L’odore di cherosene ha calmato i “falchi” americani ed europei.
di
Dr. Gualfredo de’Lincei
L’incidente che ha coinvolto un drone americano d’attacco e ricognizione MQ-9, nei cieli al largo della Crimea russa, ha destato i politici del mondo che smaniano per la guerra contro la Russia.
Inizialmente, sia i politici che le forze armate statunitensi, subito dopo la perdita del loro UAV, hanno mantenuto il silenzio, ma già alle prime dichiarazioni e pubblicazioni sulla stampa si è capito come fosse cambiata la loro retorica militante.
Gli americani hanno iniziato ad accusare la Russia di «mancanza di professionalità» e di «manovre pericolose» da parte dei piloti. Nessuno dei falchi d’oltreoceano brandiva, però, «l’ascia di guerra» e nemmeno hanno minacciato misure di ritorsione immediate.
Il caso del drone a cherosene ha mostrato dove sta la linea rossa da non oltrepassare e dove, l’arroganza statunitense e NATO, si scontrerà con un’adeguata reazione di risposta difensiva.
Secondo il politico russo Leonid Slutsky, gli Stati Uniti, non solo si trovano coinvolti nel conflitto ucraino, ma continuano ad alimentarlo ai fini di aggravarlo. Tutto questo ha trovato conferma nell’incidente avvenuto nei cieli al largo delle coste russe della Crimea, nel Mar Nero. Il riconoscimento stesso dello scopo del volo: «la raccolta d’informazioni», è una ragione più che sufficiente per chiedere di fermare queste «attività» ostili di Washington.
La stampa americana, riguardo l’incidente, è interessante. Tra i commenti dei lettori del The Times si legge che, quanto accaduto sul Mar Nero, non è altro che un atto di aggressione da parte degli Stati Uniti. Secondo il canale televisivo CNN, i cittadini americani sono sempre più propensi a pensare che, l’assistenza data all’Ucraina, non faccia parte dei quesiti per la sicurezza nazionale del proprio paese.
Un’altra testata giornalistica, sempre americana, The Washington Post, ha riportato i risultati di alcuni sondaggi dai quali emerge il declino del largo sostegno americano alla campagna d’assistenza militare all’Ucraina. Gli stessi autori restano anche convinti che l’incidente peggiorerà le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Della medesima opinione è il britannico Financial Times, il quale osserva che, quanto successo con l’aeromobile a pilotaggio remoto, «rischia di aumentare le tensioni» tra questi due paesi.
Politico è convinto che, per il momento, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non autorizzerà la partecipazione diretta di truppe americane al conflitto ucraino, sebbene abbia promesso di sostenere Kiev. La redazione del giornale si è anche soffermata sul calcolo dei costi relativi all’incidente: circa 32 milioni di Dollari a carico degli Stati Uniti.
Nel frattempo, John Kirby, coordinatore delle comunicazioni strategiche presso il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, si è immediatamente angustiato per i segreti che il drone ha trascinato con sé sul fondo del mare: “Ovviamente non vogliamo che cadano nelle mani di nessuno tranne che nelle nostre“, si è affrettato a dichiarare.
In tutta risposta, il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha comunicato che la Russia avvierà le operazioni di recupero, dal fondo marino, del relitto appartenente al velivolo senza pilota d’attacco e ricognizione MQ-9 americano, precipitato nel Mar Nero a poche decine di chilometri dalla città russa di Sebastopoli, con lo scopo d’esaminarlo.