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IL PUNTO   n. 889 del 9 dicembre  2022

di MARCO ZACCHERA 

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SOMMARIO: DONNE IRANIANE – LEGGE FINANZIARIA – CASO JUVENTUS – BRAVO NORDIO, Approfondimento: REDDITO DI CITTADINANZA.

 

Dedicato alle donne..

Quello che sta avvenendo in IRAN sarà forse fondamentale per il futuro di tutta l’area Medio Orientale. Credo che dobbiamo essere grati alle donne iraniane che hanno avuto il coraggio di rompere gli schemi di una società assurdamente tornata indietro nella storia. L’Iran (come l’Afghanistan) 60 anni fa era un modello di libertà religiosa e di emancipazione femminile: dobbiamo essere solidari e vicini a chi lotta rischiando la vita non solo per la propria libertà, ma per quella di miliardi di donne che ancora oggi sono senza diritti, vittime nelle proprie società.

 

FINANZIARIA: LE TRAVI E LA PAGLIUZZA

Noi italiani siamo proprio strani. Commentando una legge finanziaria che “gira” oltre 30 miliardi non si vanno a vedere le questioni principali, ma le pagliuzze: aiuta l’evasione aumentare l’uso del contante? La scorsa settimana ho ribadito che mi auguro che NON venga estesa eccessivamente questa possibilità, ma sono davvero dei dettagli minimali, eppure tutta la polemica politica ruota solo su questi spiccioli. Pochi ricordano che il “grosso” della manovra è la necessità (a debito) di aiutare famiglie ed imprese a pagare le bollette (ovvero prevedere sussidi).

Passa così in silenzio la presa d’atto che il governo Draghi NON ha raggiunto la grande maggioranza degli obiettivi europei di quest’anno e che quindi bisogna lavorare per raggiungerli, ovvero tirare – e far tirare – la cinghia. Così come pochi ricordano che il costo dell’energia è di fatto condizionato da politiche europee che a volte ci strozzano.

Di fatto (e di diritto) è quindi l’Unione Europea che detta la linea economica su tutto o – meglio ancora – la Banca Centrale Europea che di fatto comanda e può obbligare ai suoi desideri la politica dei vari paesi senza concreta possibilità di obiezioni.

E’giusto secondo i principi etici europei? E quanto conta allora la volontà dei popoli, degli elettori, dei cittadini? E’ diventata un optional, nei fatti stiamo andando dritti dritti verso una “democrazia per procura” affidata alle banche. Non mi sembra un grande successo democratico, mentre il PNRR (somme enormi, ma in gran parte da restituire) ci sta legando sempre di più mani e piedi a Bruxelles e condizionerà sempre di più il nostro futuro, chiunque governi. Ma chi “controlla i controllori”, chi li nomina?  Parliamo di questo – che è il centro del problema –  piuttosto al mantenere o meno i 60 (sessanta) euro di limite per l’obbligo del POS! Intanto va segnalato che ad ascoltare il dirigente della Banca d’Italia che su questo ha criticato il governo alle riunioni congiunte delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato erano presenti solo 7 (sette!) parlamentari su oltre 50. Non sono passati neanche due mesi da quando deputati e senatori sono stati eletti, è primo bilancio da esaminare… non si parte bene!

 

IL CASO JUVENTUS

Potete o meno essere tifosi juventini, certo lo scandalo dei bilanci della società bianconera lascia perplessi soprattutto perché la Juventus è quotata in borsa e – se questi sono i pasticci di una società quotata – mi chiedo cosa combinino le altre, ma soprattutto che controlli operi la CONSOB, così come la società di revisione interna, la FIGC e gli altri organismi preposti a certificare la trasparenza dei conti.

Mentre il “mondiale” si trascina tra indifferenza e rimpianti (ma quanto costa alla Rai seguire i campionati, a parte i diritti TV?) nessuno sembra sottolineare l’assurdità di un calcio italiano che non fa crescere i giovani di casa e spende invece centinaia di milioni per raccattare i più o meno presunti campioni, soprattutto nella parte povera del mondo. Di fatto si favoriscono così speculazioni ed imbrogli mentre anche la FIGC non investe che solo una minima parte nei centri giovanili o nello sport dilettantistico.

Non lamentiamoci poi per l’eliminazione della nazionale azzurra dai “mondiali”.

 

BRAVO NORDIO

Ci si lamenta sempre che i politici non parlino chiaro e invece il neo-ministro della Giustizia, Carlo Nordio (ex pubblico ministero) ha il coraggio di farlo e per questo va

apprezzato. Certo che ogni volta che si cerca di cambiare qualcosa le “caste” protestano e i magistrati si sono infatti subito schierati in prima fila per bloccare tutto.

Forse dimenticano che i cittadini italiani sono profondamente delusi e scettici sulla gestione della giustizia in Italia e che quindi cambiamenti si impongono, così per l’uso distorto delle intercettazioni che dai palazzi di giustizia filtrano troppe volte in tempo reale sui giornali. Patetico che immediatamente il PD (che pur aveva sostenuto il contrario) per paura di essere superato a sinistra si sia immediatamente accodato alle toghe. Forse…non si sa mai?!

 

Approfondimento: REDDITO DI CITTADINANZA

Il reddito di cittadinanza, fiore all’occhiello dei programmi del M5S, proprio per questa sua forte caratterizzazione politica è stato da sempre oggetto di grandi polemiche. Vediamo di affrontare il discorso con meno ipocrisie e più concretezza cominciando a ricordare che da diversi anni in Italia funzionavano programmi simili come il REI (Reddito di Inclusione) e soprattutto il SIA (sostegno per l’inclusione attiva) che avevano scopi analoghi, ovvero soprattutto di tamponamento sociale.

Chi ha lavorato come “navigator” sa benissimo che – al di là delle sparate propagandistiche o dei programmi auto-celebrativi di “abolizione della povertà” – c’è la desolante realtà di uno strato sociale che in parte lavora “in nero” e si adatta al suo ruolo furbescamente o per necessità, oppure che semplicemente non ha voglia o (soprattutto) non può lavorare. La “voglia” è spesso carente per abitudini, ignoranza, provenienza famigliare, mancanza di spirito competitivo ma anche per pessimismo, delusioni passate con più o meno gravi carenze psicologiche e problemi di tossicodipendenza, ex detenuti, alcolisti ecc.

Vi sono poi spesso anche problemi fisici perché una persona non ha magari riconosciuta una percentuale di invalidità, ma se ha effettivi limiti fisici non può svolgere concretamente mansioni manuali, ricordando che la gran parte dei percettori del RDC non riceve i teorici massimali di legge (ovvero oltre i mille euro per reddito famigliare) ma una miriade di piccole somme mensili insufficienti per campare, ma sufficienti per “arrotondare”, senza però risolvere il problema lavorativo.

Non credo siano quindi molte le persone che abbiano effettivamente rinunciato a un lavoro stabile (e correttamente pagato) per percepire il reddito: le (poche) offerte di lavoro sono comunque di solito per mansioni manuali o specializzate cui non può accedere una manovalanza parzialmente invalida o anziana o che per qualche motivo non è all’altezza di un minimo di istruzione e autonomia lavorativa.

Il “Reddito di cittadinanza” è stato insomma una mancia, non una soluzione, ma d’altronde o si decide di ghettizzare una parte della popolazione che – soprattutto nel sud e nelle periferie urbane – non ha possibilità concrete di lavoro oppure (come è avvenuto) le si passa un piccolo mensile che permetta di tacitarla e arrotondare il minimo vitale. Ovvio che i grillini, assumendosene il merito “in proprio”, lo abbiano poi furbescamente trasformato in uno scambio elettorale.

I “navigator” non hanno quindi trovato posti di lavoro (né erano in grado di trovarli) ma – almeno quelli che hanno lavorato con criterio – hanno piuttosto spiegato ai “convocati” come avrebbero potuto “tentare” una ricerca di lavoro stendendo per loro almeno un curriculum e fornendo informazioni generali, in pratica poco di più.

Il fatto è che lavori veri, stabilizzanti e ben pagati, è difficili trovarli perché richiedono qualifiche, specializzazioni, mobilità, volontà di impegno nel tempo, ovvero caratteristiche che mancano alla gran parte dei richiedenti il sussidio, che in molti casi risultano poco al di sopra del livello di alfabetizzazione.

Senza dimenticare la grande platea degli immigrati, le cui “domande” di reddito sono state presentate (ed ottenute) per tramite dei patronati, sovente non dicendo la verità e questo è un aspetto che è rimasto colpevolmente in ombra.

Gente che ha auto-dichiarato di essere in Italia da un decennio (quando la circostanza – indispensabile per ottenere il sussidio –  era del tutto falsa) ma d’altronde tutti i dati forniti si basavano sempre su una “autodichiarazione” spesso di dubbia comprensione per l’interessato, talvolta neppure in grado di leggere in italiano. Immaginatevi come potevano essere compresi dei quesiti stesi in burocratichese!

“Navigator” diventati più assistenti sociali, dunque, che veri tecnici del lavoro e comunque all’interno di un riferimento normativo contraddittorio e con situazioni regionali assurde, basti pensare che ad oggi, a “fine legge”, i concorsi per potenziare i Centri per l’Impiego di oltre 10.000 unità in molte Regioni non sono ancora terminati.

Ogni Regione è d’altronde andata per conto suo, sostanzialmente in un caos generale, mancando direttive unitarie e tempi obbligatori. Il lavoro d’altronde è – come la sanità – materia di competenza prevalentemente regionale e quindi ci si trova di fronte a scenari, meccanismi e organici spesso molto differenti da un territorio all’altro; tutto questo con il paradosso che norme nazionali come il RDC, finiscono con l’essere gestite in modo uniforme dall’INPS a livello di erogazione del sussidio, ma in modo del tutto differente dal lato delle politiche attive del lavoro.

Complessivamente, quindi, una legge fallimentare in termini di recupero di veri nuovi posti di lavoro, ma utile e a volte indispensabile come provvedimento-tampone ai fini sociali.

 

Buona settimana a tutti!

                                                                                                  MARCO ZACCHERA

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