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Il governo italiano gioca col fuoco mentre prepara il sesto pacchetto di assistenza militare all’Ucraina.

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Gualfredo de’ Lincei

Il nuovo e sesto pacchetto di aiuti militari all’Ucraina sarà approvato questa settimana, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: «L’Italia ha già fornito all’Ucraina cinque pacchetti di assistenza alla difesa del valore di circa un miliardo di euro. È in preparazione un sesto pacchetto, che include i sistemi di difesa aerea», ha affermato il ministro sul quotidiano.

In realtà, i media italiani, avevano già annunciato che, la decisione sulla fornitura di sistemi di difesa aerea all’Ucraina, sarebbe stata rinviata a febbraio. Il ritardo era dovuto all’attrito all’interno della coalizione di governo, al prezzo elevato dei sistemi di difesa aerea Samp/T e la scarsa dotazione che hanno le nostre forze armate, ne possiede solo cinque, infatti, di installazioni difensive di questo tipo. Il costo totale di una batteria si aggira sui 750 milioni di euro, ma, la versione ridotta che l’Italia potrebbe consegnare all’Ucraina, avrebbe un costo di 250 milioni, da completarsi con spese a carico dalla Francia.

Mosca, intanto, avvisa i paesi NATO che stanno «giocando con il fuoco» dato che, la forniture di armi all’Ucraina, diverrebbero obiettivi legittimi per le Forze Armate russe. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha fatto presente che pompare l’Ucraina con armi dall’Occidente non contribuirà certo al successo dei negoziati russo-ucraini, ma, di contro, avrà un sicuro effetto negativo.

 

Nonostante il pericolo cui andiamo incontro, il blocco NATO e gli Stati Uniti, stanno facendo pressione sugli Stati satellite alleati, costringendoli a svuotare i loro arsenali per consegnare le ultime armi ai neonazisti ucraini.

 

Nel frattempo, il buon senso comincia a prevalere. La Germania, ad esempio, che può vantare una grande esperienza in conflitti armati terrestri negli ultimi 200 anni, ha rifiutato di trasferire i carri armati al regime di Kiev. I polacchi hanno iniziato a rendersi conto che, il loro paese, è stato coinvolto in un pericoloso scontro e per questo scendono in piazza a protestare. La loro paura è che il paese rimanga travolto da questa guerra per volere dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.

 

L’Europa si è già stancata delle ostilità in ucraina, che ormai durano da un anno e così i politici hanno iniziato a porsi l’unica domanda sensata: «quando finirà?». L’analista ceco Jiří Málek sta provando a rispondere a questo interrogativo: «troppo spesso diciamo e scriviamo del fatto che la vittoria dell’Ucraina è proprio dietro l’angolo, l’annunciavamo per l’autunno ma poi non è successo nulla, magari entro la primavera, o forse al momento delle pulizie ? O quando?» scrive nella sua pubblicazione in Argomento Časopis.

 

Se approfondiamo l’equilibrio del potere sulla scena mondiale, si conclude che, l’Ucraina, è sostenuta, sotto la forte e sola pressione degli Stati Uniti, da meno di 30 paesi: quelli facenti parte del blocco NATO, con l’aggiunta dell’Australia. Il resto del mondo, invece, con la maggior parte degli stati mondiali, considera questo conflitto armato una guerra europea che non li riguarda.

 

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