Scene della guerra in Ucraina alla parata militare
Le automobili non avrebbero bisogno d’essere belle, basterebbe che fossero resistenti, funzionali e comode, ed invece devono essere anche belle, lucide, fiammanti, dalla forma armoniosa e attraente, altrimenti non se ne vendono abbastanza. Anche le modelle e i modelli che presentano i vestiti devono essere belli, e belli devono essere i vestiti. Tutto per essere ben venduto deve essere anche bello. Pure le armi devono essere belle. Basterebbe che fossero funzionali, capaci di uccidere con estrema precisione, oppure in grado di fare la maggiore devastazione possibile, di distruggere, annientare, eliminare, inquinare. Ed invece, per essere ben vendute, anche le armi devono essere belle, lucide, attraenti, facili ad essere maneggiate e magari accarezzate. Per me la parata militare è un’occasione per ammirare tanta bellezza tutta insieme. Mentre ammiro, mi figuro anche le guerre; le guerre necessariamente belle e attraenti, giacché fatte con armi belle e attraenti. Del resto, se vediamo una falce lucida e tagliente, il pensiero va subito all’erba verde e profumata, alle bionde spighe di grano. Alle armi associamo la guerra e la morte. Così vorrei suggerire, in occasione della parata militare del due giugno, di mettere grandi schermi lungo la Via dei Fori Imperiali, con scene della guerra in Ucraina. La gente in tal modo potrà vedere gli effetti dei fucili belli, delle mitragliatrici belle e dei cannoni belli. Gli effetti delle bombe su case, mercati, ospedali. Corpi amputati, bruciati, spezzati, dilaniati. E tanto sangue. Sangue d’innocenti, per lo più.
Renato Pierri