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«Il presidente Roberto Occhiuto ha l’indubbio merito d’aver avviato il percorso per istituire dei corsi di laurea in Medicina e in Scienze infermieristiche nell’Università della Calabria, per creare a Cosenza un policlinico universitario e rispondere con efficienza ed efficacia alla pressante domanda di salute del territorio e all’esigenza di ampliare l’offerta formativa, anche specialistica, per i futuri medici, di cui c’è tanto bisogno nella nostra regione». Lo afferma, in una nota, la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, che sottolinea: «Nessuno, prima del presidente Occhiuto, si era spinto così in avanti e aveva avuto il coraggio di rompere schemi consolidati e un lungo immobilismo politico, penalizzanti per i cittadini calabresi e l’intero sistema sanitario della Calabria.  È un dato – rimarca la presidente Succurro – che gli atenei della nostra regione siano stati coinvolti nel processo di cambiamento relativo alla formazione dei medici. A riprova, i rettori delle università calabresi hanno già concordato in via ufficiale sulla necessità di allargare gli orizzonti e di realizzare nuove strutture formative e di ricerca in campo medico. Ciononostante, in ambito politico c’è ancora chi vive di campanilismo e rema contro in maniera strumentale e ingiustificata, probabilmente per solo spirito di conservazione». «I giovani calabresi hanno tutto il diritto di studiare e lavorare nella loro terra, di crescere professionalmente e di contribuire al rilancio del Servizio sanitario regionale, in atto grazie al decisionismo del presidente Occhiuto, che in poco tempo ha recuperato oltre 150 milioni del Pnrr, si è fatto approvare il nuovo Programma operativo e ha quantificato il debito sanitario. La Regione – conclude Succurro – sta agendo con coscienza, rapidità e responsabilità perché in Calabria ci siano aziende ospedaliero-universitarie con le carte in regola e con la capacità di fornire l’assistenza che i cittadini meritano:

dall’emergenza-urgenza alla specialistica, dall’avanguardia tecnologica alla cura sul posto dei bambini».

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