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Una conferenza del CNRI a Parigi commemora l’anniversario della rivolta iraniana del 2022

Giovedì 7 settembre 2023 si è svolta una conferenza dal titolo “La rivolta nazionale dell’Iran, un anno dopo”, alla quale hanno partecipato figure internazionali di spicco. Sono stati fra i partecipanti di rilievo il deputato Randy Weber della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, il senatore Gerry Horkan dell’Irlanda e Jim Higgins, ex ministro e vicepresidente della delegazione irlandese al Parlamento europeo.

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Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran, ha aperto la conferenza dando un caloroso benvenuto agli illustri ospiti. Ha evidenziato la vasta esperienza della Resistenza iraniana e dell’OMPI/MEK nella lotta per la libertà, che dura da oltre mezzo secolo, durante il quale si sono confrontati sia con la dittatura dello scià che con il regime teocratico.

Rilevando che il 16 settembre segna l’anniversario della rivolta nazionale in Iran, la signora Rajavi ha affermato: “Di fronte alla perseveranza del popolo iraniano e della Resistenza, il regime cerca di ritardare la propria caduta intensificando la repressione. La rete della Resistenza in Iran continua ad espandersi, con un numero crescente di giovani donne e uomini che si uniscono ai ranghi della rete MEK e alle Unità di Resistenza. Per anni il regime ha deliberatamente evitato di menzionare il MEK e il CNRI nel tentativo di vendere la sua grande menzogna secondo cui non esisterebbe un’alternativa praticabile e l’opposizione democratica non avrebbe sostegno all’interno del paese. Tuttavia, la presenza e le attività delle Unità di Resistenza e della rete del MEK hanno raggiunto un livello tale che il regime è stato costretto a cambiare posizione sulla questione. Oggi, i funzionari del regime riconoscono apertamente la preoccupazione per il ruolo decisivo delle Unità di Resistenza del MEK nella rivolta e per il crescente numero di giovani che sostengono i nostri obiettivi.

Il 12 luglio 2023, il presidente del parlamento del regime Mohammad Baqer Qalibaf, riassumendo la rivolta, ha affermato: ‘L’OMPI ha avuto il ruolo più importante nell’organizzare e portare avanti queste proteste’. Pertanto, il regime ha intensificato la sua campagna di demonizzazione contro il CNRI e l’OMPI, ricorrendo anche al terrorismo, alla presa di ostaggi e ad altri mezzi intimidatori per costringere altri paesi a limitare le attività legittime dell’opposizione iraniana. L’attenzione del regime sui membri dell’OMPI ad Ashraf-3 dimostra la sua paura del loro ruolo di impatto. Ma sia chiaro: nulla può impedire al OMPI e ai residenti di Ashraf di perseguire il loro obiettivo di liberare l’Iran”.

La signora Rajavi ha affermato che la politica di pacificazione nei confronti del regime ha contribuito alla sua sopravvivenza, e che una nuova politica è attesa da tempo. La ricerca di libertà e democrazia da parte del popolo iraniano persisterà fino al rovesciamento del brutale regime. Le atrocità del regime non scoraggeranno il popolo iraniano e la Resistenza, ma rafforzeranno solo ulteriormente la loro determinazione a pagare il prezzo per un Iran libero e democratico, determinato dal voto popolare.

In un discorso ispiratore, il rappresentante statunitense Randy Weber ha condannato il sistematico “schiacciamento del libero arbitrio dei cittadini laici e delle minoranze religiose perseguitate e persino dei musulmani coscienziosi ma dalla mentalità indipendente” da parte del regime iraniano, affermando: “Questa rivoluzione, questa volta, è focalizzata sulla fine di ogni sorta di dittatura in Iran. Scartare i mullah non significa restaurare i monarchi. C’è un’altra strada, come richiede il famoso slogan dei vostri combattenti per la libertà: ‘Morte del dittatore, sia esso lo scià o la guida’.

Rovesciando la dittatura dello scià con tutta la sua potenza militare, il popolo iraniano ha dimostrato la propria dedizione e disponibilità al sacrificio. In effetti, la rivoluzione del 1979 era radicata nel desiderio di libertà, democrazia e diritti umani. Ma il clero guidato dall’ayatollah Khomeini rubò la rivoluzione, consolidò il potere nel primo anno, eliminò ogni voce di dissenso, represse le forze della libertà e mosse guerra al popolo iraniano. Eppure, 44 anni dopo, il desiderio del popolo iraniano di raggiungere gli obiettivi originari della rivoluzione del 1979 è vivo e ancora più profondo”.

“La lotta per un Iran libero chiaramente non è uno sviluppo recente”, ha aggiunto il deputato Weber. “È stato un viaggio lungo e faticoso, segnato da innumerevoli sacrifici. Uomini e donne coraggiosi di ogni ceto sociale sono scesi in strada difendendo i loro diritti e chiedendo un cambiamento. Il loro coraggio di fronte alla brutalità è una testimonianza dello spirito incrollabile del popolo iraniano”.

Weber ha anche detto: “Potreste aver sentito che il governo americano è profondamente diviso su linee partitiche e, per molti aspetti, questo è vero. Ma sulla questione di un Iran libero, il Congresso degli Stati Uniti è incredibilmente unito. Con un forte sostegno bipartisan, io e i miei colleghi abbiamo presentato una risoluzione del Congresso a sostegno del Piano in 10 punti”.

In conclusione, il deputato Randy Weber ha invitato le controparti di tutti i parlamenti democratici a sostenere la lotta del popolo iraniano per la libertà. Ha inoltre invitato i suoi colleghi di tutto il mondo a riaffermare la loro dedizione a sostenere il popolo iraniano nella sua aspirazione alla libertà, alla democrazia e ai diritti umani.

All’incontro era presente anche Gerry Horkan, membro del Senato irlandese, che ha espresso il suo apprezzamento per gli sforzi compiuti dalla Resistenza iraniana per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle atrocità e sui pericoli del regime iraniano. Ha anche elogiato il suo ruolo chiave nella lotta per realizzare le aspirazioni di quasi 90 milioni di iraniani.

Il senatore Horkan ha dichiarato: “Siamo qui per sostenere tutti voi, il CNRI, nella vostra lotta perché ciò che chiedete è la democrazia. State chiedendo che il popolo abbia ciò che abbiamo noi. Non state dicendo ‘Sostituiremo una dittatura con un’altra dittatura’. State dicendo: ‘Vogliamo il Piano in 10 punti che dia la libertà religiosa, che dia l’uguaglianza, l’uguaglianza di genere, e a tutte le nazionalità, a tutte le diverse fedi e così via, alle persone di fede e senza alcuna fede”. State dicendo: ‘Noi saremo disponibili a fornire un governo ad interim, ma vogliamo che la gente possa votare’. Senza dubbio vi farete avanti per un governo e spero che avrete successo, ma voi chiedete la democrazia. 3.600 parlamentari di 40 Paesi diversi sostengono il CNRI, e io ho aderito a questo, anche nel Parlamento irlandese, dove abbiamo firmato e sostenuto mozioni a favore del Piano in 10 punti, a favore della libertà in Iran.”

L’ex ministro irlandese ed ex membro del Parlamento europeo Jim Higgins, intervenuto alla conferenza, ha condiviso la sua esperienza sul subdolo programma di Teheran volto a minare la reputazione della Resistenza iraniana.

Riferendosi al regime iraniano, ha affermato: “Sono letali, pericolosi e subdoli. E faranno letteralmente di tutto per minare la reputazione dell’OMPI. Ma non ci riusciranno. Perché l’OMPI ha superato tutte le frecce e tutta la propaganda che lo sono state lanciate contro”.

Higgins ha aggiunto: “È importante che collettivamente, come Paesi, ci riuniamo, che ci rimbocchiamo le maniche, che lavoriamo collettivamente, che mettiamo in campo i nostri interessi economici, come il petrolio e le risorse, che invece di concludere accordi sotto al tavolo con il regime, facendo allo stesso tempo ogni sorta di promesse e impegni in relazione al sostegno all’OMPI e al MEK, intraprendiamo un’azione collettiva a tutti i livelli, che ci sia totale solidarietà internazionale a livello delle Nazioni Unite, a livello dell’Unione Europea e su tutta la linea per fare in modo che, una volta per tutte, ostracizziamo, isoliamo e ci assicuriamo che il mondo veda i paria che queste persone sono”.

Concludendo il suo intervento, Higgins ha evidenziato che il movimento Iran Libero gode del sostegno di tutti i partiti politici e di diversi schieramenti, auspicando che “un giorno, la libertà arrivi in Iran attraverso il Piano in 10 punti della signora Rajavi la cui realizzazione è attesa da tempo”.

 

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