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Massafra, Relazione dello studioso Giulio Mastrangelo. “Nicola Andreace non era un artista solitario”.

Ringrazio il Circolo filatelico e numismatico “Tonino Rospo” in persona del presidente Francesco Rospo dell’onore a me riservato di parlare quest’oggi del Maestro Nicola Andreace, Circolo che ha promosso e dedicato meritoriamente a Nicola Andreace il premio che ogni anno assegna a esponenti della Cultura e della imprenditoria massafrese. Apprezzo la caratura umana e culturale delle personalità che saranno premiate oggi. Stimo molto soprattutto Peppino Montanaro che ci è stato sempre vicino e ci ha aiutati a pubblicare due libri di Roberto Caprara.

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Vengo al tema che mi è stato assegnato.

Cosa potrei dire su Nicola Andreace che non sia già arcinoto: che era uno dei ragazzi di via Dante Alighieri? che nella scuola ha lasciato una grande e forte impronta educativa? che ha fondato e animato varie associazioni culturali (ricordo la Fidapa, il Lions Club Massafra-Mottola Le Cripte, senza dire dell’Archeogruppo)? Tutto vero. Ma di questo hanno parlato con competenza e dovizia di testimonianze nel Bollettino n.8 Carmela Sforza Caprara, Pietro Mastrangelo, Carla Gallo, Gianni Iacovelli e tanti altri. Come potrei illustrare l’estro artistico di Nicola se non ricorrendo alle parole del prof. Giuseppe Mazzarino che lo ha definito “un intellettuale europeo nella periferia dell’Impero?”.

No, se mi consentite stamattina vi parlerò di qualcos’altro.

Cioè che Nicola Andreace non era un artista solitario, ma un uomo di cultura che si è formato nel “Gruppo di Massafra”.

Nel decennio 2014-2024 Massafra è diventata più povera, sono scomparsi gli uomini più rappresentativi della nostra Cultura: non solo Nicola Andreace, ma anche Attilio Caprara, Orazio Santoro, Roberto Caprara, senza dimenticare Paolo Catucci, Gino Convertino, Enzo Monaco, Orazio Bianco, Nannino Fuggiano, Loris Rossi, Franco Silvestri e altri.

Essi hanno contribuito alla fama acquistata da Massafra in campo culturale a livello nazionale e internazionale come esponenti del “Gruppo di Massafra” che tra gli anni ’50  e ’80 fece scuola. Gli amici del Circolo la Scaletta di Matera, per esempio, negli anni ‘60 venivano a Massafra per apprendere dal Gruppo di Massafra i rudimenti dell’arte e della cultura rupestre e del vivere in grotta. Nel 1966 il “Gruppo di Massafra” sbarcava a Milano con la memorabile mostra fotografica sugli affreschi di Massafra nella Galleria San Fedele, grazie anche al prof. don Cosimo Fonseca.

La fortuna di quel “Gruppo” consisteva nella sua solidissima unità, nel muoversi come un solo uomo.

Le leggendarie iniziative progettate e messe in opera non furono realizzate singolarmente da ciascun esponente in perfetta solitudine.

No, il modus operandi di quel gruppo era un altro.

Roberto Caprara nelle sue memorie ci dà un saggio dell’atmosfera che si respirava in quel Gruppo. “Della leggendaria Pro Loco si è detto molto, ma non si è ricostruita ancora la ricca e complessa storia. A essa si deve il risorgere della Biblioteca Comunale, affidata alle “missionarie” cure di Paolo Catucci, che ne era direttore, e di Attilio Caprara, che ne era bibliotecario. A titolo gratuito, si capisce, e con orari leggendari: ci si riuniva intorno a quei tavoli la sera fino alle 21, le 22, a mettere a fuoco le nuove iniziative che, a getto continuo e con pochi soldi si sarebbero realizzate.

Nacque così il Settembre Massafrese, che ebbe nel Palio dei Rioni la sua manifestazione di punta ma non fu solo il Palio. Ed Espedito, che non amava porsi in primo piano, volle che presidente delle manifestazioni del Settembre fossi io, ancora nemmeno trentenne, perché egli voleva fortemente la crescita dei giovani. Lungo sarebbe l’elenco dei giovani che si raccolsero intorno alle varie iniziative e – soprattutto – vollero realizzare il Palio. Ricordarli tutti sarebbe assai faticoso e difficile, (…). Uno, però, fra essi, vorrei ricordare, perché è il più dimenticato fra tutti quanti siamo stati dimenticati: Tonino Rospo, al quale furono dovute le realizzazioni dei costumi, delle bandiere, di tutto l’apparato che rendeva affascinante il corteo del Palio.

Fu per opera di Espedito (di Nicola Andreace) e di giovani e giovanissimi che la Mostra dell’Arte e dell’Artigianato si trasformò nel Premio Massafra “Lucerna d’Argento” che fu ambito da pittori di rango internazionale ed anticipò, spesso di molti anni, iniziative ed idee che saranno sviluppate solo più tardi in manifestazioni come la Biennale di Venezia.”

Nel 1985 mi ritrovai eletto, per la verità con sgomento e con non molto entusiasmo, presidente dell’Archeogruppo poiché non conoscevo l’ABC né dell’archeologia né del territorio di Massafra e dei suoi Beni storici e archeologici. In realtà il compito si rivelò agevole perché mi ritrovai accanto (oltre a Roberto che pur lontano, ogni mese veniva qui) quali Consiglieri Attilio Caprara, Nicola Andreace, Orazio Santoro, Serafino Marchianò, Antonio Conforti, Carmelo Greco, e Nannino Fuggiano, gran parte dei quali rappresentavano la memoria storica di Massafra, protagonisti con la grande Pro Loco della rinascita culturale degli anni ’60 e ‘70, che mi guidarono per mano nei meandri delle vicende storiche antiche e recenti della mia Città.

Questi uomini non è che non avessero nulla da fare e, pur se avessero da fare cose più importanti, non sono mai mancati né alle riunioni nè alle iniziative promosse dall’Archeogruppo, mi sono stati sempre vicini, in prima fila, a darmi una mano.

Questo è il segreto del successo: unità e fattiva collaborazione.

Oggi ci ritroviamo soli, ripeto SOLI, in una città disorientata e frastornata, sbattuta come una canna al vento, senza amore per il nostro passato, senza un progetto culturale per il futuro, ove si progettano e si realizzano piazze e anfiteatri su importanti zone archeologiche, seppellendo sotto le macerie le tracce del nostro glorioso passato. Mentre a Pompei si continua a scavare qui si seppelliscono le memorie storiche e archeologiche.

Di fronte a questa difficile eredità abbiamo davanti un cammino irto di ostacoli ma se serriamo le fila, se riusciremo a ritrovare l’unità e la collaborazione solidale, sconfiggeremo la diaspora divisiva della sedicente cultura dominante, e forse, in fondo al tunnel, torneremo a vedere la luce.

Sarà il modo migliore di onorare e di fare memoria di grandi uomini di Cultura come è stato il nostro grande amico Nicola Andreace.

Giulio Mastrangelo

 

Nelle immagini: 1) L’intervento del relatore Giulio Mastrangelo (foto di Fedele Lepore). 2) Una foto di tanti anni fa di Nicola Andreace. 3) L’annullo filatelico della Giornata della Filatelia 2024 del Circolo Filatelico “Antonio Rospo” di Massafra.

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