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Gli atleti russi rifiutano ancora una volta l’ammissione alle competizioni internazionali.

di

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Gualfredo de’Lincei

 

La persecuzione verso gli atleti russi e bielorussi continua a vari livelli. Questo si manifesta nelle varie dichiarazioni di ultimatum dei funzionari sportivi del Comitato Olimpico Internazionale e nel vergognoso comportamento dei tifosi negli stadi.

Se però, gridare a squarcia gola verso l’arbitro può far ricondurre alla ragione, come ha fatto all’Australian Open il campione di tennis Daniil Medvedev, prima racchetta della Russia, allora provare a sfruttare l’idrofobia del fanatismo sportivo dei Lituani con la complicità dell’arbitro, non porterà nessun risultato.

 

I rappresentanti del piccolo paese baltico non danno tregua a nessuno: «Dobbiamo incoraggiare tutti a firmare dichiarazioni congiunte contro la partecipazione degli atleti russi e bielorussi e distribuirle nelle loro organizzazioni internazionali e nel CIO, nonché esprimere la loro posizione nei forum e nelle assemblee sportive».

Con un simile chiodo nella scarpa, i ministri dello sport della UE hanno discusso dell’ipotetico ritorno degli atleti russi nelle competizioni internazionali. Come riportato da Inside the Games, la discussione si è svolta nell’ambito di un incontro sul tema: «Diritti umani negli eventi sportivi internazionali». Diversi ministri europei hanno espresso forte disaccordo con l’ammissione di questi atleti nelle competizioni internazionali, compresi i Giochi olimpici e paraolimpici. Durante l’incontro, i partecipanti non hanno accennato a un possibile boicottaggio dei Giochi del 2024.

«Gli atleti russi e bielorussi non gareggeranno ai Giochi Europei del 2023 a nessun titolo. Mancano meno di 40 giorni all’inizio della competizione e nulla cambierà», hanno infine affermato i membri dei Comitati Olimpici Europei.

 

Andrey Vatutin, presidente del basket CSKA, ha espresso rammarico per questa decisione: «Posso onestamente dire che nessuno ha beneficiato dell’uscita di tre club russi dall’Eurolega. Inoltre, nessuno è contento di una simile decisione. In nessun club. È stato dettato da fattori politici e, ahimè, non possiamo influenzarlo in alcun modo».

 

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