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Rivolta nazionale in Iran – 55° giorno

Scioperi e manifestazioni nel 40° giorno dal massacro di Zahedan

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Mercoledì 9 novembre, 55° giorno della rivolta nazionale e 40° giorno dal massacro di fedeli a Zahedan, nella provincia del Belucistan, i mercanti del bazar della città hanno scioperato. Inoltre, i commercianti di Kermanshah, Sanandaj, Baneh, Bukan, Saqqez, Tabriz e del mercato dei mobili nel distretto di Vali-e Asr a Teheran hanno scioperato in solidarietà con i loro compatrioti beluci. I giovani di Sanandaj hanno inscenato proteste accendendo fuochi nelle strade a sostegno di Zahedan.

Studenti di Università di Teheran, facoltà di Arte e Architettura di Pars Teheran, Kharazmi a Karaj, Scienza e Cultura a Teheran, facoltà di Ingegneria tessile di Amir Kabir, Università di Chamran a Shiraz, Università Azad di Teheran Ovest, Università delle Arti di Tabriz, Scienze Mediche di Bojnoord , Università delle Arti di Isfahan, scuola di Architettura e Urbanistica dell’Università di Isfahan, facoltà di Belle Arti dell’Università di Teheran e Facoltà di Chimica dell’Università Nazionale hanno organizzato dimostrazioni e sit-in nel 40° giorno del massacro di Zahedan.

Gli studenti dell’Università di Scienza e Cultura di Teheran hanno cantato: “Khodanur è stato ucciso da alcuni agenti criminali” e “[Il nostro problema principale è che] non abbiamo pane né casa, ma l’hijab è diventato il problema”. Khodanur Laja’i è uno dei martiri di Zahedan, ferito con colpi di arma da fuoco e successivamente morto in ospedale.

Nella notte di martedì 8 novembre, 54a notte della rivolta nazionale, la gente ha organizzato manifestazioni a Teheran, Karaj, Mashhad, Yazd, Kermanshah, Chalich della provincia di Chaharmahal e Bakhtiari e Sanandaj. In alcune città, la gente ha bloccato le strade accendendo fuochi. A Teheran, nel quartiere di Payambar, i giovani hanno organizzato una manifestazione notturna e hanno cantato l’inno “O Iran” e in Via Jordan hanno cantato “Morte al dittatore” e “Non vogliamo un potere assassino di bambini”. A Karaj la gente cantava “Morte al dittatore”, “Non vogliamo mullah, non vogliamo un leader mentitore, non vogliamo Basiji criminali”, “Vergogna Khamenei, lascia andare il Paese” e “Vergognatevi, lasciate andare il Paese”.

A Yazd i giovani hanno dato fuoco a un grande striscione di Khamenei e a Mashhad hanno macchiato di rosso un grande poster di Qassem Soleimani e le studentesse hanno lanciato foto incorniciate di Khomeini e Khamenei dall’alto di un ponte pedonale mentre cantavano: “Morte al dittatore”.

Martedì 8 novembre l’agenzia di stampa statale Mehr, riferendo della morte di un membro paramilitare Basij che era anche coinvolto nell’uccisione di persone siriane, ha scritto: “Majid Yousefi, un membro della forza Basij di Astaneh Ashrafieh, è ​​stato ucciso martedì sera mentre era impegnato ad arrestare i rivoltosi”.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)

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