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Il conflitto in Ucraina, ha diviso un popolo, ha diviso delle famiglie, ha diviso dei cristiani.

 

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Il 15 dicembre 2018 con un “concilio di riunificazione” tra il Patriarcato di Kiev e la Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina e con l’autorizzazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.

 

Accanto è sopravvissuta la Chiesa Ortodossa Ucraina autonoma dal Patriarcato di Mosca. Quest’ultima chiesa è guidata da un santo Metropolita , un sacerdote che apprezza il silenzio, non è mediatico , quando si reca sul Monte Athos serve i confratelli come l’ultimo dei monaci.

 

Eppure, questo santo sacerdote, ha elevato nella crisi russo/ucraina il suo più alto “grido di dolore” . Nel 2022 ha definito l’arrivo dell’esercito russo in ‘Ucraina un “disastro”, dichiarando che “i popoli russo e ucraino provengono dalla fonte battesimale del Dnepr e una guerra tra loro è una ripetizione del peccato di Caino che uccise il suo stesso fratello per invidia . Una tale guerra non può essere giustificata né da Dio né dal popolo” .

 

Eppure, questa chiesa di pace, di dialogo, rischia di non aver più voce in territorio Ucraino. Sembrerebbe , infatti, che le autorità di Kiev vogliano impedire alla Chiesa guidata dal Metropolita Onofrio al totale silenzio.

 

Significa, se è vero che le tante parrocchie potrebbero essere confiscate e cedute alla Chiesa Ortodossa Ucraina , fedele al Patriarcato di Costantinopoli.

 

In alcuni villaggi , la Chiesa Ortodossa Ucraina viene spodesta dalle sue chiese a favore della Chiesa riconosciuta da Costantinopoli. Eppure, in tutta questa persecuzione , Il Metropolita Onofrio, porge “l’ altra guancia”.

 

Non è presente sui “social” , non invita alla guerra ma alla ricerca della Pace. Onofrio, come il Vescovo di Roma viene messo a tacere ma non per questo è per me un grande uomo, un grande esempio di cristiano.

 

Per questa ragione senza problemi mi dichiaro dalla parte del Metropolita Onofrio e della Chiesa che Cristo gli ha affidato.

 

Marco Baratto

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