un suo proprio valore in quanto l’artista vi replica un archetipo divino offrendolo alla contemplazione dell’osservatore. Quindi ogni forma di arte ha la sua legittimità giacché veicolo verso il vero. Dato questo criterio, è possibile il discernimento circa le opere passate, presenti e future.

I gruppi di lavoro

Il gruppo di lavoro Piero Bianco (non vedente) in uno a Grazia Boscaro su “Disabilità nella tradizione”, ovvero esposizione riguardo la disabilità pensando alla rappresentazione dell’Onda di Hokusai, partendo subito da una considerazione “la specie umana si divide in tre generi: maschile, femminile e disabile”. Questo è quanto cade sotto i nostri occhi.

E se uno è cieco? La cecità, per autori antichi, costituiva una condizione necessaria per il possesso di doti soprannaturali. Se la tradizione in antico considerava la cecità una qualità, col passare del tempo la tradizione classica ha lasciato il posto a tradizioni discutibili. Si è diffuso, per cultura errata, il concetto di compassione e pietismo. Ma come può l’Onda di Hokusai cancellare una cultura di pregiudizi tradizionali sulla disabilità?

Susanna Basile e Pietro Valenti sulla “Gnosi”, il cui significato concettuale è “Conoscenza” ed è un mezzo per arrivare a Dio, sostengono che “Esiste una relazione tra il Dio del Vecchio Testamento, un Dio a volte collerico, vendicativo, arrogante, geloso, con il Dio dell’Amore del Nuovo”.

La Gnosi si basa sul Cristianesimo delle origini, Gesù da un punto di vista storico è veramente esistito, esistono fonti storiche come quelle di Giuseppe Flavio o di Tacito che parlano di Gesù che predicava tra le genti, morto in anno non precisato, nel 33 o 44 dalla Sua nascita. Ed è indubbio che questa figura abbia grandemente influenzato la storia umana degli ultimi 2000 anni.

La Gnosi nasce attraverso i Vangeli Apocrifi o gnostici in larga parte occultati dalla Chiesa con il Consiglio di Nicea nel 325 d. C., in questo Concilio sotto l’Imperatore Costantino, la chiesa dopo aspri dibattiti ne scelse quattro, dichiarando tutti gli altri “eretici”, molti di questi furono bruciati e altri furono nascosti.                                                                                                                                                  La religione gnostica, si basa sul Cristianesimo delle origini e ha la figura di Gesù Cristo come emblema, ma tale figura è vista in modo diverso. Ricordiamo che il Cristianesimo non nasce con Gesù, i primi scritti sono di circa un secolo dopo la sua morte, il Cristianesimo propriamente detto nasce con le lettere ai popoli di San Paolo.

Il Cristianesimo utilizza le Parabole, la Gnosi, i Miti. Nel Cristianesimo si crede che Gesù abbia la doppia funzione Divina e Umana (Uomo e Dio). Nella Gnosi, invece Gesù è un Uomo, Yèshùa bar Yòséf (Gesù figlio di Giuseppe) che ha ricevuto l’unzione, il cosiddetto “Christos Unto da Dio” ed era diventato il Messia.

Francesca Fresta, coordinatrice del gruppo Martinez De Pasqually, ha parlato della vita e l’opera di questo iniziato del ‘700. Martinez De Pasqually, dotto, mistico ed esoterista, è un enigmatico personaggio che appare nella Francia del XVIII secolo. “Enigmatico, perché sulla sua persona non si hanno notizie certe: lo studioso A. Joly Martinez, per delle buone ragioni, volle nascondere la sua origine e la sua vera personalità, e sino ad oggi ci è riuscito perfettamente”. L’Ordine di Martinez de Pasqually, ovvero l’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo, “è costituito da massoni selezionati per essere Cohen. Cohen, o al plurale Cohanim, erano sacerdoti del Tempio di Gerusalemme, durante il regno di Salomone. Discendenti di Aronne, si riteneva fossero in possesso di verità rivelate dall’Eterno a Mosè, e da quest’ultimo al fratello Arone. Erano quindi gli autentici depositari di una tradizione prettamente ebraica”.

L’opera umana si “configura quindi come un’ascesa teurgica, che dura tutta la vita e anche oltre, dove ci s’innalza di regione spirituale in regione spirituale, verso Dio”.

Gesualdo Toscano, coordinatore del gruppo Volta stellata, a conclusione dell’intera giornata di studi, a tarda serata, ha parlato della “Tradizione massonica scozzese”.

Toscano ha ricordato che “l’Uomo da sempre ha scrutato fuori e dentro di sé per comprendere la sua vera natura, si è organizzato in gruppi, ha cercato a ritroso nel tempo tracce di antica sapienza che potessero saziare la sua sete di conoscenza e non solo, la realizzazione di una natura superiore che egli sente pulsare dentro di sé: organizzazioni iniziatiche di varia natura si pongono in soccorso di colui che brama il nettare divino”.

Ha affermato ancora che “il Rito scozzese antico e accettato sia il risultato finale di una complessa evoluzione che interessò vari sistemi alto-graduali massonici, sviluppatisi in modo indipendente nel corso del XVIII secolo a partire dalle Ordonnances Generales pubblicate dalla Gran Loggia di Francia (1743) e successivamente attraverso il Capitolo di Clermont (1754) e gli Imperatori d’Oriente e d’Occidente (1758), che crearono le basi di una ritualità definita Rito di Perfezione o anche Rito di Heredom”.                                                                                                                                          In Italia esistono vari supremi consigli del Rito scozzese, associati alle varie obbedienze massoniche, ma solamente il Rito scozzese antico e accettato, aderente al Grande Oriente d’Italia è riconosciuto a livello internazionale dal Supreme Council, Scottish Rite (Soutthern Jurisdiction, USA o “Mother Supreme Council of the World”, ovvero Supremo consiglio madre del mondo).

Grazie al lavoro preparatorio del convegno di studi su “La Tradizione e le Tradizioni”, organizzato sapientemente da Iole Di Simone e Gesualdo Toscano, i lavori hanno manifestato il bisogno di proclamare le dottrine che innalzano l’Uomo dinanzi a se stesso: “Dal momento in cui la civiltà cominciava a propagarsi per il mondo e lo spirito degli uomini andava sviluppandosi attraverso la contemplazione della natura, gli uomini più intelligenti coltivarono le arti e le scienze (4 dicembre  2017, Carolina del Sud-USA)”. Per la ricerca della verità e della giustizia nei segreti dei simboli, passando dal Rosacrucianesimo, dall’Ermetismo, dall’Arte, dalla Liberomuratoria e dal Rito scozzese antico ed accettato, dalla Filosofia e dalla Gnosi, passando pure per la Matematica e la Musica, e con una sosta nelle tradizioni popolari.

Paolo Battaglia La Terra Borgese_Nino Costanzo

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