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Qualche domanda sulle scritte a Torre Angela, Roma

Nella notte, i muri della struttura sanitaria Casa della salute, nel quartiere di Torre Angela, periferia est di Roma, sono stati imbrattati con le scritte: “Vaccino uguale morte”, “Medici assassini”. Stabilito senza alcuna esitazione che il gesto è da condannare, giacché non è questo il modo di protestare, sarà opportuno porsi delle domande? Perché molte persone sono così esasperate? Non sarà per caso che a compiere il gesto siano state persone che hanno perso un familiare, un giovane figlio, un genitore, a causa del vaccino contro il Covid? Non saranno per caso persone che a seguito della vaccinazione, hanno subito danni gravi alla propria salute? Perché altrimenti tanta esasperazione? Ed è opportuno continuare caparbiamente ad inoculare il siero, quando tutti sanno ormai che il virus può essere combattuto benissimo con antinfiammatori e antibiotici? Ammesso che un vaccino possa giovare all’intera umanità, è giusto anche solo consigliare di farselo inoculare non avvertendo chiaramente che c’è la possibilità anche remota di gravi conseguenze per la salute, persino letali? Infine, a compiere il gesto non potrebbero essere state anche persone che hanno perso il lavoro, avendo rifiutato il vaccino?

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Renato Pierri

Qualche domanda sulle scritte a Torre Angela, Roma

Nella notte, i muri della struttura sanitaria Casa della salute, nel quartiere di Torre Angela, periferia est di Roma, sono stati imbrattati con le scritte: “Vaccino uguale morte”, “Medici assassini”. Stabilito senza alcuna esitazione che il gesto è da condannare, giacché non è questo il modo di protestare, sarà opportuno porsi delle domande? Perché molte persone sono così esasperate? Non sarà per caso che a compiere il gesto siano state persone che hanno perso un familiare, un giovane figlio, un genitore, a causa del vaccino contro il Covid? Non saranno per caso persone che a seguito della vaccinazione, hanno subito danni gravi alla propria salute? Perché altrimenti tanta esasperazione? Ed è opportuno continuare caparbiamente ad inoculare il siero, quando tutti sanno ormai che il virus può essere combattuto benissimo con antinfiammatori e antibiotici? Ammesso che un vaccino possa giovare all’intera umanità, è giusto anche solo consigliare di farselo inoculare non avvertendo chiaramente che c’è la possibilità anche remota di gravi conseguenze per la salute, persino letali? Infine, a compiere il gesto non potrebbero essere state anche persone che hanno perso il lavoro, avendo rifiutato il vaccino?

Renato Pierri

 

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