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IL PUNTO   n. 887 del 25 novembre  2022

di MARCO ZACCHERA

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SOMMARIO:  LA VERGOGNA DI MAIO – CORRUZIONE E SCANDALI DIETRO AI MONDIALI – ADDIO A MARONI, LEGHISTA SIMPATICO

 

Di MAIO, UNA VERGOGNA EUROPEA

Tante volte m chiedo se ci sia un limite al peggio o – almeno – al ridicolo.

Nominare “Giggino” Di Maio “Inviato speciale europeo per il medio Oriente” oltre a fare sghignazzare l’intero continente (i francesi hanno già cominciato) pone un problema di fondo: ma come può essere  credibile un’Europa conciata e diretta così? Eppure il rischio c’è, visto che il nome di Di Maio è stato “selezionato” addirittura dallo European External Action Service, un panel esterno alle istituzioni Ue (LAUTAMENTE PAGATO) che valuta i profili (!!!) e poi li presenta alla Commissione europea che ha l’ultima parola.

Penso ai blog esilaranti con un Di Maio incapace di dire quattro parole in inglese, che ha confuso nazioni una con l’altra, che in Libia ha “ravanato” con tutti e concluso niente, che ha dimostrato di non contare nulla politicamente, personalmente e culturalmente  non è neppure laureato). “Inviato speciale” proprio lui?

Ma allora mi candido io, per la metà dei 12.000 euro mensili netti di tasse oltre a benefit vari, rimborsi spese e staff a carico di Bruxelles e sfido Di Maio sulla base di un test con 100 domande (in English, of course!) sulla situazione nell’area e vediamo chi risponde meglio, così come molto meglio di me potrebbero rispondere migliaia di persone solo in Italia: diplomatici, studiosi, ricercatori, esperti “veri” del mondo medio orientale. Ma com’è possibile a livello europeo selezionare proprio  un “quaquaraqua” come Di Maio? Sembrerebbe matematicamente impossibile!!… Eppure a tanto arriva la spudoratezza politica.

Un ultimo regalo targato Draghi? Può darsi, ma la scelta è obiettivamente indifendibile.

Il rappresentante in Italia della Commissione Europea ,Antonio Parenti, ha testualmente dichiarato che Di Maio “E molto stimato sia in Europa che fuori” (ma da chi?!) e che se sarà chiamato a diventare inviato speciale “Avrà sicuramente molto lavoro da svolgere con i Paesi dell’area del Golfo per discutere e determinare la questione dell’approvvigionamento energetico nei prossimi anni. Nel brevissimo termine l’area è importante come fonte di gas naturale liquefatto, ma in futuro giocherà un ruolo molto rilevante con riguardo all’idrogeno verde, vista l’esposizione al sole”.

Ma vi immaginate il futuro energetico italiano ed europeo affidato a Di Maio?!

E adesso ci vengono anche a dire che l’Italia non può rinunciare ad un posto importante in Europa. Scusate, ma se il posto era importante perché non è stato pubblicizzato adeguatamente il concorso, magari selezionando un altro italiano effettivamente capace e con un minimo di preparazione specifica?

Se poi tutto serve solo per indennizzare Di Maio con un lauto stipendio dopo la trombatura elettorale mi girano ancora di più le p… Semplicemente perché Di Maio non ha fatto NULLA per meritarselo, un presuntuoso fallito politicamente e più o meno nullafacente in tutta la vita.

Sottolineato che l’attuale governo italiano – pur non avendo responsabilità dirette – ha però il dovere di opporsi dandone mandato formale anche al nostro esimio Commissario europeo Gentiloni, Di Maio torni a vendere bibite allo Stadio San Paolo, oppure si trovi finalmente un lavoro adeguato e magari – lui che ha “abolito la povertà” e “aperto il parlamento come una scatola di tonno” – si vergogni un po’.

 

DRAMMI E CORRUZIONE DIETRO AI MONDIALI

E’ in corso il grande show dei mondiali di calcio in Qatar, ma pochi sanno quanti drammi umani siano avvenuti durante la loro preparazione, rimasti negati e coperti dagli scintillanti palazzi di Doha e dalle imponenti strutture che ospitano le gare, mentre solo in parte è emersa la scandalosa corruzione che è stata messa in atto per organizzare la manifestazione in questo assurdo paese.

Ricordiamoci che l’intero “board” della FIFA è finito in manette dopo che sono state documentate le dazioni per milioni di dollari ricevute dai singoli suoi componenti per votare questa sede, mazzette che hanno poi portato all’azzeramento dei vertici.

Il Qatar è un paese anomalo, dove i diritti dei lavoratori e la stessa democrazia sono un optional e ne ho parlato a lungo in un mio libro “INTEGRAZIONE IMPOSSIBILE- Quello che non ci dicono su Africa, Islam ed immigrazione”, ed. Il Borghese. (Chi fosse interessato a leggerlo può richiedermelo via mail a marco.zacchera@libero.it ) scoprendo le infinite sfaccettature di queste teocrazie emiratine che piacciono tanto soprattutto a chi ha nascosto i soldi da quelle parti.

Ricordiamoci che secondo Amnesty International e Human Rights Watch (e come documentato da una serie di inchieste apparse l’anno scorso sul Guardian di Londra) sarebbero stati circa 6.500 i morti solo tra i lavoratori edili addetti alle costruzioni e di fatto deportati nel paese senza diritti ed oggetto di un inaudito sfruttamento.

Allettanti infatti da un guadagno molto al di sopra del povero livello di vita dei loro villaggi, centinaia di migliaia di persone provenienti da Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, India, Nepal e da molti paesi africani sono arrivati in Qatar scoprendo subito che la realtà era ben diversa da quella che era stata loro promessa. Per tutti la solita storia: un “reclutatore” che passava nei villaggi e prometteva soldi senza sottolineare troppo che a carico dei lavoratori restano le spese di viaggio, il vitto e l’alloggio e che quindi – arrivando – si sarebbero trovati già indebitati fino al collo.

Anche perché, nonostante le promesse della teocrazia al potere in Qatar – paese di cui Gianni Infantino, presidente della Fifa, è talmente innamorato da esserne diventato cittadino – non è mai stato abolito il sistema della kafala (“garanzia”) che permette ai datori di lavoro di requisire all’arrivo i passaporti dei lavoratori migranti – dichiarati subito ufficialmente “debitori” – che restano così senza documenti e la possibilità di lasciare il paese, ma anche di cambiare padrone o mestiere.

La Kafala concretizza un concetto preso a prestito dall’Islam, una specie di tutela per gli esseri inferiori che dovrebbe valere per donne vedove o rimaste senza marito e bambini minori, ma che in questo caso è stata adottata per gli immigrati. Un sistema che ha funzionato in milioni di casi, con il “kafil” che comandava senza sconti e spesso con la violenza e con l’immigrato che senza documenti non solo non poteva più espatriare o cambiare lavoro ma che non poteva neppure affittare una casa, avere un conto in banca e visto che non parlava – ovviamente – la lingua locale, non poteva nemmeno protestare o rivolgersi alla polizia o a un sindacato (peraltro vietati nel paese), né aver accesso a servizi sanitari o diritto ad adeguate assicurazioni sul lavoro.

Su internet si possono leggere storie incredibili di persone segregate per mesi, fustigate per “disobbedienza” o morte di stenti in un clima da medioevo.  Gente trattata come animali condividendo “a ore” un letto con turni di 60 ore di lavoro settimanali senza giorni di riposo e – ricordiamoci – lavorando in un clima bestiale, estremamente caldo.

Quello che poi tutti si chiedono è se la corruzione nella FIFA sia stata effettivamente cancellata o se tuttora imperversi.

Il dubbio c’è, viste anche le dichiarazioni demagogiche del nuovo presidente FIFA Gianni Infantino che – sommerso dalle critiche per il perdurante mancato rispetto dei diritti umani in Quatar – ha avuto l’indecenza di affermare nella conferenza stampa di apertura che “Per quello che noi europei abbiamo commesso negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci almeno per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri paesi. Queste lezioni morali sono solo pura ipocrisia”. Ipocrisia? Preso atto che per la FIFA il Qatar è un paese felice, Infantino ha detto di sentirsi “arabo”, “gay”, “lavoratore migrante” e intanto ne ha preso pure la cittadinanza, chissà se facendo un pensierino alla mancanza di trattati di estradizione verso questo piccolo stato del Golfo, se mai saltassero fuori sue future indebite ingerenze.

Perché non si tratta solo di diritti negati ai lavoratori, in Qatar non si possono professare in pubblico altre religioni oltre l’Islam, non è ammessa l’omosessualità, le donne sono oggetto di “vestiti adeguati”, non si devono bere alcolici (pensate alla gioia delle ditte di birra sponsor del mondiale!) e perfino per le turiste c’è stato l’obbligo di non indossare pantaloncini corti o magliette senza maniche, ma solo vesti che coprano ginocchia e spalle.

Perché – alla fine – resta poi la questione di fondo: ma senza una adeguata corruzione, chi mai avrebbe pensato di organizzare dei “mondiali” in un paese dove praticamente non si era mai giocato a calcio?

 

ADDIO A ROBERTO MARONI, LEGHISTA SIMPATICO

Se ne è andato a soli 67 anni Roberto Maroni, non solo “un leghista simpatico” ma soprattutto uomo corretto, ottimo ministro dell’interno e governatore della Lombardia, milanista. Lo ricordo con amicizia ed affetto perché scherzava e sorrideva sempre ed aveva un buon rapporto con tutti, ma dimostrando con coerenza un profondo senso del dovere e dello Stato.

Un esempio di persona per bene nel mondo politico e che avrebbe potuto ancora dare molto, alla Lega e all’Italia. Peccato che se ne sia volato via, davvero ci mancherà.

 

Buona settimana a tutti!

MARCO ZACCHERA

 

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