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Emanuela Orlandi “collegata ad una menzogna”

“Questa storia del sesso e del banco ambrosiano, dei riti satanici, è una menzogna. C’è una sola verità: Emanuela Orlandi è collegata con il Terzo segreto di Fatima. Un gruppo di persone dentro il Vaticano ha organizzato questo rapimento. Doveva servire soltanto per ottenere la mia liberazione”. Questo ha dichiarato l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II, Mehmet Ali Agca, riguardo a Emanuela Orlandi, la ragazzina di 15 anni sparita a Roma il 22 giugno 1983.

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La storia del sesso e via di seguito è una menzogna. Sarà, ma anche il Terzo segreto di Fatima cui sarebbe “collegata”  Emanuela Orlandi è una menzogna. Da una menzogna si passa tranquillamente ad un’altra menzogna. Lo avete letto il Terzo segreto? Lo avete letto riuscendo a non ridere? Vi riporto quanto ebbi a scrivere in un mio libro dedicato alle apparizioni di Fatima.

Un guazzabuglio, un quadro tragicomico. C’è un angelo con in mano una spada, o meglio una sorta di lanciafiamme, che si sgola, gridando tre volte “penitenza!”, pur sapendo che il suo monito sarebbe giunto agli uomini ben 83 anni dopo. Giovanni Battista disse una volta sola “convertitevi”, e si rivolgeva alle folle che accorrevano a lui. Lucia, alla parola “penitenza”, che nel Vangelo significa conversione, attribuiva un senso ben diverso: per lei voleva dire solo fare sacrifici e torturarsi (cf. Lucia racconta Fatima – Editrice Queriniana). La veggente colloca la scena centrale della visione nella “luce immensa che è Dio”; non dice che la luce emana da Dio, ma che essa è Dio stesso; il che significa che anche gli assassini del vescovo sono in Dio. La scena: “Un Vescovo vestito di bianco…Vari altri Vescovi, Sacerdoti…salire una montagna ripida…in cima alla quale c’era una grande Croce…Il Santo Padre…mezzo tremulo, con passo vacillante…venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e di frecce”. Evidentemente per la veggente di Fátima, le frecce sul vecchio tremulo, assieme ai proiettili, sortivano maggiore effetto, rendendo lo spettacolo più cruento. Assieme al Vescovo “morirono gli uni dopo gli altri…uomini e donne di varie classi e posizioni”. Importante questa precisazione finale. Nel frattempo “due Angeli ognuno con un annaffiatoio di cristallo nella mano…raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”. Ma che schifo, che schifo, povere anime. Giovanni Paolo II s’identificò col Vescovo vestito di bianco, “mezzo tremulo”, sebbene quando subì l’attentato era ancora nel pieno delle forze, e nonostante  Lucia dica chiaramente che il vescovo morì. Un errore della veggente, questo, o un ripensamento della Signora di Fátima?

Renato Pierri

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