La prigione di Evin nega le visite a 21 prigioniere politiche per avere onorato la rivolta del 2019 in Iran
Privazione delle visite per 21 prigioniere politiche nel carcere di Evin per aver commemorato la rivolta del novembre 2019 e protestato contro le esecuzioni
Martedì 26 novembre, Hedayat Farzadi, il capo della prigione di Evin, ha informato 21 prigioniere politiche che sarebbe stato loro vietato ricevere visite per tre mesi. Il comitato disciplinare della prigione ha giustificato questa misura oppressiva sostenendo che era dovuta a “turbamento dell’ordine carcerario”, risultato della partecipazione delle prigioniere a una cerimonia commemorativa dell’anniversario della rivolta del novembre 2019 e del loro canto di slogan di protesta contro le esecuzioni.
La Commissione Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran condanna fermamente le azioni repressive del regime clericale misogino contro le prigioniere politiche. Invita il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, il Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran, la missione di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite, i giornalisti competenti e tutte le organizzazioni per i diritti umani e in particolare per i diritti delle donne ad agire affinché siano annullate queste restrizioni disumane e tattiche di pressione contro le prigioniere politiche.
Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran – Commissione Donne