Mondiali Qatar 2022: qual è l’impatto dell’aria climatizzata?
Lo scorso 20 Novembre si è dato inizio alla Coppa del Mondo 2022, con la prima partita tra Qatar, che ospita il torneo, ed Ecuador. Già a partire dal 2010 il Paese si è preparato ad accogliere per la prima volta i mondiali di calcio ed i suoi numerosi tifosi.
In che modo i mondiali in Qatar sono “Carbon Neutral”?
Fin da subito, gli organizzatori hanno garantito che sarà la prima Coppa del Mondo ad essere “carbon neutral” ovvero a impatto ambientale nullo o quasi. Per realizzare questa impresa sono state utilizzate nuove tecnologie con cui sono stati costruiti gli 8 stadi, posizionati ad una distanza tra loro che permettesse agli spettatori di poter utilizzare i mezzi di trasporti pubblici, quali metro e linee elettriche, per spostarsi da uno stadio all’altro e dunque ridurre le emissioni.
Inoltre, uno degli stadi stesso è stato costruito utilizzando container navali, con la possibilità di essere successivamente smantellato e utilizzato in altre occasioni. Infine, la costruzione di un impianto fotovoltaico e la creazione di un vivaio permettono di produrre energia green e di assorbire le emissioni di CO2 emesse.
Un’altra particolarità della Coppa del Mondo 2022 in Qatar è quella di essere il primo mondiale a svolgersi d’inverno, a causa delle temperature troppo elevate che si registrano durante l’estate in Qatar.
Impatto ambientale e condizioni lavorative
Tuttavia, i mondiali di calcio in Qatar sono stati fin da subito soggetti a numerose polemiche. Da prima, relative alle pessime condizioni lavorative a cui gli operai erano sottoposti, a quelle relative all’enorme impatto che ha sull’ambiente. Infatti, sebbene gli organizzatori abbiano da subito dichiarato che i mondiali di calcio 2022 in Qatar sarebbero stati “carbon free”, sono molti coloro che non sono d’accordo. Infatti, si stima che la Coppa del Mondo 2022 produrrà circa 3.6 milioni di tonnellate di biossido di carbonio, quasi il doppio di quelli del 2018 in Russia.
Innanzitutto per realizzare questa impresa, avevano bisogno di molta manodopera e l’hanno trovata in Paesi come Nepal, Bangladesh, India e Libano. Questi lavoratori lavoravano in turni di 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, a temperature estreme che in estate superano i 50ºC. Queste condizioni, insieme alla scarsa sicurezza dei luoghi di lavoro, hanno causato la morte di molte persone.
Molte ONG, come Amnesty International, sono venute a conoscenza della situazione in Qatar e hanno denunciato le condizioni di lavoro nella costruzione degli stadi della Coppa del Mondo.
Il sistema di raffreddamento degli stadi e le conseguenze sull’ambiente
In aggiunta, una delle ultime polemiche riguarda gli elevati consumi elettrici relativi all’utilizzo di condizionatori all’interno degli stadi. Sebbene in Inverno il Qatar abbia temperature relativamente miti che si aggirano tra i 17-19 gradi e i 28-30 gradi, per mantenere una temperatura costante intorno ai 20°C al’interno degli stadi, quest’ultimi sono stati costruiti in modo da poter incorporare sistemi di aria condizionata sugli spalti.
In particolare, il sistema utilizzato per abbassare la temperatura è il cosiddetto “cooling system”, progettato dall’ingegnere Saud Abdulaziz Abdul Ghani o “Dr. Cool”. Tale sistema prevede l’utilizzo di specifiche “bocchette d’aria” posizionate sotto i sedili di ciascun spettatore e vicino al campo da gioco che gettano aria condizionata.
Gli organizzatori hanno dichiarato che l’energia utilizzata per il sistema di raffreddamento deriva da energia solare tramite impianti fotovoltaici, tuttavia il report pubblicato dal Carbon Market Watch ha dimostrato che gli stadi costruiti per ospitare le 32 squadre nazionali producono elevatissime emissioni di gas serra, dalla loro costruzione fino al loro utilizzo.
Queste possono essere paragonate a quelle emesse dall’Italia in un anno per riscaldare le case durante l’inverno. In aggiunta, per l’irrigazione dei campi da calcio vengono impiegati circa 10000 litri di acqua al giorno.
Considerato l’impatto ambientale dei mondiali del 2022, sebbene gli sforzi degli organizzatori siano stati elevati, questi non sono sufficienti.
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