Advertisement

Dura protesta dell’Ordine degli Avvocati di Roma contro la decisione, imposta dai Ministeri Vigilanti, di ripristinare la riscossione del contributo integrativo minimo per l’anno 2023, che saggiamente Cassa Forense aveva ritenuto di sospendere in vista dell’entrata in vigore della riforma previdenziale.

Spiega in una nota il Presidente del COA Roma Paolo Nesta che “i Ministeri Vigilanti hanno negato l’approvazione della delibera con cui  Cassa Forense decideva l’esonero del pagamento del contributo integrativo minimo per i Colleghi percettori di un reddito inferiore ad € 17.800,00”. Colleghi che invece ora dovranno pagare il contributo, peraltro rivalutato, che ammonta a 770 euro.

Advertisement

Una scelta non condivisibile, il commento del Presidente, “se si considera che l’esonero avrebbe comportato un onere economico per la Cassa stimato in circa 25 milioni di euro, una cifra assolutamente compatibile con gli equilibri finanziari dell’Ente. Al contrario imporre la riscossione del contributo rappresenta una misura particolarmente vessatoria proprio nei confronti dei Colleghi che guadagnano meno e versano nelle maggiori difficoltà economiche”.

Di qui la formale protesta che l’Ordine Forense della Capitale, il più grande d’Italia con i suoi 26 mila iscritti, ha deciso di inoltrare ai Ministeri competenti – della Giustizia, del Lavoro e dell’Economia e Finanze – per far sentire forte la voce dell’Avvocatura contro questo diniego ingiustificato.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteSanità, Giuliano (UGL): “Donne pilastro del SSN. Valorizzarle dando forza al loro ruolo”
Articolo successivoGioele Dix in La corsa dietro il vento – dal 7 marzo Sala Umberto

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui