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Gender gap, Donne Protagoniste in Sanità: “Ancora 122 anni prima di arrivare a parità”

E’ emerso da un incontro a Roma. La vicepresidente del Senato Castellone: “Al governo chiediamo di potenziare la sanità italiana, mancano 70mila infermieri e 20mila medici di base”

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Roma, 6 dicembre 2022 –  “Dai monitoraggi a livello nazionale ed europeo emerge che serviranno ancora 122 anni prima di arrivare ad una parità di genere in tutti gli ambiti della società”.
A dirlo è stata Monica Calamai, coordinatrice della Community Donne Protagoniste in Sanità, direttrice generale dell’Azienda Usl Ferrara e Sub-Commissario generale Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, a margine dell’incontro su “Gender gap e salute della donna: le proposte della Community Donne Protagoniste in sanità”, svoltosi a Palazzo Giustiniani a Roma.

“Il gender gap è anche uno degli obiettivi prioritari del Pnrr – sottolinea Calamai -. I pochi bilanci di genere, che sono stati realizzati nelle varie aziende sanitarie, dimostrano che la strada è ancora lunga ma ci sono gli elementi per poter fare questo salto in avanti, anche a livello culturale. Dobbiamo partire da un percorso formativo-culturale che deve iniziare fin dalle scuole primarie. Tutto il top management, ad esempio, vede una presenza femminile di appena il 27%, con divari retributivi e di ruoli apicali significativi nella Pubblica Amministrazione, nei Consigli di amministrazione delle varie aziende, nella politica. Quale messaggio mandiamo al Governo? Quello di investire nelle infrastrutture per consentire una presenza lavorativa migliore, quello di sostenere la maternità e le donne in stato di gravidanza nei vari ambienti di lavoro, investendo anche su asili nido e baby parking”.

“La Community Donne Protagoniste in sanità – ha sottolineato Maria Domenica Castellone, medico e vice presidente del Senato – lavora a proposte concrete in ambito sanitario, a progetti nell’ambito del Pnrr per immaginare quella riforma del servizio sanitario nazionale resasi necessaria dopo la pandemia.  Non bastano i due miliardi di euro stanziati per la sanità nella manovra economica. Bisogna investire di più per la valorizzazione contrattuale del personale e l’assunzione di nuove professionalità. Mancano 70mila infermieri, 20mila medici di medicina generale, migliaia di medici ospedalieri. Sul fronte del Pnrr è necessario portare avanti la missione che si occupa di inclusione e coesione e quella relativa alla salute, in particolare la digitalizzazione e la riforma della medicina territoriale”.

 

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