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DIMENTICATE, O FIGLI…                                                                                                                 Ares dall’un mare all’altro vola, la Terra brucia e il cielo. Nella maggior parte del globo discordia e fiamme di guerra, e la pandemia continua creando allerta.                                           Distruzione, morte e fame. Si esorta la Russia a riprendere l’accordo sul grano per affrontare la crisi alimentare dei Paesi poveri; intanto la Nato fa ispezionare i siti nucleari ucraini per verificare se sia stata effettivamente creata la bomba sporca (è l’ordigno con materia anche radioattiva), come sostiene la Russia, pronta anch’essa con armi nucleari.                                                                                                                                        E s’infuoca il Pacifico: la Corea del Nord minaccia il prezzo più orribile della storia lanciando missili nel Mar del Giappone, di rimando Usa e Corea del Sud preannunciano danni.                        Fibrillazione ovunque, in vari Stati anche per urne non confermate, come è accaduto in Brasile, oppure per dimissioni come in Uk dove non manca chi si oppone al Presidente eletto.                                                                                                                                  In Italia cambio di guardia a Palazzo Chigi con conseguenti polemiche e contestazioni.  E ci torna Salvatore Quasimodo: Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue/ salite dalla terra, dimenticate i padri:/ le loro tombe affondano nella cenere;/ gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. Vogliamo ricordare poi un antico adagio che recita pressappoco così: Il chiodo che si schioda prende una martellata. Sta a significare la necessità di mantenere quel che si è concordato al fine di evitare di essere dal martello inchiodati. Traslato molto efficace sotto vari aspetti, non escluso quello politico nel quale da sempre è risultato difficile non schiodarsi, soprattutto per i scarsamente determinati, ma pure per i soggetti dotati di abilità e astuzia, con fatica pervenuti all’alto podio di cui si tenta il mantenimento. Vale per tutti, non solo per i Leader delle Potenze mondiali anche di ogni altro Stato.                                                                                       Diciamo che ancora oggi in qualsivoglia campo dell’attività umana chi per lungo tempo s’impegna con tenacia e passione raggiunge, nonostante i contrasti vari e talora forti, per taluni inevitabili, il traguardo desiderato. Ma è proprio da quel momento che ha inizio il tantus labor perché possa essere stabile il podio, produrre gli effetti, quelli desiderati da chi vi è salito e da coloro che l’hanno lì voluto, sia i sodali da tempo, sia quanti sono alla ricerca di cambiamento. Si sa che più crescono le difficoltà nelle diverse classi sociali, non solo nelle basse, e maggiormente sorge la speranza che possa il cambiamento dare la svolta al miglioramento.                                                                                                                         Nel presente tempo la situazione generale del globo è sotto molti aspetti problematica, estremamente difficile nei vari Stati, e sembra giocoforza doversi ridimensionare di gran lunga quanto sino a pochi anni fa è stata normalità di vita. La Unione non esclude pertanto a taluni Stati, facenti di essa parte, l’agire a loro pro nel mentre agli altri si impone di conformarsi alle norme stabilite. Alla fine è l’interesse del singolo Stato a prevalere, ammesso che lo si possa fare, sulla stessa norma dettata: docet l’esempio del gas che alcuni Stati europei continuano ad acquistare dalla Russia a un prezzo conveniente.                                                                                                                            Per chi sale sul podio raggi X attorno e fuori, nervi saldi: tanti con mani non certamente amiche qua e là colpi al podio danno perché traballi. Cadono anche gli agguerriti, pure quelli che possono vantare appoggi di altissimo rilievo.                                                            Non è poi di certo opportuno, neppure per chi governa uno Stato leader, mostrarsi, come suggerisce Machiavelli, leone. Leone no, ma determinato sì, Stato leader e non leader, perché non si venga offesi, schiacciati. E volpe, soprattutto verso quanti, vicini e lontani, non sapendo come condannare tornano al passato, imbastiscono paragoni, tentano di suscitare timori con riferimenti antistorici che vengono poi ventilati anche dalla stampa internazionale. L’opinione, grande ricchezza del nostro tempo (tanto per dire!), l’unica di cui nessuna parte del pianeta difetta, deve, però, essere sostanza.                Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Sono le azioni a contare, soleva dire Giovanni Falcone.                                                                                                                  Ed è inoltre al futuro che bisogna guardare, a obiettivi economici e sociali anche attraverso larghi rapporti negoziali con i quali possa lo Stato difendere i propri interessi.                                                                                                                                                                                                                                                                                    Le trattative, in un tempo complesso e globalizzato qual è il nostro, vanno anche da parte dell’Italia fatte con il maggior numero possibile di Stati, né va trascurato il dialogo con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.                                                                                                                        Mare, il Mediterraneo, di importanza cruciale nel commercio globale, di cui non è stata, purtroppo, ancora presa consapevolezza: se ci fosse stata si sarebbe agito per l’ampliamento di porti, il potenziamento della rete stradale e ferroviaria. Ancora le navi container provenienti dall’Asia preferiscono fare il giro lungo, scaricando le merci nei porti di Rotterdam, Anversa e Amburgo.                                                                                    Chi sale sul podio ha davanti a sé un lavoro complesso, difficile anche per i tentativi di rovesciamento. Saranno all’interno (per scalzare l’avversario faranno di tutto, dato che solo ciò è considerato importante) e verranno da fuori con i tanti timori di nubi sul sole della democrazia.                                                                                                          Questa si mantiene anche ad opera della Scuola. Diceva Piero Calamandrei: Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la Scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte Costituzionale … Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la Scuola può fare.                                                                       C’è poi, se la memoria non m’inganna, un proverbio cinese che sollecita ad avere obiettivi lunghi, anche di un secolo, a esempio, per il cui conseguimento bisogna insegnare, e insegnare è anche ispirare, ispirare a tutto ciò che porta pace e benessere.                                                          Xi Jinping, che con il terzo mandato è uscito rafforzato dal XX Congresso Nazionale del Pcc, ha da gestire, oltre alla pandemia riesplosa (lockdown a Zhangzhou e fuga in massa da una fabbrica di  iPhone), la unione di Taiwan alla Cina e tanto altro. Non rinuncia all’amicizia con la Russia, almeno a parole la riconferma, ma comprende bene la situazione globale, le sue necessità. Il mondo –egli manda a dire all’altra Potenza- non è né pacifico né tranquillo, bisogna quindi che Cina e Usa, le due Potenze mondiali, trovino un modo per andare d’accordo, comunicando e cooperando al fine di promuovere la pace e la stabilità nel mondo.                                                                                                       Ai buoni propositi deve, però, seguire l’agire per trattative che spengano discordie e guerre, ancor più folli con il possesso di armi atomiche.

Antonietta Benagiano  

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