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Strategia per l’IA: cittadini e imprese segregati dal colonialismo tecnologico

Un sistema fuori controllo che sta mettendo a rischio il paese e la nostra società

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L’intelligenza artificiale (IA) è al centro della rivoluzione tecnologica che sta trasformando il mondo in cui viviamo. L’Italia ha recentemente presentato la sua “Strategia per l’IA 2024-2026”, un piano ambizioso che mira a posizionare il nostro Paese come leader nell’innovazione tecnologica nello scenario di un futuro sempre più dominato dall’intelligenza artificiale (IA). Questa strategia diviene lo spunto per una riflessione profonda e necessaria sulla natura stessa di questa rivoluzione tecnologica sollevando domande cruciali.

Il Responsabile Dipartimento Transizione, Innovazione e Politiche digitali, REA Alexandro Ladaga ha individuato 8 punti fondamentali, ponendo questioni etiche e sociali sull’utilizzo della IA in tutti i settori e all’introduzione dell’ID Wallet, il portafoglio di identità digitale europea e le loro ripercussioni sulla nostra società.

 

Per questo è di primaria importanza monitorare questa trasformazione radicale, dotandosi di strumenti di riflessione e fattivi per tutelare i nostri cittadini e le nostre imprese.

“Ogni nuova tecnologia riflette e plasma i valori della civiltà che la sviluppa”, commenta Alexandro Ladaga, sottolineando i rischi di omogeneizzazione e di una nuova forma di colonialismo tecnologico.

“Dobbiamo assolutamente informare i cittadini sui rischi e i pericoli di questa nuova forma di colonialismo. Commenta Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale partito politico REA. Le istituzioni dapprima recepiscono, decretano, poi solo dopo l’introduzione della legge, si accorgono che sono necessarie norme a tutela. Lo si è visto ora con i siti idonei per le rinnovabili. Questo è preoccupante. L’iter dovrebbe essere inverso. Dapprima si avvia un tavolo tecnico e un comitato etico per affrontare il tema e poi decretare una norma che tenga conto degli infiniti cavilli che si possono verificare. Come ad esempio la firma digitale per i referendum: è senza senso-  prosegue il segretario nazionale. Il Governo vuole dimostrare che grazie anche alla firma digitale è possibile difendere i propri diritti? Non è così. E’ solo un escamotage per far passare il portafoglio digitale che aumenterà in maniera esponenziale non solo forme di controllo centralizzato offrendo i nostri dati ai migliori offerenti ed esporrà a innumerevoli rischi i cittadini”, conclude Caramanica.

 

In allegato: “8 punti di riflessione sulla strategia IA”, a cura di Alexandro Ladaga, Responsabile REA Dipartimento Transizione, Innovazione e Politiche digitali.

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