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CON LACRIME ELETTRICHE

di Francesco Morosi, Marcello Reggiani, Marco Signori, Silvia Speriani

con Valerio Ameli, Anna Charlotte Barbera

scene e costumi Francesca Tunno

Regia di Alessandro Maggi

Una produzione khora.Teatro

In coproduzione con il Teatro Civico della Spezia

Dal 24 al 27 novembre

(Giovedì ore 20:30, venerdì e sabato doppio spettacolo ore 17:30 e ore 20:30, domenica ore 17:30)

Argot Studio-Roma

 

Debutta all’Argot Studio di Roma, dal 24 al 27 novembre, lo spettacolo Con lacrime elettriche di Francesco Morosi, Marcello Reggiani, Marco Signori, Silvia Speriani, con la regia di Alessandro Maggi. In scena un testo teatrale per un attore e un’attrice dedicato a uno dei più grandi visionari della letteratura del secolo scorso: Philip K. Dick, l’autore di romanzi di fantascienza che hanno definito una parte determinante dell’immaginario collettivo della nostra contemporaneità.  Da L’uomo nell’alto castello (da cui è stata tratta una fortunata serie tv) a Gli androidi sognano pecore elettriche? (testo di riferimento per Blade Runner), da UBIK a Rapporto di minoranza (alla base del film Minority Report), Dick ha anticipato moltissime delle ansie e delle questioni del nostro presente.

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Benché il suo genere letterario sia senz’altro la fantascienza, la letteratura di Dick è più che altro ‘contro-fattuale’: nasce da un’analisi serrata di alcuni elementi essenziali dell’uomo e della sua società, e ne immagina possibili sviluppi contro-fattuali, in apparenza impossibili ma nella sostanza plausibili perché logicamente accettabili.  A questo Dick arriva tramite una storia personale complicata, un carattere fortemente incline alla paranoia e un consumo piuttosto elevato di droghe. Dick è dunque non soltanto un genio poco conosciuto del secolo scorso, ma anche un personaggio teatrale molto interessante.

Con lacrime elettriche cerca di entrare proprio nel processo creativo di Dick, alla vigilia della scrittura del suo romanzo più noto, Gli androidi sognano pecore elettriche?.

In un dialogo senza respiro con la moglie Nancy, Philip dà sfogo a tutte le sue paranoie: un falso ricordo sulla posizione di un interruttore scatena una catena irrefrenabile di deduzioni paranoiche, che arriva a interrogare persino il nostro essere umani. È possibile, si chiede sconcertato Dick, rinvenire l’umano nell’uomo, un principio che individui la specie umana rispetto a sue possibili repliche inorganiche ma perfette? Insieme a Nancy, Philip affonderà nell’abisso delle possibilità, in un testo che mette in scena un processo razionale e creativo implacabile, oltre che una riflessione sconcertante su cosa sia l’umanità.

Maggiori informazioni su: www.teatroargotstudio.com

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