Advertisement

Meris Angioletti e Ulla von Brandenburg

Sul vestito lei ha un corpo. Note su Sonia Delaunay

Advertisement

 

a cura di Paola Nicolin

 

 

Una mostra come un vestito da indossare. Una riflessione su colore e suono dove il colore diventa numero e i suoi rapporti creano ritmi. Una mostra come laboratorio di una creatività totale nella quale convivono pittura, scultura, poesia, musica, cinema e perfomance che simultaneamente vestono e rivestono i nostri corpi in movimento.

 

 

24 novembre 2022 – 16 aprile 2023

 

 

 

Piacenza, 24 ottobre 2022Dal 24 novembre 2022 XNL Piacenza, il Centro di arte contemporanea, cinema, teatro e musica della Fondazione di Piacenza e Vigevano apre al pubblico Sul vestito lei ha un corpo. Note su Sonia Delaunay, il progetto espositivo di Meris Angioletti e Ulla von Brandenburg invitate a riflettere liberamente sulla figura dell’artista russo-francese Sonia Delaunay, nata a Odessa (Ucraina) nel 1885 e morta a Parigi nel 1979.

 

Artista capace di applicare il progetto di rifondazione futurista del mondo, Sonia Delaunay ha coltivato una peculiare attitudine verso lo sconfinamento della pittura astratta oltre la cornice del quadro lavorando sulla dinamica dei colori e la loro interazione per costruire un personalissimo vocabolario espressivo spesso identificato con il concetto di simultaneità. Insieme al marito Robert, l’artista ha instancabilmente indagato la natura percettiva del colore, la natura pura della pittura, senza altro fondamento che il colore ed estende questa posizione pittorica entro una dimensione che simultaneamente ingaggia diverse discipline – dalla pittura al design, dalla moda alla poesia, dal cinema alla scultura alla editoria…– entro un’unica resa estetica dei molteplici aspetti della vita.

 

Nel 1913 Sonia fa di un abito il suo manifesto poiché affida alla presentazione del suo primo “vestito simultaneo”, costruito attraverso una combinazione di colori e forme, il messaggio di una modernità anti-moderna, androgina, né maschile né femminile, dinamica e fluida, che vive il corpo come laboratorio di ricerca estetica e sociale. Del vasto network di poeti e letterati che circonda la coppia che vive e lavora a Parigi sarà l’amico poeta Blaise Cendras (1887-1961) a dedicare una poesia al vestito, Sur la robe elle a un corps, dal quale il titolo di questa mostra prende ispirazione.

 

Il progetto muove dall’invito rivolto a due artiste contemporanee – Meris Angioletti (Bergamo, 1977, vive e lavora a Parigi) e Ulla von Brandenburg (Karlsruhe 1974, vive e lavora a Parigi) – a riflettere sulla figura di Sonia Delaunay e in modo particolare sull’avventura dell’Atelier Simultané, attivo dal 1923 al 1934, un’estensione della casa-studio a Parigi in Boulevard Malesherbes dove Sonia Delaunay viveva col marito Robert.

 

L’Atelier fu un luogo di attrazione dell’ampia rete di relazioni intessute negli anni dalla coppia con poeti, musicisti, artisti tra i più significativi della loro generazione, uno spazio di creazione e attività molteplici, in cui l’artista aveva messo a punto quella natura unitaria e simultanea delle arti cercata attraverso un’analisi sistematica dei rapporti tra colore e forma.

 

Angioletti e von Brandenburg sono invitate a riflettere su questo episodio storico ancora oggi di grande attualità come esempio di ricerca sulla natura identitaria del tessuto, sulle diverse traduzioni della pittura pura in immagine in movimento, in voce e spazio e sull’idea stessa di arte come campo aperto in cui il corpo agisce e agendo conosce. La proposta di dialogo attorno a Sonia Delaunay è dunque una domanda aperta a grandi interpreti contemporanee sul nostro tempo, sull’idea di simultaneità come rapporto uomo-società-spazio, come velocità di marcia del nostro stare al mondo, come condizione di chi sconfina, cambia, muta, si trasforma perennemente.

 

Sul vestito lei ha un corpo, il titolo scelto per la mostra, desidera dunque porre l’attenzione sui temi del progetto: il tessuto e il corpo, la poesia e la voce, la parola e il gesto, il tempo e lo spazio.

Entrambe le artiste, nella rispettiva diversità dei loro linguaggi espressivi, operano d’altra parte da anni al confine tra le discipline, interrogandosi sulle relazioni tra il tessuto, la poesia, la danza, il cinema, il teatro, il suono come strumenti di indagine sociale e psicologica, orchestrando rituali, letteratura, cultura popolare, teatro e poesia in installazioni esistenziali pensate soprattutto come set di ipotesi possibili.

 

Artista e ricercatrice, Meris Angioletti concentra la sua pratica sulla relazione tra linguaggio e corpo. Poesia, letteratura, psicologia, trattati di fisica e matematica così come tarocchi e rituali sono alla base di una ricerca sul visibile e invisibile, sul frammento e l’intero, tra consapevolezza e inconsapevolezza delle cose. Questi riferimenti sono al centro di un’arte che prende la forma di installazioni e tracce sonore, performance, reading notturni, coreografie, proiezioni di luce, colore e immagini. La voce è materia prima privilegiata dall’artista mentre l’opera si crea attraverso diverse fasi di traduzione.

 

Il lavoro di Ulla von Brandenburg è invece un esempio peculiare di ricerca sulle relazioni tra il tessuto e il corpo. Quest’ultimo è vissuto come un materiale che crea spazio, che trasforma lo spazio e che induce a comportamenti “altri” e che spesso, nelle sue opere, accoglie come un sipario proiezioni cinematografiche legate a performance e messe in scena dirette dall’artista stessa. Film, teatro, performance, letteratura così come personaggi della storia sono elementi di un discorso complesso che l’artista tedesca ha negli anni abilmente tradotto in scenari tridimensionali di colore e forme.

 

Angioletti e von Brandenburg sono protagoniste della galleria centrale, dove costruiscono insieme un’opera-mostra composta da una installazione in tessuto e da una serie di nuovi film (von Brandenburg) e un ampio progetto sonoro (Angioletti).

L’installazione sonora di Meris Angioletti è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l’artista e il compositore Romain Kronenberg, che si è occupato del computer music design dell’opera per XNL Piacenza.

L’opera di Ulla von Brandenburg si avvale della collaborazione con Julia Mossé che ha seguito la concettualizzazione della scenografia.

 

La galleria è preceduta da uno spazio allestito come una camera del tempo dove è presentata una selezione di gouache di Sonia Delaunay provenienti dalla Galleria Gió Marconi di Milano e da una serie di materiali legati alla poetica dell’artista.

 

Con la mostra Sul vestito lei ha un corpo. Note su Sonia Delaunay l’istituzione inaugura una serie di incursioni dedicate al dialogo tra arte moderna e contemporanea, tese all’obiettivo di rileggere capitoli della storia delle articon un’ottica multimediale e non lineare votata allo sconfinamento dei linguaggi e delle cronologie, con una particolare attenzione a protagoniste e protagonisti di una modernità irregolare, che ha saputo intercettare in anticipo sui tempi sensibilità e attitudini del futuro.

 

La mostra sarà accompagnata nel corso del tempo da un programma di atelier d’artista concepiti da Meris Angioletti, che ancora una volta confermano la volontà dell’istituzione di riflettere sul concetto di museo-atelier, concepito come luogo di intreccio dei saperi, di laboratori produttivi e di costruzione di una relazione con il territorio e le sue infrastrutture culturali basata sulla esperienza delle pratiche artistiche.

 

Si ringraziano:

Tine Colstrup, Louisiana Museum of Modern Art

CNC, Centre National du Cinema e de l’image animée

Irene Varano, Art:Concept, Parigi

Stefano Coletto, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia

Fondazione Giò Marconi e Galleria Giò Marconi, Milano

Gabriella Di Milia

Davide Cammi

Ruggero Montrasio

Iacopo Bedogni

Sara Bernasconi, Matteo Maino, Giulia Mainetti

Peroni, S.p.A.

Ing. Paolo Milani

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedente8mila studenti di tutta Italia “a scuola” di endometriosi con AGENAS e l’A.P.E.
Articolo successivoCuzzupi: l’educazione contro la violenza e il rispetto ai valori etici parta dalla scuola.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui