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Elisa Caponetti analizza il caso di tentato suicidio ragazza Università Milano 

La notizia del probabile tentato suicidio di una ragazza di 19 anni all’Università Iulm di Milano, si aggiunge alle troppe morti dei giovani. Secondo quanto si apprende dalle prime informazioni diffuse, la ragazza avrebbe lasciato un biglietto in cui manifestava l’intenzione di suicidarsi. Le indagini faranno il loro corso, ma il punto non è questo. Occorre fare qualcosa.

Secondo l’OMS, i suicidi sono al secondo posto tra le cause di morte nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni. I giovani sembrano risentire maggiormente delle particolari criticità di questa epoca, vivendo con grande preoccupazione questo periodo. E’ recente, l’allarme lanciato dal Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri sull’incremento dei casi avvenuti negli ultimi due anni, ben 75% di tentati suicidi. L’aumento del disagio è ormai evidente, così come lo sono i comportamenti autolesionistici, gli agiti devianti o l’isolamento e la fobia sociale. E’ necessario saper cogliere i segnali predittivi. Il suicidio è un pensiero che si insinua lentamente, è un progetto che si costruisce giorno dopo giorno, non è un agito impulsivo ed improvviso, è un vero e proprio progetto di morte che contrasta con il senso di sopravvivenza tipico dell’essere umano. Occorre fare prevenzione a tutti i livelli (famiglia, scuola, istituzioni, personale sanitario…). Occorre riuscire a cogliere prima quel grido di disperazione, anche se lanciato attraverso il silenzio e in assenza di voce!

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