Advertisement
Buiongiorno!

In maggio 2022 è uscito il libro di Giuseppe Polistena intitolato “Politica, questa sconosciuta. Genesi e identità del comportamento politico” con la prefazione di Giorgio Galli. A nostro avviso si tratta di libro che rivoluzionerà il modo di fare politica nel mondo perché innanzi tutto dà un grande contributo alla conoscenza di questa fondamentale attività umana e poi perché propone il passaggio dalla vecchia ma dominante categoria “amici-nemici” alla nuova “tutti-nessuno”. La prima porta alla guerra, la seconda al dialogo tra popoli, alla pace e alla nonviolenza perché la politica deve fare in modo che “tutti” siano presi in considerazione e “nessuno” deve avere troppo potere da prevaricare sugli altri. L’autore in una bella intervista afferma “la politica dunque contiene la pace come elemento consustanziale mentre la guerra non è la continuazione della politica, come spesso si dice, ma la sua distruzione”.

Tutti coloro che aspirano alla pace, all’istituzione di un tavolo di trattative per porre fine alla guerra e alla firma e ratifica del trattato internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (TPAN), potrebbero trovare in questo libro un potente alleato col quale analizzare sotto una nuova luce le ragioni della crisi della politica. Questa analisi pone le basi per una grande sfida: eliminare le patologie individuate e operare per dare vita alla politicità sociale ricostruendo così la cinghia di trasmissione che consentirebbe alla cittadinanza di far sentire la propria voce in quelle scelte di vitale importanza quali sono quelle che riguardano l’attuale guerra in Ucraina.

Advertisement

Il problema della crisi della politica, magra consolazione, è che non è limitato alla sola Italia, è mondiale: l’Italia potrebbe essere la culla di questo importante cambiamento di paradigma.

Il fatto che le decisioni passino sulla testa della cittadinanza è dovuto alla mancanza di una cinghia di trasmissione tra cittadinanza e istituzioni. Tutto ciò e dovuto, come abbiamo accennato, a gravi patologie della politica, che sono tutti i giorni sotto i nostri occhi, ma che si sviluppano indisturbate perché la cultura politica non è diffusa ed è in un terribile ritardo, quindi la cittadinanza non ha gli strumenti per mettere in relazione le patologie con i cattivi risultati che la politica e le istituzioni producono.

Le due patologie più importanti sono sostanzialmente:

1) il fatto che la società ritenga “normale” che l’impegno in politica possa essere considerato un lavoro (a vita) da cui trarre il reddito per la propria famiglia, alla pari di un qualsiasi altro lavoro come il barista, l’insegnante, il fattorino o il medico.

2) Il fatto che la stessa persona fisica possa ricoprire ruoli di responsabilità nel partito e al tempo stesso avere ruoli di ministro o di parlamentare.

Queste due patologie portano all’annientamento dei partiti e ad un peggioramento della qualità delle istituzioni. Non è ovviamente possibile spiegarne le ragioni in questo breve articolo, invitiamo quindi a leggere questo documento sintetico.

L’annientamento dei partiti fa sì che la cittadinanza non abbia più a disposizione il luogo ideale per espletare la cosiddetta “politicità sociale” che comprende varie funzioni come informarsi, discutere, confrontarsi sulle proprie esigenze di vita e sulla propria visione del mondo, farne una sintesi nel programma elettorale, selezionare i migliori candidati per il parlamento, partecipare attivamente alle elezioni e poi controllare nel tempo i risultati ottenuti.

Gli eletti, che dovrebbero dare vita alla “politicità istituzionale” il cui scopo principale è quello di fare le leggi per tutti/e sulla base delle indicazioni prodotte dalla “politicità sociale”, sono diventati di fatto una sorta di corpo autonomo che si autoriproduce e si “blinda” nei suoi privilegi anche grazie a leggi elettorali come il Rosatellum.

In altre parole, la “politicità istituzionale” ha fagocitato lo spazio della “politicità sociale” annientandola: per il funzionamento fisiologico della società ci deve essere invece una separazione netta tra chi sta nei partiti e chi sta nelle istituzioni. Le elezioni dovrebbero essere il punto di arrivo dopo un complesso processo previsto dalla “politicità sociale”: in se stesse non garantiscono affatto l’esistenza della democrazia, ne diventano solo lo specchietto per le allodole.

Che dire infine? Se vogliamo la pace, prepariamo la Politica, quella di Giuseppe Polistena.

Buona giornata

 

Lista Civica Italiana

 

Queste analisi, qui riportate in forma estremamente sintetica, scaturiscono dal lavoro di ricerca trentennale che è riportato nel libro “Politica, questa sconosciuta”, autore “Giuseppe Polistena*, 2022 Mimesis Edizioni.

(*) Giuseppe Polistena – Laureato in filosofia. Fondatore della rivista filosofico-letteraria “Malvagia” ha partecipato negli anni ‘80 alla formazione del partito verde ricoprendo la carica di coordinatore nazionale e di portavoce regionale. Uscito dal partito dopo 8 anni a causa dell’eliminazione delle regole statutarie degli esordi che lo rendevano un arcipelago reale, ha iniziato un lavoro di ricerca filosofica sulle forme politiche costituendo vari gruppi di impegno culturale e civile tra cui “www.formeeriforme.it“. Continua a svolgere la professione di preside a Milano.

 

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteSCUOLA, ON. BRAMBILLA: RENDERE “EFFETTIVA” L’EDUCAZIONE AL RISPETTO DEGLI ANIMALI E DELL’AMBIENTE E INCLUDERE GLI AMICI A 4 ZAMPE NELLO STATO DI FAMIGLIA”
Articolo successivoINAUGURA DOMANI | Massimiliano Galliani, il suo spazio, il suo tempo | A cura di Eleonora Frattarolo | Palazzo Civico, Montechiarugolo (PR) | 6 novembre – 11 dicembre 2022

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui