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Il Teatro Verdi alla ricerca dei limiti con la residenza de Le Api Randagie

Nuova residenza artistica a Monte San Savino con gli artisti Mattia e Davide Bonetti ai fini dell’allestimento dello spettacolo Kevin

Il Teatro Verdi di Monte San Savino torna a farsi residenza d’arte, creatività e produzione teatrale ospitando in questi giorni l’allestimento dello spettacolo “Kevin”, con Le Api Randagie (LAR) Mattia Bonetti (musicista) e Davide Bonetti (Acrodancer).

La residenza artistica, ospitata a Monte San Savino da Officine della Cultura, in collaborazione con Comune di Monte San Savino e A.S. Monteservizi nell’ambito del progetto “Artisti nei territori” finanziato dal MiC Ministero della Cultura e da Regione Toscana, è un lavoro di ricerca e improvvisazione che arriverà al debutto nazionale nel 2023 grazie anche alla possibilità di uno spazio a disposizione, come il Verdi, nel quale mettere alla prova idee e costruzione scenica. Si segnala che martedì 25, nell’ambito della residenza artistica, il gruppo condurrà un workshop di acrodanza in collaborazione con la scuola di danza A.S.D. Danzart di Elisa Barberi.

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L’acrodanza, disciplina circense ancora difficile da definire perché piuttosto recente e “ibrida” dal momento che racchiude non solo la danza contemporanea e la tecnica acrobatica ma anche discipline come la capoeira, le arti marziali, il floorwork, la break dance e alter, sarà infatti l’ambito di inizio del progetto artistico teso a misurare i limiti del corpo, come della mente, per sviluppare nuovi limiti derivanti da nuove possibilità. Il tutto strutturato a partire da due limiti imprescindibili: l’improvvisazione e il divertimento. Scrivono Mattia e Davide Bonetti: «Crediamo nella forza espressiva del gesto, che ha per noi un linguaggio autosufficiente. Pensiamo ci sia differenza tra fare qualcosa e fingere di fare qualcosa, e crediamo comunichi messaggi differenti. E per certi versi la finzione assume un carattere grottesco e costringe lo spettatore a vedere quello che vediamo noi o che vorremmo che vedesse. Per rendere qualcosa di onesto al pubblico vogliamo quindi partire da qualcosa che stia realmente succedendo, senza esagerazioni o particolari contestualizzazioni pantomimate. Una nuova dimensione di realtà formata da un insieme di gesti e parole».

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